La Ciaci

da un'ispirazione


 
 Leggo di creazioni.Leggo di arte creata, desiderata, vissuta.Leggo di realtà. Di reale fantasia.Leggo di parole stimolanti.Mi sono letta dentro.La risposta è giunta in un attimo.Le mie dita già sapevano tradurre i pensieri, le sensazioni e le non-emozioni.Realtà, fantasia e sogno. Sono mondi, universi che io, ahimè, riesco a tenere irrealmente separati. Li creo e li distruggo. Non trasformo più niente. Per me esiste solo la realtà, che combacia con la tristezza, la sofferenza e il dolore. Tutto ciò che subisco è la mia realtà.La fantasia e il sogno non li faccio esistere. Li rifuggo e rifiuto. Non portano a nulla. Non più. Sopravvivo alle giornate con gli stimoli del momento. Cancello nella mia mente quello che meno mi piace e mi lascio prendere, inerme, da ciò che mi piace. Non conduco e non mi guido da nessuna parte. Mi trascino pesante verso il giorno dopo.L'arte della vita mi è sconosciuta.Conosco bene, invece, l'arte della non creazione, dell'inutilità, del nulla.Non voglio che nessuno mi doni un po' della sua arte della vita. Non cerco nessuno...Non posso donare a nessuno un po' della mia non-essenza, la materia. Non voglio ferire. Quando sarà, starò in un loculo.Basta terra.La terra mi ha già sotterrato troppo per poter alzare la gelida manina da tendere.Nessuno mi può salvare.Se non per degli attimi.Ma io non mi accontento mai.O tutto o niente.