La Ciaci

le donne


 Le donne... quelle che sannospiegarti l'amoreo provano almenoa strappartelo fuorie quelle che mancanosanno mancaree fare più maleLe immagini del concerto del Liga scorrono al buio della sua stanza.E' notte e Eleonora è già a letto, gioca con il suo cellulare.Ascolta, non guarda il televisore.La finestra della camera è spalancata e la pioggia fa rumore. Scende a scroscio, è un bellissimo temporale con lampi lontani che illuminano il cielo plumbeo.Il Liga canta, Eleonora le conosce tutte le sue canzoni anche se non si è mai comprata un suo CD.Nel buio della notte e del temporale, un puntino luminoso nel cielo attira la sua attenzione.Si alza e corre alla finestra per vedere meglio.Una stella.In un cielo livido, cupo e minaccioso, una piccola stella brilla.Eleonora allunga la mano incerta e la prende.La tiene vicino al viso nei palmi delle mani, per osservarla meglio.Pulsa, sembra morente, ma respira ancora."Piccola Stella, cosa ci facevi tutta sola lassù in mezzo a quei nuvoloni carichi di odio?"La piccola stella dischiude le labbra, abbassa gli occhi, si sente in imbarazzo."Piccola Stella, non aver timore di parlarmi... Ti ascolto, puoi fidarti di me" la tranquillizza Eleonora.La piccola stella muove le palpebre, le lunga ciglia nere, folte e soffici lasciano spazio a due occhi grandi.Due occhi castani e verdi, che con la luce diventano ancora più verdi.Sono anch'essi due stelle.I loro sguardi si incrociano.La piccola stella respira piu' profondamente, vuole dire qualcosa.Eleonora la fissa. I suoi occhi si stanno riempiendo di lacrime anche se non sa bene perché.Anche gli occhi della piccola stella si riempiono di lacrime.Eleonora attende, non vuole sollecitare oltre una risposta.Le lacrime rigano i loro volti, ma un sorriso nasce sulle labbra di Eleonora.La piccola stella chiude gli occhi e un soave suono esce dalla sua bocca.Una voce flebile e dolce, una carezza per le orecchie, nonostante il significato delle parole sia pesante come un macigno."Mi sono persa.... Tanto tempo fa. Sono una piccola stella, volevo brillare come tutte le altre e stare tranquilla nel firmamento, ma un giorno mi sono accorta che non avevo intorno altre stelle come me. Ero in mezzo a tante meteore. A sassi e rocce. Non erano stelle, non brillavano...""E allora cos'erano?" Chiede Eleonora stupita."Non lo so, ma non importa cosa fossero le altre... Io ho capito che mi ero persa, che non ero nel mio cielo...""Ma esiste un solo cielo, piccola Stella! Com'è possibile?" la riprende Eleonora."Non lo so! So solo che ho incontrato tanti pianeti, di tutte le forme e grandezze. Mi fissavano, mi scrutavano e mi seguivano. Io ero la loro guida. Li conducevo verso la luce grande, il calore, la vita.E loro così imparavano la strada, mi salutavano e camminavano da soli, sicuri e forti...."Eleonora ascolta con attenzione e la bocca dello stomaco comincia a stringersi."E poi?" chiede Eleonora."Poi ne ho incontrati altri, che ho cercato di guidare, di insegnar loro la via, ma erano senza speranza e così li ho lasciati andare per la loro strada..."Eleonora comincia a respirare a fatica. Si sta agitando e esorta la piccola stella a proseguire nel racconto."Finchè un giorno mi son ritrovata da sola... Nessun pianeta, nessuna meteora, nessun sole. Solo il buio a farmi compagnia."Gli occhi della piccola stella si aprono nuovamente, le lacrime scendono copiose.Come se si stesse guardando allo specchio, Eleonora riconosce quegli occhi nei suoi.Con un dito raccoglie una lacrima dal viso della piccola stella e la assaggia.Ha lo stesso sapore delle sue lacrime.Eleonora stringe la piccola stella fra le mani, come in un forte abbraccio."Non preoccuparti, piccola Stella, di non avere il tuo cielo, perché sei tu il tuo stesso cielo, il tuo mondo, il tuo universo.Tu devi brillare e continuare ad attendere. Un giorno, vedrai, che passerà un pianeta che cercherà in Te la luce, la Tua luce e vivrà di essa.Brillerà e ti donerà a sua volta luce, vita, calore."Eleonora fa fatica ad essere convincente, ma la piccola stella la ascolta con attenzione."Vedi, ci sono stelle che brillano così tanto, volutamente per abbagliare e i pianeti ci cascano. Le vogliono, le desiderano, le prendono. Poi loro li usano e li abbandonano sfiniti.E questi piangono e le rimpiangono. Ma in realtà piangono e rimpiangono solo gli abbagli..."Eleonora è un fiume in piena, e prosegue"Invece tu sei una piccola stellina guida, tu sai trasmettere, insegnare, condividere la luce... La Tua luce che a volte sembra strana, offuscata, o spenta, ma c'è, è reale."Come per incanto la luce della piccola stella si fa più forte e calda.Eleonora sente le mani bruciare, istintivamente le apre, e lascia cadere la piccola stella.Sobbalza, preoccupata di averle fatto del male.Un suono più forte proveniente dal televisore distoglie il suo sguardo, si gira di scatto.Il Liga sta cantando un'altra canzone.Piccola stella senza cielo.Eleonora guarda verso il pavimento. Niente. La piccola stella non c'è.Volge lo sguardo verso la finestra aperta e vede la pioggia scrosciare forte. Sembra ci sia la nebbia.Ma nessuna traccia della piccola stella.Ritorna a sdraiarsi sul letto, si infila sotto il lenzuolo, fissa il soffitto e piange.Non sta piangendo per la perdita della piccola stella. Sta piangendo per se stessa.Per non essere un donna che sa mancare e fare del male.Per essere anche lei, una piccola stella senza cielo.