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NEI CIELI DELLA TUNGUSKA (PARTE TERZA)


L’ ascendente che Rasputin godeva ogni giorno di più sulla zarina, creò una vastissima rete di personaggi e politici influenti , che in cambio di intercessioni rispetto alla sovrana, erano disposti a soddisfare le richieste individuali di contadini e artigiani di cui Rasputin si faceva portavoce. L’ influenza sulla mistica zarina, si manifestò con sempre più frequenti e perentori consigli a carattere morale, religioso e politico tanto che nel 1914, allo scoppio della prima guerra mondiale, Rasputin si oppose fermamente all'entrata in guerra della Russia, vaticinando una terribile catastrofe addirittura per il mondo intero i cui tratti distintivi erano inesplicabilmente simili a quanto si sta verificando attualmente sulla Terra.  Questa volta però, egli non riuscì ad  esercitare la sua influenza sul sovrano, perché venne fatto segno ad un attentato nel suo villaggio siberiano il 28 giugno, lo stesso giorno dell'omicidio di Sarajevo.  Il 19 luglio 1914 egli riuscì comunque ad inviare un accorato  telegramma ai sovrani: « Credo, spero ancora nella pace . Stanno preparando un orribile misfatto, ma noi non ne saremo partecipi »  Lo Zar non tenne conto delle ammonizioni di Rasputin e dietro pressione del Capo di Stato Maggiore dell’ Armata Imperiale, spalleggiato dal Granduca Dimitri, stracciò il messaggio. In quegli stessi giorni i tentativi di accordo personale fra lui e il cugino Kaiser di Germania fallirono perché il ministro della Guerra russo riuscì ad ottenere dallo Zar la mobilitazione totale dell ‘esercito su tutta la frontiera europea della Russia, costringendo così la Germania ad un comportamento identico  e in agosto scoppiò la guerra. Con l’intensificarsi della guerra aumentarono le denuncie di Rasputin presso la Zarina circa arricchimenti illeciti  di ministri e alti funzionari nel traffico illegale d'armi e nella gestione dei rifornimenti nonché sulle speculazioni sui latifondi ai danni dei contadini.  La Zarina, che deteneva il potere a Pietrogrado, mentre lo zar era al fronte effettuò su consiglio di Rasputin continui e repentini cambi al vertice di governo, proprio quando, in assenza del sovrano dalla politica interna, la situazione richiedeva un governo forte.Le gerarchie militari sospettarono che Rasputin influenzasse la Zarina  verso una politica pacifista e di resa con la Germania, già paese di provenienza della Zarina e con il quale la Russia era in guerra. Le ostilità dell’apparato governativo zarista verso Rasputin crebbero a tal punto che nel 1916, in piena crisi di governo - che Rasputin stesso con la sua rete clientelare aveva contribuito a creare - e con i rovesci subiti dall’esercito russo  al fronte,  venne organizzato un complotto ordito dal granduca Dmitrij Pavlovič, dal principe Feliks Feliksovič Jusupov e dal deputato conservatore Vladimir Mitrofanovič Puriškevič, che decisero di eliminarlo. Venne invitato a cena a casa di Jusupov, che cercò di avvelenarlo mischiando cianuro ai cibi che gli vennero serviti. Ma Rasputin era refrattario al potentissimo veleno, per cui i congiurati decisero di finirlo a colpi di pistola.Ma, nonostante fosse stato avvelenato e colpito da un colpo di pistola in una parte vitale, Rasputin si riebbe; venne così colpito da un nuovo colpo alla schiena e, mentre veniva trascinato verso il cancello del cortile, fu finito con un colpo in fronte, sparato probabilmente da un membro dei servizi segreti inglesi affiancato all’ Okhrana e amico di Jussupov. Il suo cadavere fu gettato nel fiume Neva, da cui riemerse stranamente il giorno dopo.Secondo l'esito dell'autopsia (eseguita la notte del 20 dicembre dal professor Kosorotov), ancora più incredibile è il fatto che il corpo non presentava tracce del veleno, dando luogo a dispute tra gli storici circa l'effettiva modalità di eliminazione.Fu riscontrata acqua nei polmoni, quindi nonostante il veleno e i colpi di pistola Rasputin era ancora vivo quando venne  gettato nell'acqua ghiacciata della Neva , dimostrando di essere ancora vivo.Rasputin fu quindi sepolto, ma il suo corpo venne esumato all’indomani della Rivoluzione comunista dell’ ottobre 1917 e bruciato ai bordi di una strada dai miliziani Bolscevichi.Le ire residue della Zarina Alessandra non tardarono a manifestarsi. Jusupov fu allontanato da Pietrogrado. Dmitrij Pavlovič fu inviato in Persia a combattere in prima linea contro i turchi . Per un bizzarro gioco del destino, però, mentre la maggior parte dei membri della monarchia incorsero nelle inchieste avviate dopo la rivoluzione del Febbraio 1917, questa destinazione punitiva fece sì che il granduca Dmitrij fosse uno dei pochi Romanov che ebbe ancora il tempo di pianificare e completare una sua fuga all'estero. Per il resto della famiglia imperiale invece non ci fu più niente da fare. Nicola, Alessandra, i figli e i membri più stretti della Corte che erano rimasti con loro, una volta messi sotto custodia dal Governo Provvisorio del rivoluzionario moderato  Kerenskij , furono  in seguito imprigionati dai Bolscevichi, i quali, per mano di alcuni agenti della CeKa, la polizia politica comunista, li sterminarono a Ekaterinburg città posta ai piedi degli Urali. Ironia tragica della sorte, le Guardie Bianche antibolsceviche avevano appena riconquistato i dintorni della città.  Credo che il monaco russo Rasputin sia legato in qualche modo agli eventi della Tunguska. Rasputin è stato un taumaturgo ma anche un testimone di verità, confuso e perseguitato come violentatore di donne. L’unico suo "peccato" è stato, in realtà, quello d’amare l’umanità cercando, in particolar modo, di evitare una guerra mondiale che i ricchi e i potenti della Russia auspicavano. Difendeva i diritti dei poveri della terra di Russia, affinchè la Russia si unisse e divenisse una guida per tutti gli stati, uniti in un unico blocco comunitario, in pace e fratellanza. Purtroppo anche questo tentativo non è riuscito.
Ancora oggi si discute se la catastrofe della Tunguska sia stata originata da un meteorite o da una Cometa o addirittura da un’UFO.Resta il fatto che il popolo tunguso intuì subito l’origine non terrestre del fenomeno e ne comprese i segni premonitori,  cosa che non fece il potere russo imperiale il quale, volutamente, ignorò la portata cosmica dell’evento. Non è un caso che la Madonna dovette apparire ai tre pastorelli a Fatima (Portogallo) nel 1917, proprio per dare forse un ultimo avvertimento all’umanità.  Ritengo che Rasputin sia stato a conoscenza degli eventi di quell’anno in Siberia, anzi li abbia vissuti in prima persona. E forse, qualora si fosse trattato proprio di un’astronave aliena esplosa in volo o precipitata nella taiga, in qualche maniera sia entrato in contatto con i superstiti dell’equipaggio, che di fatto o telepaticamente, gli abbiano affidato un messaggio da fare all’ umanità. Ma, la storia della Russia e del mondo intero seguì, purtroppo, un altro corso.