Il luogo dove sarebbe ubicata l’installazione aliena si estende per oltre centomila chilometri quadrati, all’interno di una piatta regione di acquitrini, alternati da una taiga impenetrabile. Nella zona esisterebbero residui di oggetti metallici di origine ignota, realizzati con un metallo sconosciuto che assomiglia vagamente al rame, ma è ricoperto da una patina talmente dura che non è possibile scalfirla con nessun utensile umano conosciuto. Intorno a queste semisfere la vegetazione crescerebbe in maniera abnorme e all’interno la temperatura sarebbe mite anche durante gli inverni più rigidi. Alcuni nativi, cacciatori, che vi hanno trovato rifugio, pernottando, o sono morti o si sono ammalati gravemente, forse a causa di qualche forma di emanazione radioattiva. Il generale dell'aeronautica russa Vasily Alekseev, ex agente del Kgb, rivelò che nella zona più disabitata della Siberia esistevano costruzioni metalliche che non erano tdi origine terrestre. I militari russi sono da molti anni al corrente dell'esistenza in Siberia di strane costruzioni metalliche di origine “aliena”. La zona è interdetta sotto segreto militare e con divieto di sorvolo. La motivazione ufficiale è quella della scoperta di giacimenti di diamanti, oro, gas naturale e petrolio. Una relazione metereologica, conservata presso l’Osservatorio regionale di Irkutsk (Siberia), riferisce che alle 7.00 del 30 giugno 1908 due sfere infuocate di dimensioni gigantesche (circa 60 metri di diametro secondo le testimonianze oculari) sono apparse improvvisamente nel cielo, a nord, per poi scomparire a velocità vertiginosa quattro minuti dopo; appena furono scomparse, si levò un vento fortissimo che si propagava da nord a sud e che è andato avanti per circa 5 minuti; seguirono suoni e tuoni, come detonazioni di enormi armi da fuoco, le quali fecero tremare i vetri delle finestre delle isbe disseminate nella zona . Seguì un suono secco, come quello di una scarica di fucileria, che durò per circa due minuti.Si trattava forse delle sfere che si stavano dirigendo sul luogo dell’esplosione? Si noti l’ora dell’ avvistamento: le 7,00. L’esplosione di Tunguska avvenne subito dopo: alle 7,14. Il geofisico russo Andrei Ol’khovatov osservò che gli alberi attorno all’epicentro dell’esplosione sembravano colpiti da un vortice di un plasma ad altissima energia: infatti questo effetto di vortice avrebbe fatto letteralmente ruotare su se stessi gli alberi, sradicandoli violentemente. Infatti, alcune chiazze di vegetazione nel luogo dell’esplosione sono rimaste misteriosamente intatte. I testimoni raccontano dell’esplosione come un bagliore “cinquantamila volte più luminoso del sole” seguito da un “calore terribile” e da una “spaventosa nuvola di fumo nero”.Ma, c’è di più. Secondo le testimonianze raccolte, la mattina dell’evento la popolazione locale vide scaturire improvvisamente dal cielo sereno moltissime scariche elettriche simili a fulmini che colpivano ripetutamente e violentemente il terreno. Quanto accaduto fu provato con il ritrovamento di una specie di folgorite anomala per il terreno delle zone colpite. Prova ne è che i fulmini caduti nella taiga non avevano un’origine terrestre. Successivamente biologi e botanici russi notarono una crescita abnorme e anomala delle piante nella zona. Il professor Soboljov ritiene che un cambiamento genetico sia la causa di queste anomalie che hanno causato una velocità d’accrescimento approssimativamente superiore cento volte a quello normale e che non è possibile attribuirne le cause alle radiazioni nucleari come noi le conosciamo, poichè tutta la vita in quella zona si è perpetuata ed accresciuta, con un aumento abnorme del ritmo riproduttivo cellulare.Nel 1927 fu riscontrata dai biologi russi, al seguito della spedizione organizzata dal professor Kulik, una strana malattia che aveva colpito soprattutto le renne che presentavano strane cicatrici sulla pelle. Un ricercatore che si addentrò nella zona degli alberi abbattuti, morì successivamente tra dolori lancinanti come se qualcosa lo stesse bruciando internamente. Gli sviluppi della vicenda furono in seguito coperti dal segreto militare da parte delle autorità sovietiche e passarono di competenza al KGB. Tutta la zona fu interdetta e circondata da installazioni militari e a tutt’oggi non è possibile accedervi. E così anche in Russia esiste un’”Area 51”.
ALIENI IN SIBERIA (bibl.Costantino Paglialunga – Il mistero della Tunguska 2° Edizione - 2008 e AAVV WEB)
Il luogo dove sarebbe ubicata l’installazione aliena si estende per oltre centomila chilometri quadrati, all’interno di una piatta regione di acquitrini, alternati da una taiga impenetrabile. Nella zona esisterebbero residui di oggetti metallici di origine ignota, realizzati con un metallo sconosciuto che assomiglia vagamente al rame, ma è ricoperto da una patina talmente dura che non è possibile scalfirla con nessun utensile umano conosciuto. Intorno a queste semisfere la vegetazione crescerebbe in maniera abnorme e all’interno la temperatura sarebbe mite anche durante gli inverni più rigidi. Alcuni nativi, cacciatori, che vi hanno trovato rifugio, pernottando, o sono morti o si sono ammalati gravemente, forse a causa di qualche forma di emanazione radioattiva. Il generale dell'aeronautica russa Vasily Alekseev, ex agente del Kgb, rivelò che nella zona più disabitata della Siberia esistevano costruzioni metalliche che non erano tdi origine terrestre. I militari russi sono da molti anni al corrente dell'esistenza in Siberia di strane costruzioni metalliche di origine “aliena”. La zona è interdetta sotto segreto militare e con divieto di sorvolo. La motivazione ufficiale è quella della scoperta di giacimenti di diamanti, oro, gas naturale e petrolio. Una relazione metereologica, conservata presso l’Osservatorio regionale di Irkutsk (Siberia), riferisce che alle 7.00 del 30 giugno 1908 due sfere infuocate di dimensioni gigantesche (circa 60 metri di diametro secondo le testimonianze oculari) sono apparse improvvisamente nel cielo, a nord, per poi scomparire a velocità vertiginosa quattro minuti dopo; appena furono scomparse, si levò un vento fortissimo che si propagava da nord a sud e che è andato avanti per circa 5 minuti; seguirono suoni e tuoni, come detonazioni di enormi armi da fuoco, le quali fecero tremare i vetri delle finestre delle isbe disseminate nella zona . Seguì un suono secco, come quello di una scarica di fucileria, che durò per circa due minuti.Si trattava forse delle sfere che si stavano dirigendo sul luogo dell’esplosione? Si noti l’ora dell’ avvistamento: le 7,00. L’esplosione di Tunguska avvenne subito dopo: alle 7,14. Il geofisico russo Andrei Ol’khovatov osservò che gli alberi attorno all’epicentro dell’esplosione sembravano colpiti da un vortice di un plasma ad altissima energia: infatti questo effetto di vortice avrebbe fatto letteralmente ruotare su se stessi gli alberi, sradicandoli violentemente. Infatti, alcune chiazze di vegetazione nel luogo dell’esplosione sono rimaste misteriosamente intatte. I testimoni raccontano dell’esplosione come un bagliore “cinquantamila volte più luminoso del sole” seguito da un “calore terribile” e da una “spaventosa nuvola di fumo nero”.Ma, c’è di più. Secondo le testimonianze raccolte, la mattina dell’evento la popolazione locale vide scaturire improvvisamente dal cielo sereno moltissime scariche elettriche simili a fulmini che colpivano ripetutamente e violentemente il terreno. Quanto accaduto fu provato con il ritrovamento di una specie di folgorite anomala per il terreno delle zone colpite. Prova ne è che i fulmini caduti nella taiga non avevano un’origine terrestre. Successivamente biologi e botanici russi notarono una crescita abnorme e anomala delle piante nella zona. Il professor Soboljov ritiene che un cambiamento genetico sia la causa di queste anomalie che hanno causato una velocità d’accrescimento approssimativamente superiore cento volte a quello normale e che non è possibile attribuirne le cause alle radiazioni nucleari come noi le conosciamo, poichè tutta la vita in quella zona si è perpetuata ed accresciuta, con un aumento abnorme del ritmo riproduttivo cellulare.Nel 1927 fu riscontrata dai biologi russi, al seguito della spedizione organizzata dal professor Kulik, una strana malattia che aveva colpito soprattutto le renne che presentavano strane cicatrici sulla pelle. Un ricercatore che si addentrò nella zona degli alberi abbattuti, morì successivamente tra dolori lancinanti come se qualcosa lo stesse bruciando internamente. Gli sviluppi della vicenda furono in seguito coperti dal segreto militare da parte delle autorità sovietiche e passarono di competenza al KGB. Tutta la zona fu interdetta e circondata da installazioni militari e a tutt’oggi non è possibile accedervi. E così anche in Russia esiste un’”Area 51”.