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Un Triangolo in Bermuda(fonte citata art. di T.Rapisarda-www.cerchinelgranoinfo.it)


L'inizio"Giovedì 13 settembre: in questo giorno, all'inizio della notte, gli aghi delle bussole si spostavano verso Nord Ovest, e alla mattina volgevano alquanto verso Nord Est (...)"."Sabato 15 settembre: al cominciar della notte videro cader dal cielo una meravigliosa striscia di fuoco, a quattro o cinque leghe dai navigli (...)"."Lunedì 17 settembre: i piloti fecero il punto, e riconobbero che le bussole non indicavano la giusta direzione; e i marinai se ne stavano timorosi e accorati, e non dicevano di che. L'Ammiraglio se ne accorse, ed ordinò ai piloti che allo spuntar del giorno tornassero a fare il punto, e, preso il Nord, trovarono che gli aghi erano buoni."E ciò fu perché non si muovono gli aghi, ma la Stella Polare”. Queste brevi frasi annotava Cristoforo Colombo sul suo diario di bordo, mentre navigava verso il Nuovo Mondo. I quei giorni le tre caravelle, da lui comandate, stavano proprio attraversando un triangolo di mare delimitato a nord dalle attuali Bermuda,  a ovest dall'isola di Grand Bahama e a sud da Puertorico. Questo resoconto, scritto in un’epoca ben lontana nel tempo dalla stampa sensazionalista e pseudo scientifica, non può non farci riflettere.   Non sto a tediarvi con il lungo elenco di navi e di aerei scomparsi in quella zona di mare, o ufficialmente dichiarati tali.  Qui, di seguito vi metto le ipotesi più frequenti che la letteratura in materia ha evidenziato: ·         le navi sono “rapite” dagli Ufo; ·         presenza di armi mai disattivate costruite da una civiltà precedente alla nostra e dotata di una tecnologia infinitamente superiore (Atlantide);·         esperimenti militari condotti dal governo americano (“Esperimento Filadelfia” per rendere invisibile le navi a mezzo di campi magnetici);·         deformazioni spazio-temporali (sviluppi delle teorie sulla relatività di Einstein e Nicolas Tesla)  Tralasciando le prime due e la terza, della quale ho parlato in un precedente post, mi piacerebbe approfondire la quarta. La materia e il tempo sono impastati insieme nello spazio e non sono entità separate. Se non esiste uno non esiste l’altra. Il collante che li impasta si chiama movimento che si manifesta con la velocità oppure durata che si manifesta con le trasformazioni della materia. La velocità più alta che esista nel mondo fisico è quella della luce. La densità della spazio altera il tempo. Il tempo non progredisce linearmente in avanti all’infinito, ma a spirale circolare. Certi eventi verificati in punto B possono ripresentarsi uguali o mutati in un punto D e successivi e così via. Una densità di materia elevatissima (buco nero, black hole) può alterare gravemente tutte queste dinamiche e quindi un corpo che si trovasse, per caso, dentro questa zona vivrebbe alterazioni fisiche e temporali (p.e. nel corpo e nella sua composizione o vivere in futuri diversi possibili o tornare indietro nel suo passato o in altre forme alternative del suo passato). Il concetto è un po’ astruso, ma potrebbe dare una spiegazione plausibile tralasciando gli UFO o altre diavolerie di civiltà sommerse. Comunque anche gli esperimenti del Pentagono sono un’ipotesi da tenere sempre presente, alla luce delle teorie di Einstein e di Nicolas Tesla.  Anche il grande scrittore inglese di storie di mare, William Hope Hodgson, ci racconta di un evento capitato ad una goletta salpata da S. Francisco e che si trova a navigare in una notte afosa e di bonaccia nel bel mezzo dell’Oceano Pacifico meridionale. Ad un’ora imprecisata nella notte, l’ufficiale di guardia avvista all’orizzonte, proprio sulla rotta di navigazione, un punto luminoso verdastro sulla superficie del mare. L’ufficiale avvisa subito il comandante. Il punto luminoso intanto diventa sempre più grande, rivelando le forme di un enorme cuneo luminoso che si estende in lungo e in largo in lontananze indicibili rivelando una regione di vallate ombrose e di picchi montuosi frastagliati. La nave è sempre ferma, ma pare invece che la superficie del mare stia scivolando velocemente verso la zona di luce verde. L’equipaggio viene messo in allarme e si accalca sulle fiancate della nave. La nave entra dentro la zona di luce e viene avvolta da una nebbia verde e luminosa. Davanti agli occhi spaventati dei marinai si materializzano delle forme alate di luce con grandi occhi scuri (forse sono Angeli) e che si librano nell’aria. Dopo compaiono intorno alla nave altre forme di ectoplasmi che si rivelano essere delle persone defunte. In ognuna di esse i marinai riconoscono i loro cari estinti. Il capitano rivede la moglie, morta qualche mese prima che lui dovesse intraprendere il viaggio per mare; il protagonista rivede invece sua mamma, dolce e sorridente, mentre un marinaio riconosce una ragazza da lui abbandonata e uccisa e che gli ricorda il delitto tenendosi premuto sul seno un coltellaccio da pescatore. La notte è spaventosa e saranno altrettanto spaventosi gli epiloghi. Il comandante si uccide buttandosi in mare dalla fiancata e annegando volutamente. L’ ufficiale di guardia giurerà di averlo visto in forma eterea librarsi nell’aria per raggiungere finalmente la moglie adorata, nell’Aldilà. Il marinaio scomparirà misteriosamente in mare tra pianti e urla disperate. La scena si chiude poi con un ‘enorme ondata di acque nere che quasi travolge il vascello e che sigilla questa porta dimensionale apertasi casualmente nello spazio e nel tempo di quella notte. Al mattino tutto l’equipaggio si ritrova sparso e svenuto sul ponte. Al risveglio tutti si sentono terribilmente cambiati e, in preda ad un’angoscia opprimente, rimangono immersi in un silenzio spaventoso. Lo scrittore inglese ha mirabilmente descritto in un racconto, redatto ai primi del novecento, quello che potrebbe accadere a chi naviga per caso nelle acque del Triangolo delle Bermude.Michela                
(fonte foto da www.giramondo.it)