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Oggi sono andato da Microbike per la rottura del morsetto che collega la batteria al motore.
Riparato con 13 euro (d'altronde la bici avrà 5 anni).
Ho parlato con tecnico e segretaria della storia del caricabatterie Fiamm - batteria che puzzava ecc. e gli ho chiesto di fare un controllo sommario della batteria.
Il tecnico ha tolto la borsa porta-batteria e ha visto con me che la plastica della batteria era tutta dilatata e mi ha detto che una batteria così si e no fa 5 km.
Io effettivamente mi sono accorto che già dopo la salita da S.Pietro (Roma) a Monteverde
la batteria era un pò scarica.
Il brutto é che al telefono avevano detto che mi avrebbero cambiato la batteria visto che ha 3 mesi e dovrebbe essere in garanzia e che non avevano al momento batterie di ricambio e mi avrebbero chiamato quando sarebbero arrivate. Questo 10 giorni fa.
Invece hanno detto (senza mai essere chiari e precisi) che praticamente la garanzia della batteria é di 7 giorni (!)e che la colpa probabilmente era dell'alimentatore.
Insomma dovrei dargli 70 euro per comprare una batteria nuova dopo 3 mesi.
Vabbé che la bici é vecchiotta (era inutilizzata da mia cugina) ma da 4 mesi in qua
ho speso 70 euro di batteria (questa rotta che ho preferito cambiare subito 4 mesi fa quando ho preso la bici) - 130 euro di revisione (mi hanno cambiato un sacco di cose - in realtà c'ero andato per cambiare semplicemente la catenina che trasmette il moto dai pedali al motore.
Ora 13 euro e presumo tra poco altre 70 euro.
In totale 283 euro mi prendevo un bici nuova cinese da Auchan.
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- TECNOLOGIA & SCIENZA
Tutto da rifare per le case discografiche: Jammie Thomas,
era stata sanzionata di 222mila dollari per violazione copyright
P2p, disoccupata batte le major
non dovrà pagare la supermulta
Un giudice del Minnesota dà ragione alla donna
"Bisogna dimostrare che lo scambio sia avvenuto"
di ALESSANDRO LONGO
I DISCOGRAFICI americani hanno perso la causa più importante per la
lotta al peer to peer e adesso per loro è tutto da rifare: Jammie
Thomas, 30enne disoccupata che era stata condannata a pagare 222 mila dollari per violazione del copyright, non dovrà più farlo. L'ha deciso Michael Davis, giudice distrettuale del Minnesota, dov'è stato dibattuto il caso.Alla base della sentenza, un motivo che fa crollare il castello costruito finora per la lotta al peer to peer pirata: "Rendere disponibile" ("making available") un file su rete peer to peer - sostiene il giudice- non significa che quel file sia stato in effetti scaricato da altri e che quindi sia stato distribuito. È un reato distribuire il file protetto da copyright, non il semplice metterlo in condivisione (l'intenzione di reato non è perseguibile).Tutto quanto significa che ora Riaa (l'Associazione discografici americani, che aveva denunciato la donna) avrà l'onere della prova: dovrà dimostrare che lo scambio di un file protetto da copyright è in effetti avvenuto. Non basta provare che l'utente l'ha condiviso su reti peer to peer.Per Jammie Thomas è una notizia di quelle che ti cambiano la vita: la donna, che si mantiene grazie agli assegni sociali, non aveva certo i mezzi per pagare la super multa (pari a 9.250 dollari per ogni file condiviso). Ma è anche una notizia che cambia lo scenario del confronto tra detentori di copyright e utenti di peer to peer. La sentenza è storica perché la multa a Jammie Thomas era il solo caso di vittoria dei detentori di copyright in un processo del peer to peer. La giurisprudenza, a riguardo, ricade così nell'incertezza. Riuscire a portare in tribunale la prova dello scambio può essere peraltro impresa molto difficile (se non impossibile).
Prova dello scambio potrebbe essere memorizzata nel programma peer to peer utilizzato e ottenibile quindi con il sequestro del computer. Non tutti i programmi memorizzano questi dati, però, e comunque l'utente può fare
in modo di cancellarli. I dati possono essere anche nel log (nel registro) del server utilizzato per lo scambio. Ed essere quindi ottenuti tramite il sequestro del server, cosa non facile però se è posto all'estero. Non è detto inoltre che il log ci sia e sia valido ai fini del processo (potrebbe aver registrato il traffico degli utenti in
modo anonimo). Ci sono inoltre programmi peer to peer che permettono di scambiare file senza server di mezzo (per esempio eMule su rete Kad). "Non mi risulta che in Italia qualcuno sia stato mai condannato dopo un processo completo, per aver fatto peer to peer per scopi personali", dice Andrea Monti, avvocato tra i massimi esperti della questione. Molti hanno pagato la multa perché hanno
patteggiato (da 51 a 2.065 euro, secondo la normativa italiana). Altri hanno subito un decreto penale di condanna (come capitato a settembre due utenti della rete peer to peer Direct Connect), a cui hanno poi rinunciato a opporsi. In entrambi i casi, però, si tratta di decisioni precedenti a un effettivo processo dibattuto. "Gli utenti hanno accettato di pagare perché affrontare un processo di questo tipo costa anche 20-30 mila
euro tra spese legali e di consulenza. Molto più di quanto si rischi di multa se si patteggia", aggiunge Monti. Sarà anche per la difficoltà ad avere vittoria certa in un processo, che i detentori di copyright stanno provando diverse strade per la lotta al peer to peer. Per esempio, la via di far bloccare certi siti oppure di
ottenere leggi che obblighino i provider a cancellare gli abbonamenti Internet degli utenti peer to peer. Anche queste sono però strade in salita: è stato appena sospeso il blocco a Pirate Bay;
l'Europarlamento qualche giorno fa ha bocciato le politiche anti-peer
to peer contenute nel pacchetto di riforma della normativa tlc e
ispirate da alcune procedure ideate dal governo francese.
(30 settembre 2008) (da www.repubblica.it)
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La Regione Lazio, tramite Sviluppo Lazio, promuove l'acquisto
di biciclette a pedalata assistita, nei comuni di Roma e Frosinone
L'entità del contributo è pari al 30% del prezzo di vendita
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Da http://www.repubblica.it del 17 settembre 2008.
Prima dell'approvazione del ddl Carfagna questa velina dovrà cambiare intenzioni.
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La ricerca è stata realizzata in vista del World Social Summit
Il senso di incertezza diffuso soprattutto tra i giovani e le donne
Censis, la classifica delle paure
Roma è la capitale del disagio
ROMA
- Roma è la città più impaurita del mondo. E' questo il verdetto del
Censis e della Fondazione Roma che, in un'indagine svolta su dieci
metropoli (New York, Bombay, Londra, Parigi, Il Cairo, San Paolo,
Mosca, Pechino e Tokyo), hanno evidenziato come la città eterna sia la
'capitale del disagio', quella che ha più paura e che manifesta, per il
58% dei cittadini, "il più alto tasso di inquietudine esistenziale".
Alla domanda su quale sia il sentimento che meglio descrive il suo
rapporto con la vita, il 46% dei romani ha risposto con "incertezza"
mentre il 12% con "paura". La somma di questi stati d'animo (58,2%)
rimanda a un'immagine della città più infelice tra quelle prese in
esame a fronte di una media internazionale del 36%. Alla violenza si
affiancano la paura di non essere più autosufficienti; le paure
materiali come perdere il lavoro o non trovarlo e quelle più generali
come quella di disastri ambientali.
Il senso di incertezza si avverte soprattutto soprattutto tra i giovani
(18-29 anni) con il 51,2%, mentre i più anziani (34,4%) si dichiarano
più ottimista e fiduciosa. Diverse le percentuali tra centro e
periferia con quest'ultima che tocca quota 14,2% rispetto al 5% del
centro. Infine sono le donne ad essere più spaventate degli uomini
(16,2% contro il il 7,7%).
"A Roma e in Italia sono particolarmente sentite le paure in rapporto
con la violenza e la sicurezza personale - ha spiegato il direttore del
Censis Giuseppe Roma che, insieme alla Fondazione Roma, presenterà la
ricerca al World Social Summit che si terrà nella capitale dal 24 al 26
settembre - mentre nelle altre metropoli internazionali ci sono altri
problemi come la fame".
Tranciante il giudizio del sindaco Gianni Alemanno: "Questa è la Roma
di Veltroni (ex sindaco della Capitale ndr): l'inquietudine c'è ed è
chiaro che poi c'è un'inquietudine di carattere sociale legata al ciclo
economico".
(15 settembre 2008), da www.repubblica.it
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Hated journey on the train
Always been the same
Looking out windows
Second class and second best
(Oooooooh)
What a waste of time
Sleep for five stops in a row
Prepare yourself to go
Waterloo station
Bought a '69 Capri
Failed the M.O.T. (la revisione della automobile)
What a waste of time
The Worker, the worker
The worker, the worker
Always kiss the wife goodbye
Often wonder why
Seven in the morning
Think it's time You had a change
Wouldn't that be strange
What a waste of time
The worker, the worker
The worker, the worker
The worker, the worker
The worker, the worker
------------------------------
La canzone è anche carina. Si può sentire cliccando qui sotto:
Fisher Z - The worker (su you tube)
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Vedo dal sito http://www.sportingpulse.com/select_node.cgi?cID=2210&p=1
oppure semplicemente http://www.emg2008.com/
che l'Italy United è arrivata terza a Malmoe
in un torneo europeo per veterani.
La Roma Trionfale, l'altra squadra italiana che si è recata in Svezia, è arrivata quattordicesima.
Si direbbe che i frutti della partecipazione alla pallamano dei giovani italiani di 30 anni fa in Italia si vedano solo adesso.
Francesco
(per saperne più visita www.pallamanoitalia.it
--LA PALLAMANO SUL WEB--)
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Inviato da: siupostar
il 11/10/2011 alle 18:43
Inviato da: Gianni Miradoli
il 06/01/2010 alle 18:20
Inviato da: GUARNOTTA Salvo
il 06/01/2010 alle 11:40
Inviato da: Anonimo
il 11/01/2009 alle 22:07
Inviato da: Anonimo
il 09/12/2008 alle 23:08