cicloroma

Per quelli che ...che palle il caschetto....


Certe volte mi viene voglia di avvicinare quei ciclisti che per pigrizia, o per incoscienza o per "sprovvedutezza" vanno in giro per Roma come se pedalessero su un viottolo di campagna, ignorando o volendo ignorare le piu' elementari regole di sopravvivenza metropolitana. Sia nell'uno che nell'altro caso, questo racconto tratto recentemente da una mailing list di ciclisti romani, potrebbe servire a fargli, ( o farvi, nel caso che qualcuno di questi siate proprio voi che leggete questa pagina), cambiare idea. In seguito vi suggeriro' altre regole fondamentali.E vi ricordo che il manualetto qui affianco e' scaricabile all'indirizzo:http://www.romapedala.splinder.com/post/8169043Buona Lettura!Pocanzi, venendo in ufficio, ho fatto una brutta caduta. Non credevo fossepossibile cadere cosi'. andavo spedito, che so, 40, forse 50 kmh, in unodei pochi tratti in cui c'e' un po' di spazio sulla strada (Roma, Vle Libiaappena oltre pza S Emerenziana, pianura). Improvvisamente la ruota o leruote si sono infilate in un minuscolo solco longitidinale sull'asfalto.Una cosa invisibile. La bici e' stata sbattuta lateralmente a terra,all'improvviso, colpo secco, di lato come una botola da due quintali che sichiude a terra, cosi', mentre vai, senza un minimo di lotta per restare inpiedi. La bici si e' avvitata, le ruote a fare da cardine e io giu' come unbirillo, in una frazione di secondo. Ho colipto il sordido asfalto in unattimo, ricordo bene che non ho fatto una mossa, mani sul manubrio, piedisui pedali. E ricordo bene una detonazione, un colpo secco seguito dalrumore di brandelli dispersi.Il casco. Era il casco, gentili abbonate e abbonati (fanculo a te e ailapsus, fratello). Ho dato una botta per terra che mi ha procurato duebelle contusioni a cosciotto e spalla, ma la testa e' quella piu' in alto,quella che arriva giu' a palla. Una tranvata. E una deflagrazione. Il cascosi e' rotto in tre pezzi, dalla parte dove ha sbattuto. Li fotografero'.Pezzi di casco, occhiali e suppellettili si spargevano per strada davantiad un piccolo gruppo di astanti attoniti in attesa dell'autobus, che nonstava sopraggiungendo.L'assenza di freni e il traffico assassino non c'entrano nulla. Avessiavuto i freni   non li avrei toccati ( l'autore e' un rotafixaro, non hanno i freni normali sulle bici, ndr). E non c'erano macchine in giro, nessunomi ha spinto in una zona della strada dove non volevo andare.State attenti alle irregolarita' della strada, soprattutto quelle piccole.E mettete il casco, se non deturpa troppo il vostro look. Penso mi abbiasalvato le penne, o almeno un bel trauma cranico- sono ancora un po'turbato. Comunque, raccontar m'e' dolce in questo bar.