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caio mario


Ma lo scontro coi Romani, con la loro disciplina ed incrollabile tenacia era tutt'altro che concluso.All'inizio dell'anno 102 avanti Cristo i Romani penetrarono nuovamente nella Gallia meridionale comandati da un generale che era destinato a far parlare di sé nella storia di Roma: Caio Mario.Si trattava di un esercito molto più numeroso di quello precedente e che soprattutto aveva compiuto un addestramento particolare.L'esercito romano infatti aveva subito un mutamento non solo di carattere sociale, ma anche di carattere tattico aumentando la possibilità offensiva della fanteria con l'introduzione di una lancia da getto, destinata a fermare la carica dei guerrieri germanici.La nuova arma si dimostrò molto efficace.Il cuneo d'attacco germanico era risultato veramente micidiale contro il manipolo, il quale, se aveva dato buona prova contro la falange macedone ed il quadrato chiuso di altri eserciti orientali, non sembrava abbastanza solido contro un attacco portato in profondità da un centro particolarmente forte che poi si allargava sulle ali con una manovra di aggiramento sostenutada una cavalleria molto efficace.L'introduzione del «pilus» nell'esercito romano fu un poco come l'introduzione della picca svizzera contro la cavalleria feudale o degli arcieri inglesi nella battaglia di Agincourt.Ma fu soprattutto la disciplina e la visione strategica complessiva romana che trionfarono sui Germani.I Romani, penetrati nella Gallia meridionale, si diedero a una serie di operazioni di carattere secondario cercando di isolare l'esercito teutone che si era intanto separato con inescusabile leggerezza dal grosso costituito dall'esercito di Boverik, re dei Cimbri.I Romani si prepararono con calma ad una lunga campagna, e una volta a contatto con l'esercito dei Teutoni, rinforzato degli Amboni, crearono un forte campo fortificato contro il quale si infransero inutilmente i tentativi di assalto dei Germani.Nonostante i Teutoni si ostinassero a voler impegnare i Romani in uno scontro in campo aperto, Mario si guardò bene dall'attaccare una battaglia secondo gli schemi tattici tradizionali, ma preferì impostare la propria azione su una strategia manovrata che indebolisse innanzitutto la situazione logistica dei Germani. obbligandoli prima a un assedio nel quale perdettero molto mordente, e poi a una ritirata per procurarsi i viveri.
Il generale Caio Mario