a cielo aperto

I VANGELI E IL CODICE DA VINCI


Questo il titolo della conferenza a cui sono stato chiamato ad esporre in qualita' di esperto di religioni.Gia esperto e' una parola che mi mette ansia, perche' so di non sapere, ma di per se' la cosa mi ha stimolato sin da principio, non fosse altro perche' avevo letto il libro ad una velocita' supersonica e della maggior parte delle tesi espresse le conoscevo gia' da tempo, come credo, la maggior parte degli addetti ai lavori.Questo post e' per me anche uno scritto di servizio, nel senso che e' la prima volta , da che sono stato contattato che cerco di tracciare le linee guida del discorso che faro'.Ho pensato di porre i termini della questione su un piano che nel mare di pubblicazioni collaterali al codice non mi pare di aver mai letto e cioe' quello di un confronto diretto tra i vangeli, apocrifi e canonici e le fonti di base del romanzo.Innanzi tutto credo che merito o grande difetto del romanzo di brown sia di aver scoperto il dente malato della fede cristiana nei ceti medio alti, altrimenti non mi spiego il perche' di tanto clamore per un buon romanzo che pure tocca argomenti di grande interesse per tutti.La gente  che ascolto quotidianamente non fa che consolidare in me due idee:  1 quando la massa puo' sparare contro il potere costituito lo fa con grande piacere 2 la gente adora le versioni alternative, adora un dio piu' uomo, piu' vicino, ed infine adora il mistero, sopratutto se fa capo al uomo piu' misterioso che l'occidente conosca.La chiesa da anni perde terreno, infatti ora il suo bacino di maggior utenza sono i paesi poveri, ma qui, dove il potere e' centrale il serbatoio perde da un bel po' e prova ne e' proprio il clamoroso successo di un romanzo che non fa altro che riciclare in toto un altro libro che 30 anni fa non ebbe lo stesso impatto, e questo perche' brown e' proprio bravo a scrivere, altroche'.Lasciando perdere ora le mie personali riflessioni, vorrei spendere due parole su un argomento toccato poco e raramente nei libri pro e contro il codice: la formazione dello "stile" vangelo.Non molti sanno, a quanto ho potuto constatare, che la formazione dei vangeli e' tardiva rispetto ai fatti che narrano, almeno 30 - 40 anni, e che la provabilita' che la prima forma di vangelo sia stata solo la narrazione dei fatti riguardanti il processo e passione e' molto alta.Se infatti andrete a vedere i testi canonici vedrete che gli unici passaggi che essi hanno in comune, nella stessaa posizione ed in maniera identica sono solo 3 arresto, processo e morte in croce, tutto il resto varia, da che la maggior parte degli studiosi ha evinto che questo dovesse essere il primo vero racconto riguardante gesu' il falegname, infatti non si capisce in altro modo, altrimenti, la non variazione dei passaggi rispetto al largo lasso di tempo intercorso tra la stesura di marco e quella di giovanni, ultima in ordine di tempo.(continua)