le parole son pietre

fine settimana


Sovente delimitava il senso di malinconia che presupponeva ai doveri settimanali in attesa. La domenica come giornata in cui l'ego si rifletteva e si riflette tutt'ora in pensieri marginali relativizzati a una spesa da fare, un frigo vuoto, la mia malattia che non decrementa; anzi. L'attesa del giorno successivo impostato su atti logici e tempistiche misurate a tempo.La solita sveglia, le abluzioni e la colazione ed infine un mezzo pubblico pieno di loro; facce che il giorno dopo sono sempre le stesse, non sono nemiche. Arrivano da un mondo diffome dal mio, ma sentono la stessa sveglia ed hanno la stessa mia necessità di raggiungere un posto, ove iniziare una giornata di onesto lavoro.Non cambia assolutamente nulla e non deve, poichè chi distribuisce acredine e conflitto deve subire la stessa sorte. Qui Dio non c'entra, il pane arriva dalle mani nostre e dalle nostre levatacce, indipendentemente se abbia nomi coloriti oppure non ne abbia.fine prima parte