sognando

Post N° 126


A SILVIA   - Giacomo LeopardiSilvia, rimembri ancoraQuel tempo della tua vita mortale,Quando beltà splendevaNegli occhi tuoi ridenti e fuggitivi,E tu, lieta e pensosa, il limitareDi gioventù salivi?Sonavan le quieteStanze, e le vie dintorno,Al tuo perpetuo canto,Allor che all'opre femminili intentaSedevi, assai contentaDi quel vago avvenir che in mente avevi.Era il maggio odoroso: e tu soleviCosì menare il giorno.Io gli studi leggiadriTalor lasciando e le sudate carte,Ove il tempo mio primoE di me si spendea la miglior parte,D'in su i veroni del paterno ostelloPorgea gli orecchi al suon della tua voce,Ed alla man veloceChe percorrea la faticosa tela.Mirava il ciel sereno,Le vie dorate e gli orti,E quinci il mar da lungi, e quindi il monte.Lingua mortal non diceQuel ch'io sentiva in seno.Che pensieri soavi,Che speranze, che cori, o Silvia mia!Quale allor ci appariaLa vita umana e il fato!Quando sovviemmi di cotanta speme,Un affetto mi premeAcerbo e sconsolato,E tornami a doler di mia sventura.O natura, o natura,Perchè non rendi poiQuel che prometti allor? perchè di tantoInganni i figli tuoi?Tu pria che l'erbe inaridisse il verno,Da chiuso morbo combattuta e vinta,Perivi, o tenerella. E non vedeviIl fior degli anni tuoi;Non ti molceva il coreLa dolce lode or delle negre chiome,Or degli sguardi innamorati e schivi;Nè teco le compagne ai dì festiviRagionavan d'amore.Anche peria fra pocoLa speranza mia dolce: agli anni mieiAnche negaro i fatiLa giovanezza. Ahi come,Come passata sei,Cara compagna dell'età mia nova,Mia lacrimata speme!Questo è quel mondo? questiI diletti, l'amor, l'opre, gli eventi         Onde cotanto ragionammo insieme?Questa la sorte dell'umane genti?All'apparir del veroTu, misera, cadesti: e con la manoLa fredda morte ed una tomba ignudaMostravi di lontano.