Creato da cinciarella10 il 13/10/2014

L'ODORE DELLA NOTTE

… la notte, secondo l’ora, cambia odore …

 

 

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Un evento annunciato …

Post n°294 pubblicato il 01 Febbraio 2015 da cinciarella10
 

 

 


Oltre i mille c'è il paese

Sergio Mattarella è diventato presidente della repubblica. Come annunciato, senza sorprese. Tranne qualche franco sostenitore tra le file berlusconiane, sempre più in ordine sparso.

Quei 665 voti (Napolitano ne aveva ricevuti 543) danno forza e slancio alla figura del nuovo Capo dello stato. Se dovessimo usare toni retorici dovremmo dire che fin in dai primi segnali di questa sua nuova vita politica, il neopresidente parla un'altra lingua. Mentre tutti lo cercavano inseguendo una Panda grigia - diventata ieri quasi un simbolo di normalità - Mattarella è comparso in tv, perfetto sconosciuto al popolo dei telespettatori, visibilmente emozionato per la sua prima apparizione pubblica da Presidente.

Accanto alla presidente della Camera, il Capo dello stato ha preso la parola per pochi attimi, a conferma della sua proverbiale riservatezza. Lo ha fatto per rivolgere «un pensiero innanzitutto e soprattutto alle speranze e difficoltà dei nostri concittadini», aggiungendo «questo può bastare». E in effetti nelle "speranze" e nelle "difficoltà" che vivono gli italiani in questi momenti di profonda crisi e di rapida mutazione politica del paese c'è l'istantanea e la sintesi dell'Italia degli "ultimi". Poi si è diretto per un omaggio alle Fosse Ardeatine, gesto simbolico, testimonianza di fedeltà e riconoscimento ai martiri della Resistenza e alla Costituzione che ne porta i segni.

Speranze e difficoltà delle persone normali, ma anche speranze e difficoltà di un mondo politico che con l'elezione di Mattarella (perfettamente pianificata nelle stanze del partito di maggioranza) ha dato e ricevuto uno scossone che probabilmente influirà su alleanze ed equilibri futuri. Perché l'elezione per il Quirinale sembra aver rimescolato le carte per un nuovo gioco politico. Tra vincitori e vinti, tra destra e sinistra.

Innanzitutto è evidente il risvolto che questa elezione avrà nel frastagliato mosaico della sinistra. A cominciare dal presidente-segretario del Pd, rafforzato nella leadership in quanto principale artefice dell'operazione-Quirinale. Abile nel far approvare subito la riforma elettorale, Renzi ha disarmato l'ex Cavaliere, ha messo in stand-by il patto del Nazareno, ha umiliato l'alleato di governo.

Nonostante la curiosa, e unica, circostanza di vedere un presidente del consiglio, nemmeno parlamentare, che "nomina" il Capo dello Stato, questa partita Renzi l'ha dunque giocata innanzitutto come segretario del Pd. Con un partito diviso e lacerato, in disaccordo su tutto (lavoro, riforme, democrazia interna) affrontare il voto dei mille grandi elettori sarebbe stato un doppio salto mortale senza rete. Oltretutto, uno come lui, sensibile agli umori dell'opinione pubblica, non era certo incoraggiato a tirare ancora la corda mentre i sondaggi registravano un calo costante di popolarità.

La scelta del nome di Mattarella è stata probabilmente obbligata. Innanzitutto dalla necessità di tenere insieme la "ditta" accettando una vera mediazione con il resto del partito. Eleggere il Capo dello Stato con Berlusconi avrebbe avvicinato il pericolo di una scissione.

A buon diritto la sinistra dei Bersani e dei Fassina può rivendicare il positivo risultato della sfida interna. Ma, contemporaneamente, quelli che stavano con un piede sull'uscio ora rientrano in casa e, al massimo, possono tenere la porta socchiusa.

Nulla cambia, invece, a sinistra del Pd perché, l'appoggio convinto di Vendola a Mattarella (anzi pare che non ne abbia proposto ufficialmente il nome per non bruciarlo), non modifica in questa area politica la convinzione che Renzi, nei contenuti del suo programma politico, continuerà a dirigere l'ammiraglia del Pd verso il centrodestra di Alfano e Berlusconi.

L'elezione di Sergio Mattarella non muta, non stravolge le politiche sul lavoro, non trasforma (anche se ieri Bersani cercava di spiegare il contrario) l'impianto della legge elettorale (pronta a essere approvata alla camera). Né cambierà la naturale sintonia con Berlusconi, costretto all'alleanza sulle riforme se vuole mantenere almeno il controllo sui "nominati" del prossimo, futuro gruppo parlamentare quando (molto in là sulla tabella di marcia) torneremo alle urne.

Certamente la forzatura che Renzi ha imposto ai "nazareni" di ogni ordine e grado, fino al plateale richiamo all'ordine del ministro Alfano, provocherà una navigazione governativa più difficile.

Ma i rapporti di forza, l'unica cosa che conta nella politica (renziana e non solo), sono gli stessi di cinque giorni fa. Anzi l'abile e lucida operazione-Quirinale (misurata, pesata, calibrata nelle alchimie riservate tra gruppi e correnti) rafforza la leadership del premier. Se fino a ieri ha tirato la corda del Pd, rischiando di spezzarla, ora tira quella del carro berlusconiano. Un gioco di briglie in cui ha dimostrato abilità e cinismo. Anche perché vincere non avendo rivali non è poi così difficile.

Comunque nelle prossime settimane vedremo che cosa cambierà, nelle scelte politico-istituzionali. Se il dualismo (Mattarella-Renzi) convivrà felicemente e vedremo se questa pax cattolica post-democristiana sarà in grado di rimettere in piedi il paese dalla drammatica situazione sociale in cui si trova.

Capiremo se le prime frasi pronunciate dal Presidente della Repubblica sono soltanto parole o diventeranno fatti. Perché la partita non si gioca tra i mille scesi in campo tra le mura del parlamento, ma tra i milioni di lavoratori e famiglie italiane che sono al collasso.

Norma Rangeri
Il Manifesto, Sabato 31 Gennaio 2015

 
 
 
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CINCIARELLE



 

I POETI LAVORANO DI NOTTE



I poeti lavorano di notte
quando il tempo
non urge su di loro,
quando tace il rumore della folla
e termina il linciaggio delle ore.
I poeti lavorano nel buio
come falchi notturni od usignoli
dal dolcissimo canto
e temono di offendere Iddio.
Ma i poeti, nel loro silenzio
fanno ben più rumore
di una dorata cupola di stelle.

Alda Merini, da "Destinati a morire"

 

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DANZA DELLE STREGHE


Le streghe non si vedono,
ma le streghe ci sono
Nel buio si radunano,
in riva a fiumi e laghi
Corrono senza un frullo,
volano senza un suono
Non le sentono gli uomini,
non le vedono i maghi.

Le streghe sono magiche,
le streghe sono donne
Incendiano le tenebre
con le risa e la danza
Fanno ruotar mantelli,
le favolose gonne
Finché dura la notte,
finché ne hanno abbastanza.

E gli umani le cercano,
le vogliono vedere
Curiosi delle favole,
stupiti delle grida.
E furtivi si accostano,
chini nelle ombre nere
Tremanti di paura,
ubriachi di sfida.

Ma le streghe li sentono,
corrono sulle sponde
Sopra le acque fuggono,
gioiose equilibriste
E per gli umani restano
i cerchi delle onde
Come gonne che ridono:
"Le hai viste? Non le hai viste?"

Bruno Tognolini
da Melevisione
Il libro nero di Strega Salamandra
Giunti Junior Editore

 

BIANCA TRA LE FOGLIE

 

RIMA DELLA RABBIA GIUSTA



Tu dici che la rabbia
che ha ragione
È rabbia giusta
e si chiama indignazione
Guardi il telegiornale
Ti arrabbi contro
tutta quella gente
Ma poi cambi canale
e non fai niente
Io la mia rabbia giusta
Voglio tenerla in cuore
Io voglio coltivarla
come un fiore
Vedere come cresce
Cosa ne esce
Cosa fiorisce
quando arriva la stagione
Vedere se diventa
indignazione
E se diventa,
voglio tenerla tesa
Come un'offesa
Come una brace
che resta accesa in fondo
E non cambia canale
Cambia il mondo

Bruno Tognolini
da "Rime di Rabbia", Salani Editore

 

FILASTROCCA LIBERA




Libero, libera, liberi tutti
Libero l'albero e libero il seme
Liberi i belli di essere brutti
Le volpi furbe di essere sceme
Il fiume libero d'essere mare
Il mare libero dall'orizzonte
Libero il vento se vuole soffiare
Liberi noi di sentircelo in fronte
Libero tu di essere te
Libero io di essere me
Liberi i piccoli di essere grandi
Liberi i fiori di essere frutti
Libero, libera, liberi tutti

Bruno Tognolini,
da Rima rimani, Salani 2002

 

SCONGIURO CONTRO IL NAZISMO FUTURO




Gli abbiamo detto
che la rabbia non è bene
Bisogna vincerla,
bisogna fare pace
Ma che essere cattivi
poi conviene
Più si grida, più si offende
e più si piace
Gli abbiamo detto
che bisogna andare a scuola
E che la scuola com'è
non serve a niente
Gli abbiamo detto
che la legge è una sola
Ma che le scappatoie sono tante
Gli abbiamo detto
che tutto è intorno a loro
La vita è adesso,
basta allungar la mano
Gli abbiamo detto
che non c'è più lavoro
E quella mano
la allungheranno invano
Gli abbiamo detto
che se hai un capo griffato
Puoi baciare 
maschi e femmine a piacere
Gli abbiamo detto
che se non sei sposato
Ci son diritti
di cui non puoi godere
Gli abbiamo detto
che l'aria è avvelenata
Perché tutti
vanno in macchina al lavoro
Ma che la società sarà salvata
Se compreranno
macchine anche loro
Gli abbiamo detto tutto,
hanno capito tutto
Che il nostro mondo è splendido
Che il loro mondo è brutto
Bene: non c'è bisogno di indovini
Per sapere che arriverà il futuro
Speriamo 
che la rabbia dei bambini
Non ci presenti
un conto troppo duro

Bruno Tognolini
da "Rime di Rabbia", Salani Editore
 

I PIEDI
---------------------------------

 

Salgono i piedi per la salita, 
passo per passo finché è finita.
Scendono i piedi per la discesa,
giù verso il basso
che il passo non pesa. 
Piedi leggeri, passi pesanti, 
lungo i sentieri
che portano avanti. 
Passi di marcia rivoluzionaria: 
testa per terra, piedi per aria. 

Bruno Tognolini
da "Rimelandia" 
Il giardino delle filastrocche
Mondadori Newmedia

 

DANZA ARABA

 

JAZZ

 

TEATRO



"Il mio scopo non è insegnarvi a recitare, il mio scopo è aiutarvi a creare un uomo vivo da voi stessi. Il materiale per crearlo dovete prenderlo da voi stessi, dalle vostre memorie emotive, dalle esperienze da voi vissute nella realtà, dai vostri desideri e impulsi, da elementi interni analoghi alle emozioni, ai desideri e ai vari elementi del personaggio che impersonate ... Imparate ad amare l'arte in voi stessi e non voi stesse nell'arte."

Konstantin Sergeyevich
Stanislavskij

 

CINEMA

"Il cinema è composto da due cose: uno schermo e delle sedie. Il segreto sta nel riempirle entrambe." Roberto Benigni

 

GENERALE



Generale,
il tuo carro armato
è una macchina potente.
Spiana un bosco
e sfracella cento uomini.
Ma ha un difetto:
Ha bisogno di un carrista.

Generale,
il tuo bombardiere è potente.
Vola più rapido d'una tempesta
e porta più di un elefante.
Ma ha un difetto:
Ha bisogno di un meccanico.

Generale,
l'uomo fa di tutto.
Può volare e può uccidere.
Ma ha un difetto:
può pensare.

Bertolt Brecht

 

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