L'ODORE DELLA NOTTE

Caro Renzi, tieniti pure l’elemosina: 80 voglia di reddito. Sabato saremo in piazza al fianco della Cgil


                     
80 euro in busta paga, 80 euro di bonus bebè, 80 euro in cambio di servizi che verranno tagliati o che costeranno di più nelle nostre tasche. Purtroppo, ancora una volta, dietro ai grandi annunci che si susseguono al ritmo di quelle riforme che dovevano caratterizzare la velocità di questo governo, non rimane molto. Se non la paura, la confusione e la rassegnazione di un Paese che nel frattempo e ormai da troppo tempo continua a vedersi sottratto il futuro. No, non possiamo rimanere inermi di fronte alle ennesime scelte che vengono compiute sulla nostra pelle. Perché di scelte si tratta, non di ineluttabilità degli eventi e del caso.Dunque, la scelta era se fare dell'Italia un paese moderno e felice, pensando a come rilanciare la nostra economia a partire da investimenti in qualità e innovazione dei nostri prodotti o dei nostri servizi, il turismo e la cultura in primis (il che presuppone diritti uguali per tutti, soprattutto nelle opportunità), oppure se fare dell'Italia una specie di terra depredata, in cui andare a pescare disperati da tenere buoni attraverso l'elemosina, e a cui far fare lavori poco specializzati e pochissimo pagati.In sintesi, si è scelto di competere sullo sfruttamento della forza lavoro e sulla ricattabilità di chi non può dire di no, facendo affidamento su una piccola ma influente sacca di molto ricchi che non vuole competere sul piano dell'innovazione per il Paese ma per arricchirsi sempre di più. Ecco, a loro noi oggi stiamo sacrificando tutto. A loro stiamo sacrificando il diritto a immaginare un futuro, ad avere un lavoro dignitoso, a formarci, a usufruire di servizi pubblici come trasporti, sanità, case, asili. Asili, perché una madre deve poter tornare a lavorare, e non restare a casa ad accudire il figlio per 80 euro. E se il lavoro non c'è, se non ci sono le buste paghe da 1.500 euro, non ci sono 80 euro e anche se ci fossero sarebbero appunto elemosina, perché in questo Paese ci sono 9 milioni di persone in povertà. Ci sono lavori in nero, lavori in cui sei sfruttato e sottopagato, e ci sono ricatti, miliardi di ricatti: o il lavoro o la vita, o il pane o la dignità, o lavori 12 ore al giorno o non arrivi a mettere insieme le spese per le bollette e per il cibo.
Dal momento che si parla di questo, quando si guardano slide colorate e si sentono battute "da piacione fiorentino", e dal momento che le voci critiche in questo paese sembrano sempre meno e forse sempre più silenziate, noi sabato saremo in piazza al fianco della Cgil. Nonostante pensiamo che anche il sindacato abbia bisogno di una profonda riforma al suo interno e che abbia commesso degli errori che oggi lo portano ad essere sul banco degli imputati al fianco della politica, siamo altre sì convinti che vada tutelata la sua funzione storica e tutto ciò che di giusto tante battaglie sindacali hanno portato. Il gap principale riguarda proprio la precarietà e i nuovi lavori, che spesso nemmeno la Cgil è stata in grado di intercettare, ma siamo convinti che in un momento come quello che stiamo attraversando sia importantissimo unire le forze per difendere le libertà messe pericolosamente in crisi. Saremo in piazza con le nostre parole d'ordine, prima fra tutte il reddito minimo garantito, unico strumento anti-ciclico per far ripartire l'economia, redistribuire ricchezze e liberare le persone.Sabato sarà una tappa, di un periodo di mobilitazione che ci vedrà impegnati, ma è una tappa importante per chi ancora crede che non sia tutto perduto. Abbiamo tanta voglia di sinistra, di quella che non si trasforma in destra quando governa.Maria Pia PizzolantePortavoce nazionale TILTL'Huffington Post, Giovedì 23 Ottobre 2014