Creato da cinciarella10 il 13/10/2014

L'ODORE DELLA NOTTE

… la notte, secondo l’ora, cambia odore …

 

 

E’ cambiata la Grecia, cambiamo l’Europa: Manifestazione nazionale sabato 14 febbraio a Roma

 

 


DALLA PARTE GIUSTA
E' cambiata la Grecia, cambiamo l'Europa
Manifestazione Nazionale Sabato 14 Febbraio a Roma

A Piazza Syntagma la Grecia torna in piazza per difendere le proprie scelte, la dignità dei popoli e la democrazia di tutta Europa.
Il ricatto della BCE al nuovo governo greco è un ricatto contro tutti noi.
Il momento è ora, per fare in tutta Europa come hanno fatto i greci: alzare la testa e non avere paura. Siamo tutti in gioco.
La Grecia
dimostra che una alternativa democratica e sociale alla austerità e al neoliberismo è possibile e può vincere.
Non siamo costretti a vivere strangolati nella trappola del debito e del pareggio di bilancio. Non sono obbligatorie le privatizzazioni, lo smantellamento dello stato sociale, la precarietà e la disoccupazione.
Le sole riforme efficaci sono quelle che fanno pagare i ricchi e non i poveri, che combattono la corruzione, l'evasione fiscale, la fuga dei capitali - come propone il nuovo governo greco.
I
 prossimi giorni e settimane saranno cruciali. Non possiamo lasciare i greci da soli a combattere. Facciamo la nostra parte. Il braccio di ferro fra la Grecia e la BCE è la prova di forza fra due idee di Europa - diamo forza alla parte giusta, insieme a tanti altri paesi del nostro continente.
Fermiamo i mercati, le banche, la Troika e i governi liberisti. La Grecia con il voto ha scelto la dignità, i diritti e la democrazia.  Anche noi.
Chiediamo a tutti e tutte uno sforzo straordinario di impegno e di attivismo per dare vita sabato 14 febbraio a una grande manifestazione nazionale a Roma, in connessione con le altre piazze europee e con la mobilitazione prevista ad Atene il 16 febbraio.
Ci rivolgiamo a tutto il mondo amplissimo che si è detto in questi giorni vicino a Tsipras e al popolo greco e a tutti coloro che hanno a cuore la democrazia, la dignità e una nuova Europa.
Decidere di fare una manifestazione nazionale in una settimana è una scelta impegnativa. Ma sentiamo che non si può fare diversamente.
C'è bisogno di un impegno straordinario perchè la manifestazione unitaria sia grande e all'altezza di una sfida cruciale, da cui dipende il futuro nostro e di ciò che abbiamo a cuore.

"Cambia la Grecia, cambia L'Europa" 
www.cambialagreciacambialeuropa.eu
Pubblicato da Rifondazione Comunista
Venerdì 06 Febbraio 2015

 
 
 

Tarantella

Post n°305 pubblicato il 10 Febbraio 2015 da cinciarella10
 

 

      

 
Filastrocca della Tarantella di Carnevale
da RaccontidiFata

C'era una volta il signor Arlecchino
che a tutti quanti faceva l'inchino
e se nessuno gli offriva il caffé
lui si girava e faceva pee pee.

E Pulcinella, che è un gran imbroglione,
si divertiva a fare il burlone;
scherzava sempre e faceva arrabbiare
chi non voleva per niente giocare.

Ecco con noi il signor Balanzone
che da tutti quanti pretende attenzione,
e se nessuno vuole ascoltare
resti con noi e si metta a cantare.

Ma la più bella e anche carina
fra tutti quanti è Colombina,
si veste bene ed è elegante,
usa un profumo troppo piccante.

Ma che cos'è, cosa non è,
è Carnevale
tralallallero tralallallé

 
 
 

… il nodo cominciò a sciogliersi …

Post n°304 pubblicato il 10 Febbraio 2015 da cinciarella10
 

 

  


Il nastro rosso

Bill fischiava una melodia jazz. "Stasera è la notte!" pensò. Camminava per Central Park per incontrare la sua bella ragazza,Sally.
C'era ancora neve sul terreno, ma Bill sentiva l'odore di primavera nell'aria, l'anello di fidanzamento tintinnava nella sua tasca: "Un matrimonio a giugno sarebbe perfetto."
Bill vide Sally che scendeva lungo la strada verso di lui e le corse incontro, la prese tra le braccia e la fece girare, lei urlò dalla gioia. Bill la fece sedere su una panchina del parco e si inginocchiò davanti a lei. "Sally",  disse: "tu sei la ragazza più bella che io abbia mai incontrato. Io ti amo e voglio che tu sia mia moglie. Mi vuoi sposare?"
Sally rise e disse: "Sì,  ti sposerò."
Mentre Bill guardava con amore la sua futura sposa, i suoi occhi indugiarono sul velluto rosso del nastro che Sally  portava sempre al collo.
"Perché porti sempre quel il nastro rosso?" Chiese Bill.
Sally disse: "Bill, non devi mai prendere il mio nastro rosso!"
Bill sorrise a Sally e lasciò perdere il nastro.
I due si sposarono in giugno, trovarono una bella casetta in un bel quartiere e si trasferirono. Bill comprò a Sally molti abiti eleganti ma lei con ogni vestito indossava sempre il suo nastro rosso, la cosa sembrava molto strana al marito, ma Sally sorrise e disse: "Non devo togliermi il nastro rosso."
Dopo alcuni anni, i due scoprirono di aspettare un bambino e la notizia li rese molto felici, parlarono con i loro amici che avevano già dei bambini e poi passarono tutta la notte a raccontarsi cosa avevano imparato da ognuno. 
Quando arrivò il grande giorno, Sally disse al marito, "Informa il medico che non devo togliermi il nastro rosso!"
L'uomo era frustrato, ma promise alla moglie che lo avrebbe detto al medico. Quando il bambino nacque, Bill portò dei fiori alla moglie. "Grazie per i fiori, Bill», disse Sally. "E grazie per aver detto al medico di non togliermi il nastro rosso."
Bill non capiva perché il nastro rosso era così importante.
"Vuoi tenere il piccolo Billy?" Chiese Sally.
Bill, Sally, e il piccolo Billy vissero felici per molti anni nella piccola, bella casa nel  bel quartiere.
Quando il piccolo Billy crebbe, a volte cercava di tirare il nastro rosso della mamma ma lei prendeva delicatamente le piccole mani tra le sue e gli diceva: "Mamma non deve mai, mai togliersi il nastro rosso!"
Il nastro rosso ossessionò Bill per lungo tempo, amava  Sally con tutto il suo cuore, ma non riusciva a capire il suo bisogno di indossare il nastro rosso.
Dopo molti anni ebbe un'idea. "Il nostro anniversario è in arrivo, le comprerò una bella collana e lei si toglierà quel nastro per indossarla!"
Il giorno dell'anniversario i due andarono in un ristorante di lusso con vista su Central Park e gustarono una deliziosa cena, poi Bill diede a Sally una scatola di velluto che conteneva una bella collana di diamanti. Lei aprì la scatola, sorrise, e le si riempirono di lacrime gli occhi. Il marito le mise la collana al collo e cominciò a toglierle il nastro rosso.
Sally lo fermò e disse, "Non devi mai prendere il mio nastro rosso!" Bill si appoggiò allo schienale del sedile con uno sbuffo.
Guardò Sally e scosse la testa. "Non riesco a capire", disse.
Sally dolcemente mise la collana di diamanti nella scatola di velluto e chiuse il coperchio. "E' bella, la terrò come un tesoro per sempre," disse "Ma non devo mai togliere il mio nastro rosso."
"Perché?" Chiese Bill, come aveva fatto per tanti anni.
Lei sorrise tristemente e scosse la testa, ma non gli rispose.
A tarda sera Bill era ancora sveglio. "Ho amato di Sally per più di venti anni. Ma lei insiste a indossare quell' orribile nastro rosso intorno al collo. Penso che sia giunto il momento di scoprire il perché." Si alzò dal letto e si fermò accanto alla moglie che dormiva e cominciò a tirare lentamente il nastro, il fiocco cominciò a sciogliersi e il nodo si allargò, l'uomo fece scivolare il dito sotto il nodo e tirò.
ZIP! Il nastro rosso era stato tolto.
POP! La testa di Sally si staccò, rotolò a destra sul pavimento, rimbalzando al chiaro di luna!
Una grossa lacrima cadde dall'occhio di Sally.
"Ti avevo avvertito!" disse.

da RaccontidiFata

 
 
 

Noi siamo con la Grecia e l’Europa

 

 


Noi siamo con la Grecia e l'Europa. Appello internazionale di economisti e accademici

 

Trecento economisti e accademici provenienti da tutti i continenti, da James Galbraith a  Stephany Griffith-Jones, da Jacques Sapir a Dominique Meda, invitano i governi europei e le istituzioni internazionali a "rispettare la decisione del popolo greco"

Chiediamo ai governi d'Europa, alla Commissione europea, alla Banca centrale europea e al Fondo monetario internazionale di rispettare la decisione del popolo greco di scegliere una nuova via e di avviare trattative in buona fede con il nuovo governo greco per risolvere il problema del debito.

Il governo greco ha ragione nel sostenere che un importante cambiamento è necessario perché le politiche attuate finora sono un fiasco completo. Non hanno portato né alla ripresa economica, né alla stabilità finanziaria, non hanno creato  né posti di lavoro, né investimenti diretti esteri. Hanno danneggiato la società greca e indebolito le sue istituzioni.

L'approccio seguito è stato semplicemente nefasto, non ha permesso alcun progresso, mentre dovremmo difenderne la possibilità. Chiediamo ai partner europei di riconoscere questa realtà che è all'origine dell'elezione del nuovo governo greco.

La Grecia ha bisogno di misure immediate umanitarie, di un salario minimo più elevato, della creazione di posti di lavoro, investimenti e misure per ripristinare e migliorare i servizi di base come la sanità e l'istruzione. Ha bisogno di avere un sistema fiscale più robusto e progressivo, che si basi meno sull'IVA e sia maggiormente in grado di tassare i redditi e la ricchezza. Il nuovo governo deve anche combattere, punire e sradicare la corruzione. Per realizzare queste politiche e dare loro il tempo di dimostrare la loro efficacia, i margini di bilancio sono necessari. Nel frattempo, il Paese ha bisogno del rifinanziamento della Banca centrale europea per stabilizzare il suo sistema bancario. Chiediamo alle autorità europee e dei governi di dare alla Grecia i margini di bilancio e garantire questo rifinanziamento.

Il governo greco ha il diritto di esigere la cancellazione del suo debito in un confronto diretto con i partner europei. Questo debito è insostenibile e non sarà mai ripagato, qualunque esso sia.  Non vi è alcuna perdita economica per gli altri paesi e i loro contribuenti. Invece, un nuovo inizio per la Grecia permetterà di stimolare l'attività, incrementare il fatturato e creare posti di lavoro e, quindi, beneficerà anche i paesi vicini. Esortiamo i creditori della Grecia a cogliere questa opportunità ed esporre chiaramente e onestamente questi fatti alla gente.

Ciò che è in gioco non è solo il destino della Grecia, ma il futuro di tutta l'Europa. Una politica di minacce, ultimatum, ostinazione e ricatto significa per tutti il fallimento morale, politico ed economico del progetto europeo. Esortiamo i leader europei a rifiutare e condannare ogni tentativo di intimidazione e coercizione del governo e del popolo della Grecia.

Al contrario, il successo della Grecia può indicare un percorso verso la prosperità e la stabilità in Europa. Esso consentirebbe un rinnovamento della democrazia e aprirebbe il gioco elettorale ad altri cambiamenti positivi. Noi siamo con la Grecia e l'Europa, per la democrazia e il cambiamento. I leader europei devono riconoscere la scelta democratica fondamentale fatta dal popolo greco in circostanze estremamente difficili, fare una valutazione realistica della situazione e impegnarsi senza indugio sulla strada di un negoziato ragionevole.

Pubblicato da Rifondazione Comunista
Venerdì 06 Febbraio 2015

 
 
 

Un altro giorno … a casa …

Post n°302 pubblicato il 10 Febbraio 2015 da cinciarella10
 

 
 
 

Racconti e … racconti …

Post n°301 pubblicato il 09 Febbraio 2015 da cinciarella10
 

 

 


Paura al cimitero
di Roberto Piumini

La faccenda era cominciata una sera prima.
«Che cosa c'è di notte nei cimiteri, Tommy?» mi aveva chiesto la mia piccola sorella.
«Quello che c'è di giorno, Bess».
«Cioè le tombe, le croci...».
«Certo. E forse qualche coniglio selvatico».
Il cimitero di Courtplace era a mezzo miglio fuori dal villaggio, sul crinale allungato di una collinetta, ad Ovest. Non era altro che un terreno mal recintato, con un cancelletto di legno che, anche chiuso, non avrebbe impedito a nessuno di entrare. All'interno, un po' più alte e fitte che altrove, crescevano erbe spinose. Le croci delle tombe, inclinate in ogni direzione, sembravano alberi maestri di una flotta naufragata in una tempesta polare, ghiacciata per l'eternità. Più che un posto triste o spaventoso, il camposanto di Courtplace era un postaccio.
«Ci sono gli spiriti, nel cimitero, Tom?» aveva chiesto Bess il giorno dopo.
«No, Bessy, non ci sono».
«Nemmeno quelli buoni?».
«Né al cimitero, né in altri posti».
«Come fai a dirlo?».
«Lo dico perché sono ragionevole».
«Al, e Florence, e la signorina Claridge, e anche Cindy Fraser, dicono che gli spiriti ci sono. La signorina Claridge li ha visti». 
«Frottole. Non li ha visti: nessuno li ha visti. Sono storie di fifoni, per i fifoni; storie di quelli che vogliono spaventare i fifoni. Nessuno va a vedere spiriti al camposanto, ma c'è sempre qualcuno che dice che ci sono, o qualcun altro che li ha visti».
«Tu sei mai andato a vedere se non ci sono, Tom?».
«Che idea! Se ti dicono che in fondo al mare ci sono asini rossi con la testa di fata, tu vai a vedere?».
«Se potessi sì. Mi piacerebbe almeno vedere il mare... però in fondo al mare non si può andarci, ma al cimitero sì».
«Insomma, Bessy: ti dico che non ci sono. Il cimitero di notte, è soltanto un brutto posto, triste e deserto, e...».
«Sai, Tom, io a questa faccenda degli spiriti, mica ci credo, però non del tutto... Se lo dicesse solo Cindy Fraser, che ci sono gli i spiriti, non ci crederei per niente, perché quella è un'oca: ma lo dicono anche Al e sua sorella, che sono tipi ragionevoli come te, e anche dei grandi, come la signora Claridge, che fa dei biscotti così buoni, che mi sembra impossibile che sia pazza...».
«Ma il reverendo Preston, che pur senza biscotti è la persona più saggia che conosciamo, dice che gli spiriti non ci sono, Bess. Le persone intelligenti dicono che non ci sono: questo è un segno».
«Sì, però la signora Claridge li ha visti. Insomma Tommy, finché io non posso vedere che non ci sono davvero, ci crederò sempre un pochino».
«Cioè sarai un pochino sciocca, Bessy?».
«Perché non andiamo a vedere che non ci sono, Tom?».
Io risposi qualcosa, sperando che dimenticasse quell'idea: ma alcuni giorni dopo eravamo al villaggio con papà, dato che questo accadeva quattro anni fa. Lui stava ad una riunione degli agricoltori, nel magazzino di Sam, perché dovevano discutere di leggi e di terreni. Io e Bess avevamo chiesto di andare con lui, e anche mamma era venuta a passare un paio di ore con Francis Delaney, una vecchia amica, chiacchierando e ricamando tovaglie bianche.
Finiva il tramonto, e io e Bess eravamo sulla strada, a giocare. Quando fu buio, lei disse: «Andiamo al cimitero Tommy? In venti minuti ci arriviamo».
«Mamma non vuole» io risposi.
«Mica glielo diciamo. Prima di un'ora e mezza, non si ricorda di noi: ci vuole almeno un'ora e mezza perché lei e la signora Delaney finiscano di scambiarsi informazioni. E papà non uscirà dal magazzino prima delle undici... Se andiamo svelti torniamo in meno di un'ora. Venti minuti andare, venti tornare, più un'occhiatina. Mamma mica ci ha detto di non allontanarci...».
Sentii la sfida, e l'accettai. Dopotutto, la strada per il cimitero era abbastanza lunga perché Bess cambiasse idea. Mi prese per mano, come per farsi guidare.
«Sai, Tommy... Ho chiesto di nuovo ad Al» quasi bisbigliò camminando. «Dice che esistono senz'altro: ma non è detto che si facciano vedere da tutti. Pare che, se uno non ci crede veramente, come te, non si fanno vedere per ripicca».
La cosa mi faceva piacere, ma non del tutto.
«Bella scusa» dissi masticando una paglia dolciastra che avevo raccolto lungo la strada. «E così gli spiriti si fanno vedere solo da quelli che ci credono, eh?».
«Così tu non li vedrai, e io semmai solo un pochino»

La sua mano piccola stringeva la mia. Eravamo già oltre le ultime case di Courtplace, e un vento fresco veniva giù dalla collina, proprio dalla direzione del cimitero. Comunque c'era la luna. Proseguivamo in silenzio. Bess aveva un passo deciso. Ad un centinaio di metri dal cimitero sentimmo un grido sospeso nell'aria, a sinistra.
«Cos'è, Tom?».
«Una civetta, Bessy; come quella che sta sull'albero dietro casa Non la senti mai di notte?».
«Però quella ha un suono diverso».
«Come la gente che canta in chiesa... mica tutti hanno la stessa voce, Bessy. Ma ci vuoi ancora andare là dentro? Magari è proibito. Io credo che il reverendo Preston non approverebbe le visite segrete al cimitero».
«Ma che male c'è, Tom? E poi, mica ci vede».
Ci avvicinammo, rallentando solo un poco. Il cancelletto di legno, scardinato e storto, ci apparve alla luce della luna.
«Ma gli spiriti, se ci sono, come sono?» disse Bess.
«Non ci sono, e basta» risposi, irritato.
«Ma se ci fossero, come sarebbero?».
«Chiedilo ad Al, o a Cindy, o alla vecchia Claridge: sono loro i grandi esperti di spiriti. La signora Claridge li ha visti, no? Non ti ha detto come sono?».
«No, dice solo: - Oh, sì, sì, misericordia: li ho visti! - e mette le mani davanti alla bocca, come se fosse maleducato parlarne».
Ci fermammo a tre metri dal cancelletto, in silenzio. Io sentivo la mano di Bessy che scottava.
«Pensi che farebbero un certo rumore di respiro, Tom?».
«Non lo so, perché?».
«Perché io sento un rumore così».
Mossi la testa incredulo, e sentii un respiro lungo e roco venire dall'interno del cimitero.
«Sarà un gatto» dissi, e riempii d'aria il petto, come per prepararmi a soffiare via tutti i gatti e i cimiteri del mondo.
«Andiamo, Tom?».
«Dove?».
«Dentro».
«Se è una gatta coi piccoli, può graffiare».
«Non ho paura dei gatti, Tom».
«Certo Bess. Nemmeno io». Spinsi il cancelletto di legno, che tremava. Il soffio continuò.
«Se era un gatto, ci sentiva» disse Bess. «Allora gli spiriti dormono e russano: questo Al non lo sapeva».
La guardai. Era pallidissima, nella luce della luna.
Poi soffiò: «Possiamo andare, Tom. Non voglio più vederli: mi basta sapere che dormono».
«Bess, se andiamo via, tu ci crederai per sempre» dissi io, sempre con il cancelletto tremante nella mano.
«Non so, magari non ci credo, Tom. Andiamo dalla mamma».
Respirai a fondo un'altra volta: passai la lingua sulle labbra.
«Aspetta qui, Bessy: vado io».
Lasciai la sua piccola mano; e mi sembrò di lasciare il mondo. Con quattro passi violenti andai verso il punto da dove veniva il rumore. C'era una bassa tettoia sgangherata: l'unica costruzione del cimitero. Lì sotto qualcuno russava e fischiava: troppo forte per essere un gatto di dimensioni regolari. Sentivo i capelli tirare tutti insieme sulla testa, come quando mamma, a casa, me li passava con la spazzola, una volta alla settimana, prima di andare in chiesa.
«Tommy!» sentii sussurrare al cancello «Vieni fuori per favore!».
Comunque, c'era la luna. Feci un passo avanti, e guardai. Poi tornai indietro con calma, respirando. Arrivai al cancello. Bess era ancora là, piccola come mai mi era sembrata.
«E' Cliff Perkins, Bess» io dissi. «È là che dorme, ubriaco».
«Cliff Perkins?».
«Vuoi vederlo?».
«No, ti credo, Tom».
«Dammi la mano: non si sveglia, sta sicura».
La accompagnai, nella luce di luna, a guardare la scarpe fangose, e la bottiglia di acquavite vuota, e la forma sguaiata del corpo, e a sentirne l'odore violento. Poi, in silenzio, uscimmo dal camposanto e ci incamminammo verso il villaggio. Bess andava accanto a me, e mi stringeva la mano.
«Sei parecchio coraggioso, tu» disse, voltandosi a guardarmi.
«Che ci vuole, Bessy».
Lei staccò la mano e allungò il passo. «Sbrigati» disse.
«Vai avanti, se vuoi» dissi.
«Io vengo piano. Si vedono le luci ormai».
«Ma perché non vuoi correre, Tom?».
«Mi sono fatto un po' male al piede, là dentro, su una tomba...».
«Ti fa molto male?».
«No, poco».
Lei si voltò a guardare le case.
«Beh, ti aspetto giù davanti al fabbro» disse, e corse via sotto la luna.
Io ero felice, respiravo, scendevo lento. Si cammina male con i calzoni bagnati.

 
 
 

Solidarietà alla Grecia

 

 


La Grecia ha urgente bisogno della nostra solidarietà

Appello di Pierre Laurent, presidente del Partito della Sinistra Europea

I prossimi giorni sono cruciali. Il nuovo governo di Alexis Tsipras ha intrapreso dei negoziati per attuare il mandato popolare. Applicando il suo programma di recupero economico e democratico, Syriza può riuscire a cambiare la Grecia e, insieme a noi, cambiare le regole dell'Europa per poter uscire dall'austerità. La troika, Angela Merkel, i liberali e i poteri finanziari lo sanno. Vogliono azzerare questa possibilità.

Per questo la Banca Centrale Europea ha deciso di cambiare il sistema di garanzie sui prestiti nelle banche greche. Stanno cercando di creare il panico. Questa brutalità, di fronte alla buona volontà e agli sforzi di mediazione intrapresi dal governo Tsipras, è un attacco contro tutti i popoli europei e contro la democrazia. Mostra a che quale livello si svolgerà lo scontro che è stato lanciato.

Dobbiamo essere al fianco del governo greco. I cittadini europei devono fare pressione sui loro governi perché rispettino il voto dei greci, perché cambino le regole imposte dalla BCE e dalla troika e lascino respirare la Grecia. A Syriza deve essere lasciato il tempo che serve per riavviare lo sviluppo del paese su nuove basi, invece di soffocarlo. Questa è la nostra lotta comune. Tutte le nazioni europee devono uscire dall'austerità e agire per soluzioni europee basate sulla solidarietà.

Faccio appello a tutte le forze che rifiutano l'austerità e il ricatto del debito perché si amplifichi la pressione popolare nei vari paesi dell'UE sui rispettivi governi, sulle banche centrale e sulla BCE, moltiplicando le azioni di solidarietà in tutta Europa l'11 Gennaio, il giorno dell'incontro straordinario dell'Eurogruppo. La mobilitazione deve continuare per tutta la settimana dall'11 al 17 Febbraio, durante il Consiglio Europeo del 12 e 13 Febbraio e arrivare fino all'Eurogruppo del 17 Febbraio.

Pierre Laurent, Presidente del Partito della Sinistra Europea
Bruxelles, 6 Febbraio 2015

Pubblicato da Rifondazione Comunista
Sabato 07 Febbraio 2015

 
 
 

La mia passione sconfinata

 

 


Amore per il teatro? Tanto. Una passione sconfinata. L'amore per il teatro non conosce impedimenti: il teatro è forma di conoscenza e riflessione. Il teatro non può, non deve fermarsi, mai. Il teatro è una forma di espressione artistica di alto valore. Il teatro è vita. Il teatro è un luogo magico, e come diceva Aristotele elaborando la teoria della "catarsi", permette di vedere rappresentate le proprie emozioni e liberarsi di queste, se sono negative, o esaltarle, se positive.
Ci sono poche cose al mondo magiche come quella di calcare un palcoscenico. Il palcoscenico è un luogo davvero suggestivo e magico, dove possiamo essere ciò che vogliamo e che ci viene chiesto dalle varie rappresentazioni. Possiamo dare sfogo a tutte quelle che sono le nostre fantasie e le nostre abilità.
Il teatro è una delle espressioni artistiche più apprezzate nel corso della storia. La sua fama deriva sia dall'impatto visivo che creano le sceneggiature nello spettatore ma anche e soprattutto dalla bravura degli attori che trovandosi in diretta davanti al loro pubblico non possono permettersi di compiere neppure il minimo errore durante la recitazione.
Essere attori non è semplice, richiede tanto studio, fatica anche fisica, enorme lavoro su se stessi. Ma, premessa fondamentale, che si sia attori emergenti perché si è già calcato la scena o girato un film ma ancora poco conosciuti, o che si sia attori emergenti nel senso che si aspira a diventarlo, c'è una cosa che si deve sempre tenere a mente: l'umiltà. In questo campo non si è mai arrivati, e i grandi attori conosciuti a livello mondiale sono proprio quelli che svolgono il proprio mestiere con rispetto ed impegno. Ci sono tante meteore che credono di essere divenute celebrità e che vengono dimenticate in fretta!
Recitare è una delle esperienze più toccanti e profonde che si possano fare. Esiste infatti anche una "teatroterapia", che serve proprio a tirare fuori le proprie dinamiche interne calandosi nei "panni dell'altro".
Sia che si debba interpretare un ruolo drammatico, che una semplice particina, l'approccio da seguire è sempre lo stesso: empatizzare. Questo vuol dire che si deve provare ad immaginare cosa possa aver provato il protagonista del copione o del romanzo che si andrà ad interpretare. E' molto difficile e senza dubbio sterile impersonare un ruolo drammatico, per esempio,  mettendo in atto solo ed esclusivamente la tecnica. Si potranno assumere le espressioni più toccanti, lacrimare (esistono trucchi per farlo), ma se non si sente davvero dentro di noi l'empatia, semplicemente non funzionerà.
Secondo un orientamento molto diffuso il metodo Stanislavskij è la tecnica privilegiata per eseguire un ruolo alla perfezione. Il metodo, che nasce agli inizi del 1900, è anche definito psicotecnica, perché presuppone che l'attore scavi dentro di sé alla ricerca di quelle emozioni nascoste che possono aiutarlo a ricreare lo stato d'animo adeguato.
Il metodo Stanislavskij prende il nome dal noto teorico teatrale russo che dapprima lo concepì, e poi lo mise in pratica insegnandolo agli allievi della sua accademia. Ad oggi, esso viene considerato uno tra i metodi recitativi più efficaci, ed è sicuramente il più diffuso al mondo. Analizzando quali sono i princìpi essenziali che lo caratterizzano, si possono scoprire quali sono i "segreti" per recitare con il metodo Stanislavskij.
Prima di approcciare il metodo, è necessario che l'attore esegua per un lungo periodo di tempo due fondamentali esercizi su se stesso: la personificazione e la reviviscenza.
La personificazione avviene partendo dal rilassamento muscolare, al fine di eliminare tutte le resistenze fisiche che limiterebbero i movimenti dell'attore, e prosegue con lo studio dell'impostazione di voce più adeguata, dell'espressività fisica e facciale che cambia a seconda del ruolo che si interpreta, e soprattutto della concentrazione utile ad isolarsi dal mondo esterno e a non lasciarsi distrarre da nulla.
La reviviscenza è invece la lettura accurata del testo da interpretare, a cui seguono una divisione in sezioni (che possono essere fatte secondo un criterio temporale oppure logico, di importanza delle scene e degli enunciati) e l'identificazione del giusto tempo ritmo, ovvero della scorrevolezza di un determinato atto.
Ciò che fa di un attore un vero professionista è, secondo Stanislavskij, il concetto di verità, ergo il recitare non bene o male, ma piuttosto in maniera verosimile, credibile, quasi indistinguibile dalla vita reale. Gli strumenti utili ad ottenere la padronanza di questa verità sono le "circostanze date" e il "magico se".
Le "circostanze date" sono tutto ciò che ruota attorno al personaggio che si andrà ad interpretare: la sua collocazione temporale, quella geografia, il contesto socio-culturale in cui egli vive, la sua vita sentimentale e quella sociale. In parole povere il contorno, fondamentale per calarsi davvero nella parte.
Il "magico se" è il punto interrogativo, la domanda che ci si deve porre in continuazione: "Se io fossi lui davvero, come agirei?" Bisogna infatti cercare di personificarsi in maniera talmente profonda da credere quasi di essere davvero il personaggio, patire le sue stesse sofferenze e gioire alla medesima maniera.
Parlando di personificazione, di concetto di verità, di tutto ciò che in pratica riguarda il calarsi intensamente in un personaggio, quasi al punto di confondersi con esso, esiste un altro fondamentale esercizio che agevola questo metodo: il ricorrere alla memoria emotiva.  Per memoria emotiva, si intendono i ricordi che appartengono all'attore in carne ed ossa: egli dovrà attingere dalle sue reali memorie e trarne spunto per poter interpretare la parte.  Ad esempio, se il personaggio del testo è un uomo a cui è morta una persona cara, l'attore dovrà scavare a fondo nella sua mente alla ricerca di un evento simile realmente accaduto, per poter riuscire a provare delle emozioni che siano reali, concrete, assimilabili al succitato concetto di verità assoluta. Secondo il metodo, ad esempio, se si immagina di dover interpretare la parte di un protagonista che ha subito una perdita, si possono mettere in atto due strade, si devono eseguire due passaggi fondamentali. Innanzitutto lavorare sul corpo, rilassandolo a livello muscolare e poi adeguando la voce, la parlata, la cadenza e soprattutto l'atteggiamento al protagonista scelto. Non si può, infatti, impersonare un soggetto di un ceto sociale elevato, se non si lavora sul modo di parlare e di muoversi. Si sarebbe semplicemente non credibili.  Poi si deve immaginare. Due sono le alternative: o attingere da una reale esperienza di perdita che si è subita nella propria vita, oppure attingere da un'altra esperienza (non necessariamente di perdita ma magari di grande dolore) che ci possa far sentire affranti nello stesso modo.  L'unico modo per essere credibili è arrivare al centro delle proprie emozioni più vere, altrimenti la finzione si vedrà. Immaginare una situazione della propria vita che ci ha provocato molto dolore.  Ricordare quello che si pensava, lo sconforto, la depressione conseguente, immaginando in maniera vivida nella propria mente esattamente quello che si sentiva. Non bisogna temere di soffrire, perché questo lavoro servirà a se stessi per primi. E soprattutto renderà in scena o davanti alla macchina da presa le emozioni credibili. A proposito della credibilità, un consiglio importante è quello di calarsi nella possibile realtà (per quanto fattibile) del personaggio. Se si immagina di dover interpretare la parte di un soggetto non vedente,  non si può avere idea di quello che lui prova, se non lo si prova in prima persona. Bisogna calarsi nei suoi panni, ad esempio bendandosi gli occhi e provando a vivere la sua realtà per qualche giorno. Diventerà anche la propria e si reciterà la parte nel migliore dei modi.. 
Non dimenticare mai: bisogna sempre cercare di mettersi nelle stesse condizioni del personaggio. Se ad esempio si impersona una individuo che ha una paralisi alla gamba, si proverà a legarsi una gamba per sentirsi esattamente come lui.
Tutto questo in ogni caso, non vuol dire che si debba dimenticare la tecnica. Una cosa molto importante da tenere a mente, per esempio, è la dizione. Si deve continuare costantemente (almeno fino a che non ci si sentirà sicuri) a prendere lezioni di dizione. Sapersi esprimere in italiano corretto e soprattutto ben pronunciato, è fondamentale. Non si creda che una parlata dialettale faccia (come si dice) "simpatia". Questo poteva essere vero per mostri sacri come Totò o Anna Magnani, ma è meglio essere il più versatili possibile, altrimenti ci si potrebbe ritrovare a interpretare sempre gli stessi ruoli da "macchietta".
E' importante, poi, avere sempre una visione d'insieme, quando si lavora con i colleghi, studiare bene il copione e non concentrarsi solo ed esclusivamente sulle proprie battute. Bisogna conoscere anche le parti degli altri attori per dare credibilità al proprio personaggio. Inoltre è una questione di rispetto per il lavoro degli altri. Non si sta timbrando un cartellino, ma dando vita ad un personaggio che vive grazie a noi! Fondamentale anche è allenare il corpo. Il proprio corpo è lo strumento per eccellenza da usare in questo mestiere. E' con il proprio corpo che ci si esprime. Uno dei maggiori errori che si fanno in questo settore, è credere che si debba essere magri e perfetti oppure, al contrario, che non sia importante prendersi cura del proprio corpo. La mimica, la gestualità, il modo in cui ci si muove nello spazio, la postura, il fatto che si sia appesantiti se si interpreta, ad esempio, un personaggio con problemi d'alcool o che si sia molto magri nel caso si interpreti una donna con problemi alimentari, contribuisce a fare la differenza tra un attore e un bravo attore.Essere attori è un mestiere di grande fatica, di grande sacrificio, di grande studio, di straordinaria ricerca in se stessi, ma ripagato da grandi soddisfazioni. Qualcuno disse che il proprio mestiere è quello che si fa senza fatica, io credo che intendesse dire che se questa fatica non ci pesa affatto, che se si sentono di più le soddisfazioni, allora si è fatti per questo mestiere. Se recitare è una grande passione, se recitare dà una soddisfazione più grande della fatica, allora non bisogna demordere, non bisogna farsi scoraggiare da nessuno ... e poi ... applausi!

 
 
 

Sono tornata, buongiorno!

Post n°298 pubblicato il 08 Febbraio 2015 da cinciarella10
 

 

 
 
 

Omaggio a Monica

Post n°297 pubblicato il 05 Febbraio 2015 da cinciarella10
 

 

 


Morta l'attrice Monica Scattini

Figlia del regista Luigi Scattini, aveva 59 anni. Era malata da tempo. Aveva lavorato con grandi registi: da Ettore Scola a Mario Monicelli

È morta in un ospedale romano, dopo una lunga malattia, l'attrice Monica Scattini. Figlia del regista Luigi Scattini, aveva 59 anni. Nella sua carriera tanto cinema e tv.Moltissime le commedie in cu spesso interpretava la tipica toscana benestante.
Aveva lavorato con grandi registi, da Ettore Scola («La famiglia») a Mario Monicelli («Parenti serpenti»). Nel 1983 aveva vinto con «Lontano da dove», di Stefania Casini e Francesca Marciano, il Nastro d'Argento come migliore attrice. Mentre nel 1994 ha vinto il David di Donatello , come migliore attrice non protagonista per il film di Simona Izzo, «Maniaci sentimentali».
D
agli anni Novanta, al cinema lavorava prevalentemente in commedie, dirette, tra gli altri, da Carlo Vanzina, Cristian De Sica, Alessandro Haber. Importante anche la sua carriera in tv con varie fiction, tra cui «Lo zio d'America» , «Elisa di Rivombrosa» e «Un ciclone in famiglia».

Redazione Corrire Ondine

Monica Scattini, elogio dell'imperfezione

Una lunga carriera tra cinema e televisione. Romana, figlia del regista Luigi, torinese, è diventata famosa nei ruoli di «toscana benestante». È stata diretta dai maggiori registi

ROMA - Curioso destino per un'attrice romana, con casa a Trastevere, figlia di Luigi un regista e sceneggiatore torinese, che nell'immaginario degli spettatori di innumerevoli film e fiction italiane è stata identificata come la «signora toscana benestante». Eppure questo è stato il destino artistico di Monica Scattini, morta dopo una lunga malattia il 4 febbraio, a soli 59 anni. «Come mai parlo così bene il toscano? Perché la mia mamma Dianella e mia nonna, sono nate a Firenze e mio nonno è di Prato» aveva rivelato in una intervista. Mauro Bolognini, che la fece esordire nel 1974 con «Fatti di gente perbene», Mario Monicelli di «Parenti serpenti», Ettore Scola con «Ballando ballando», Dino Risi con «Tolgo il disturbo», fino a Francis Ford Coppola con «Un sogno lungo un giorno» e Rob Marshall (che la volle in una piccola parte in «Nine», il musical ispirato a «Otto e 1/2» di Federico Fellini) sono stati solo alcuni dei registi che hanno valorizzato energia e capacità di un «carattere» che ha saputo coniugare i toni della commedia.

Una vita per lo spettacolo

«Ho sempre voluto fare l'attrice, fin da quando, bambina, andavo sui set dei film di mio padre» ha sempre ripetuto. «Mio papà non voleva, perché sapeva quanto si soffre e quanto si deve lavorare per fare questo mestiere e quindi cercava di farmi fare altre cose. Alla fine, ho studiato e ho fatto quello che volevo io». E studiare per lei ha voluto dire vivere per sette anni in America dove ha studiato alla scuola di Lee Strasberg . «Per mantenermi - raccontava - ho fatto la cameriera, la modella e collaboravo anche con Rai Corporation per alcuni programmi per gli italiani in America».

I premi di una lunga carriera

Per questo i due premi che hanno voluto riconoscere questa qualità l'hanno vista primeggiare come «attrice non protagonista». Nel 1984 il Nastro d'argento per il film «Lontano da dove» di Stefania Casini e Francesca Marciano e dieci anni dopo , nel 1994, il David di Donatello per «Maniaci sentimentali» di Simona Izzo. Molto apprezzata da Ettore Scola che la dirige due volte: il musicale Ballando ballando (1983), dove interpreta (sola attrice italiana in tutto il gruppo di attori) una giovane amante della danza (un po' miope) che sta seduta per tutto il tempo in una sala da ballo senza che nessuno la inviti, e La famiglia (1986) dove interpreta la zia Ornella. Ma forse uno dei suoi ruoli più riusciti è quello che Mario Monicelli le affida in Parenti serpenti (1992), nei panni della figlia di Paolo Panelli e di Pia Velsi. Mentre Carlo Vanzina la vuole nel suo «Vacanze di Natale 2000». La sua ultima partecipazione cinematografica è stata nel film del 2014 di Giovanni Veronesi «Una donna per amica» con Fabio De Luigi e Laetitia Casta.

Un volto per la televisione

Monica Scattini viene scelta presto per le fiction televisive dove si ritaglia uno spazio importante in «Da cosa nasce cosa» (1998), «Lo zio d'America» (2002) e Un papà quasi perfetto (2003), «Un ciclone in famiglia» (2005). Aveva cominciato nel 1987 recitando nella miniserie Facciaffittasi con Vittorio Caprioli e in una delle prime sit come italiane «Zanzibar» di Marco Mattolini su Italia1, e con un piccolo ruolo nella miniserie Marie Curie (1991). Un impegno passato per «Elisa di Rivombrosa» nel 2005 e concluso con la miniserie tv «Notte prima degli esami» nel 2011.

Elogio dell'imperfezione

Un carattere e non solo davanti alla telecamera. Nel 2006, intervistata da Emilia Costantini per il Corriere della Sera, si scagliò contro le «bellone», con un appassionato «elogio dell'imperfezione»: «Basta con le bellone gonfiate al silicone, con i nasi rifatti, gli zigomi bombati, le palpebre tirate! Basta con le bambolone plasticate. Evviva le femmine normali!». Con ironia, simpatia e soprattutto senza invidia.

L'ultimo saluto

I funerali di Monica Scattini si svolgeranno sabato 7 febbraio alle 12.30 nella Basilica di Santa Maria in Trastevere.

Paolo Fallai
Corriere della sera, Giovedì 05 Febbrario 2015

 
 
 

CINCIARELLE



 

I POETI LAVORANO DI NOTTE



I poeti lavorano di notte
quando il tempo
non urge su di loro,
quando tace il rumore della folla
e termina il linciaggio delle ore.
I poeti lavorano nel buio
come falchi notturni od usignoli
dal dolcissimo canto
e temono di offendere Iddio.
Ma i poeti, nel loro silenzio
fanno ben più rumore
di una dorata cupola di stelle.

Alda Merini, da "Destinati a morire"

 

AREA PERSONALE

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Aprile 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30          
 
 
Citazioni nei Blog Amici: 6
 

CHI PUÒ SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore può pubblicare messaggi e commenti in questo Blog.
 

ULTIME VISITE AL BLOG

mendicinortonystrinofotografogabriella.biolimiss.sorriso.candyartistraliberaadrianabuonagurocircololeonardoannaterrasputin1964scarper0lubopoAngeMasilorena.ricciardiAnemos95crocettina78
 

DANZA DELLE STREGHE


Le streghe non si vedono,
ma le streghe ci sono
Nel buio si radunano,
in riva a fiumi e laghi
Corrono senza un frullo,
volano senza un suono
Non le sentono gli uomini,
non le vedono i maghi.

Le streghe sono magiche,
le streghe sono donne
Incendiano le tenebre
con le risa e la danza
Fanno ruotar mantelli,
le favolose gonne
Finché dura la notte,
finché ne hanno abbastanza.

E gli umani le cercano,
le vogliono vedere
Curiosi delle favole,
stupiti delle grida.
E furtivi si accostano,
chini nelle ombre nere
Tremanti di paura,
ubriachi di sfida.

Ma le streghe li sentono,
corrono sulle sponde
Sopra le acque fuggono,
gioiose equilibriste
E per gli umani restano
i cerchi delle onde
Come gonne che ridono:
"Le hai viste? Non le hai viste?"

Bruno Tognolini
da Melevisione
Il libro nero di Strega Salamandra
Giunti Junior Editore

 

BIANCA TRA LE FOGLIE

 

RIMA DELLA RABBIA GIUSTA



Tu dici che la rabbia
che ha ragione
È rabbia giusta
e si chiama indignazione
Guardi il telegiornale
Ti arrabbi contro
tutta quella gente
Ma poi cambi canale
e non fai niente
Io la mia rabbia giusta
Voglio tenerla in cuore
Io voglio coltivarla
come un fiore
Vedere come cresce
Cosa ne esce
Cosa fiorisce
quando arriva la stagione
Vedere se diventa
indignazione
E se diventa,
voglio tenerla tesa
Come un'offesa
Come una brace
che resta accesa in fondo
E non cambia canale
Cambia il mondo

Bruno Tognolini
da "Rime di Rabbia", Salani Editore

 

FILASTROCCA LIBERA




Libero, libera, liberi tutti
Libero l'albero e libero il seme
Liberi i belli di essere brutti
Le volpi furbe di essere sceme
Il fiume libero d'essere mare
Il mare libero dall'orizzonte
Libero il vento se vuole soffiare
Liberi noi di sentircelo in fronte
Libero tu di essere te
Libero io di essere me
Liberi i piccoli di essere grandi
Liberi i fiori di essere frutti
Libero, libera, liberi tutti

Bruno Tognolini,
da Rima rimani, Salani 2002

 

SCONGIURO CONTRO IL NAZISMO FUTURO




Gli abbiamo detto
che la rabbia non è bene
Bisogna vincerla,
bisogna fare pace
Ma che essere cattivi
poi conviene
Più si grida, più si offende
e più si piace
Gli abbiamo detto
che bisogna andare a scuola
E che la scuola com'è
non serve a niente
Gli abbiamo detto
che la legge è una sola
Ma che le scappatoie sono tante
Gli abbiamo detto
che tutto è intorno a loro
La vita è adesso,
basta allungar la mano
Gli abbiamo detto
che non c'è più lavoro
E quella mano
la allungheranno invano
Gli abbiamo detto
che se hai un capo griffato
Puoi baciare 
maschi e femmine a piacere
Gli abbiamo detto
che se non sei sposato
Ci son diritti
di cui non puoi godere
Gli abbiamo detto
che l'aria è avvelenata
Perché tutti
vanno in macchina al lavoro
Ma che la società sarà salvata
Se compreranno
macchine anche loro
Gli abbiamo detto tutto,
hanno capito tutto
Che il nostro mondo è splendido
Che il loro mondo è brutto
Bene: non c'è bisogno di indovini
Per sapere che arriverà il futuro
Speriamo 
che la rabbia dei bambini
Non ci presenti
un conto troppo duro

Bruno Tognolini
da "Rime di Rabbia", Salani Editore
 

I PIEDI
---------------------------------

 

Salgono i piedi per la salita, 
passo per passo finché è finita.
Scendono i piedi per la discesa,
giù verso il basso
che il passo non pesa. 
Piedi leggeri, passi pesanti, 
lungo i sentieri
che portano avanti. 
Passi di marcia rivoluzionaria: 
testa per terra, piedi per aria. 

Bruno Tognolini
da "Rimelandia" 
Il giardino delle filastrocche
Mondadori Newmedia

 

DANZA ARABA

 

JAZZ

 

TEATRO



"Il mio scopo non è insegnarvi a recitare, il mio scopo è aiutarvi a creare un uomo vivo da voi stessi. Il materiale per crearlo dovete prenderlo da voi stessi, dalle vostre memorie emotive, dalle esperienze da voi vissute nella realtà, dai vostri desideri e impulsi, da elementi interni analoghi alle emozioni, ai desideri e ai vari elementi del personaggio che impersonate ... Imparate ad amare l'arte in voi stessi e non voi stesse nell'arte."

Konstantin Sergeyevich
Stanislavskij

 

CINEMA

"Il cinema è composto da due cose: uno schermo e delle sedie. Il segreto sta nel riempirle entrambe." Roberto Benigni

 

GENERALE



Generale,
il tuo carro armato
è una macchina potente.
Spiana un bosco
e sfracella cento uomini.
Ma ha un difetto:
Ha bisogno di un carrista.

Generale,
il tuo bombardiere è potente.
Vola più rapido d'una tempesta
e porta più di un elefante.
Ma ha un difetto:
Ha bisogno di un meccanico.

Generale,
l'uomo fa di tutto.
Può volare e può uccidere.
Ma ha un difetto:
può pensare.

Bertolt Brecht

 

Questo blog non può essere considerato un prodotto editoriale. Le immagini inserite sono tratte in massima parte dal Web; qualora la loro pubblicazione violasse eventuali diritti d'autore, vogliate comunicarlo e verranno subito rimosse.


Utilizzo dei Cookies

 

 

Nel rispetto del provvedimento emanato, in data 8 maggio 2014, dal Garante per la protezione dei dati personali, (http://www.garanteprivacy.it/web/guest/home/docweb/-/docweb-display/docweb/3118884) si informa che questo sito potrebbe utilizzare cookies di terze parti di cui l'autrice del blog L'ODORE DELLA NOTTE non è responsabile. La piattaforma www.dsgalibero.it utilizza i cookie per rendere l'esperienza di navigazione più fruibile e funzionale ai propri visitatori. Questo blog é ospitato gratuitamente su piattaforma dsgalibero.it. La piattaforma fa uso di cookies (per saperne di più cliccare questo indirizzo:http://it.m.wikipedia.org/wiki/cookie) per fini statistici e di miglioramento del servizio. I dati sono raccolti in forma anonima e aggregata da dsgalibero.it e la titolare del blog L'ODORE DELLA NOTTE non ha alcun accesso ai dettagli specifici (IP di provenienza o altro) dei visitatori. Questo blog é soggetto alla Privacy Policy. Si fa inoltre notare che continuare la navigazione su tutte le pagine di questo blog, comporta l'accettazione dei cookies. In alternativa é possibile rifiutare tutti i cookies cambiando le impostazioni del proprio browser. Per gestire o disabilitare i cookies, prendere visione del seguente sito: https://support.google.com/accounts/answer/61416?hl=it Non essendo a conoscenza delle dinamiche specifiche della piattaforma, l'autrice può affermare che il sito L'ODORE DELLA NOTTE si avvale solo ed esclusivamente di cookies tecnici e possibili cookies di terze parti che sono indispensabili per fornire servizi ed effettuare analisi statistiche completamente anonime e di social icon che consentono di condividere gli articoli del blog sui social network. La pubblicità che è possibile vedere nel blog L'ODORE DELLA NOTTE é inserita da dsgalibero.it e l'autrice non ha alcun rapporto o interesse con i prodotti e i servizi pubblicizzati e non riceve alcun compenso per il loro inserimento nel blog.
Ulteriori informazioni sono disponibili nella informativa estesa.

 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963