C'era di che essere sospettosi di fronte alla visione di The American. Veniva infatti naturale chiedersi come mai un titolo americano così atteso, con una star in grado di attirare l'attenzione di pubblico e critica, non sia stato selezionato al Festival di Venezia. Decisamente non era un buon segno, anche se non è detto che le scelte al Lido debbano sempre essere perfette. In realtà, The American non è un film orrendo e/o invedibile. Semplicemente, è una pellicola decisamente noiosa e poco appassionante. La descrizione più semplice che mi verrebbe da fare è Antonioni che gira un thriller. La prima scena è la migliore del film, per come ribalta certe aspettative e mette il protagonista di fronte a una scelta difficile. Peccato che, da quel momento in poi, sia praticamente impossibile provare un minimo di empatia per il personaggio di George Clooney, che durante l'intero film non verrà (volutamente) approfondito.Ma la freddezza la fa da padrone anche per tutti gli altri, a cominciare dalla prostituta dal cuore d'oro Violante Placido (un'abruzzese che parla bene inglese e senza traccia di inflessioni dialettali, che peraltro va a vedere al cinema film americani in lingua originale... nei paesini abruzzesi?), il cui rapporto con George Clooney è quanto mai bislacco e poco credibile. Ma anche il prete ficcanaso che nasconde qualcosa non è certo un mostro di efficacia, mentre sembra sempre sul punto di virare verso la macchietta (cosa che succede, non per colpa sua, nel finale).
THE AMERICAN
C'era di che essere sospettosi di fronte alla visione di The American. Veniva infatti naturale chiedersi come mai un titolo americano così atteso, con una star in grado di attirare l'attenzione di pubblico e critica, non sia stato selezionato al Festival di Venezia. Decisamente non era un buon segno, anche se non è detto che le scelte al Lido debbano sempre essere perfette. In realtà, The American non è un film orrendo e/o invedibile. Semplicemente, è una pellicola decisamente noiosa e poco appassionante. La descrizione più semplice che mi verrebbe da fare è Antonioni che gira un thriller. La prima scena è la migliore del film, per come ribalta certe aspettative e mette il protagonista di fronte a una scelta difficile. Peccato che, da quel momento in poi, sia praticamente impossibile provare un minimo di empatia per il personaggio di George Clooney, che durante l'intero film non verrà (volutamente) approfondito.Ma la freddezza la fa da padrone anche per tutti gli altri, a cominciare dalla prostituta dal cuore d'oro Violante Placido (un'abruzzese che parla bene inglese e senza traccia di inflessioni dialettali, che peraltro va a vedere al cinema film americani in lingua originale... nei paesini abruzzesi?), il cui rapporto con George Clooney è quanto mai bislacco e poco credibile. Ma anche il prete ficcanaso che nasconde qualcosa non è certo un mostro di efficacia, mentre sembra sempre sul punto di virare verso la macchietta (cosa che succede, non per colpa sua, nel finale).