Il Cinema e il resto

Fuga Dal Call Center


Non so se vi ricordate, un pò di tempo fa avevo partecipato come comparsa ad un film sul precariato, un film di Federico Rizzo. Ieri sera, al termine di Filmakers, la rassegna cinematografica che si svolge ogni anno all'Oberdan, é stata proiettata l'anteprima del film.Subito una precisazione. Non mi si vede manco per niente! Io mi sono riconosciuto in una scena da lontano, ma ci é voluta una ottima dose di buona volontà e forse un pò di presunzione... ma questo é davvero l'aspetto meno importante del film.Fuga dal Call Center é la storia di un ragazzo appena laureato in Vulcanologia che non riesce a trovare lavoro. Fidanzato con una ragazza anche lei alle prese con le fatiche della ricerca di una occupazione, si trova ad essere assunto, ovviamente con contratto precario, all'interno di un call center. Qui scopre un mondo fatto di mancanza di certezze, paghe da fame, soprusi, ingiustizie. Qui scoprirà cosa vuol dire farsi rubare la dignità.Uno dei passaggi più forti del film, quello che mi ha davvero impressionato e profondamente emozionato, forse a causa della mia vicenda personale, é quello in cui un collega del protagonista rivendica il suo diritto di non lamentarsi troppo del lavoro che fa; lo fa perchè non ha scelta, perchè non é un figlio di papà, perché si deve pagare un affitto e nessuno lo aiuta. Chiude il suo discorso con un'unica pretesa, il rispetto per ciò che fa. Non chiede altro, solo rispetto. Il fatto é che anche questo ti viene portato via, non sei nessuno all'interno di un call center, solo un numero, o forse neanche quello, un oggetto da usare finché va bene, poi non vali niente e vieni buttato via.Altri momenti molto interessanti del film, forse i più interessanti, sono le interviste a veri lavoratori precari di call center. Queste interviste si inseriscono armonicamente all'interno del film e costituiscono l'ossatura portante della denuncia che la pellicola vuole portare avanti. Una denuncia che viene portata avanti non senza ironia, in modo intelligente, a partire dal primo intervistato, quello che apre il film, il cui discorso é un pezzo di Cinema meraviglioso, un discorso che mi ha ricordato lo stile del miglior Troisi.Il film non manca di pecche. Una sua caratteristica é quella di descrivere situazioni in modo paradossare, quasi onirico, e in almeno due momenti questa caratteristica, di per sè molto interessante, tende a sfuggire di mano e a diventare un pò ridondante.Il film é completamente indipendente nella produzione, ha ricevuto il sostegno della CGIL che lo proietterà alla Camera del Lavoro di Milano il 20 Gennaio; sarà indipendente anche la distribuzione, probabilmente lo vedremo al Mexico, e la sua promozione si baserà soltanto sul passaparola. Ecco perché scrivo di questo film, perché merita e perché é un prodotto da premiare. Ieri in sala c'era il pienone, gente seduta per terra, mi auguro che ciò si ripeta ovunque.