Il Cinema e il resto

Io Non Ci Casco


Ieri, giusto per chiudere la settimana in bellezza, sono andato all'anteprima del film "Io non ci casco" di Pasquale Falcone. E' la storia un ragazzo che a causa di un incidente in motorino cade in coma. I suoi compagni di classe e i genitori in accordo col dottore che l'ha in cura prendono la decisione di fare i turni per essere presenti nella camera d'ospedale dove Marco é ricoverato; sperano in questo modo di stimolarlo, di provocare una reazione in grado di ricondurlo alla vita. Mentre sono seduti al suo fianco ciascuno si confessa, racconta di se stesso, racconta i suoi segreti ed in questo modo li esorcizza. Gli attori che interpretano i ragazzi sono tutti non professionisti, residenti a Cava De' Tirreni, provincia di Salerno. Sono stati selezionati dal regista stesso e per 2 anni hanno studiato recitazione e provato le scene.In ruoli secondari appaiono anche Ornella Muti e Maria Grazia Cucinotta, quest'ultima anche produttrice del film.L'idea poteva anche essere interessante ma la realizzazione é disastrosa. I dialoghi sono banali, degni dei peggiori sceneggiati televisivi a puntate. La macchina da presa si muove bene, come si deve muovere e non come potrebbe; si muove nel solito modo, senza errori ma senza nessuna idea. A peggiorare la situazione si respira un'aria di furore ideologico a dir poco preoccupante; si parla di aborto ed eutanasia in modo del tutto superficiale, bollando entrambi come delle malvagità da evitare ad ogni costo. I genitori di Marco, separati al momento dell'incidente, tornano insieme avvicinati dal dolore, così si ricomporre la famiglia naturale, bene supremo... Nel suo ruolo di insegnante Ornella Muti, ispirata dalla vicenda dell'incidente e dalle condizioni di Marco, assegna un tema ai suoi studenti che più o meno dice così: "Eutanasia: fine della sofferenza o omicidio premeditato?". Non manca, tra gli studenti, chi si dichiara a favore e naturalmente avrà un ruolo negativo all'interno della vicenda, salva la "conversione" finale.Il film corteggia le indicazioni che giungono dal Vaticano per quanto riguarda la morale cristiana e lo fa in modo scoperto e pedagogico. Queste indicazioni, inserite in modo violento all'interno della trama, uccidono qualsiasi possibilità di godere delle battute adolescenziali e fresche che i ragazzi si scambiamo. Se infatti c'è qualcosa di positivo é proprio la freschezza di quei giovani, con i loro tic, la loro musica, i loro scherzi. Ma tutto questo resta impantanato nella morale strisciante che in ogni momento viene propagandata, una morale che risulta irritante e che distrae l'attenzione.Il film non mostra nulla di nuovo e sembra appartenede ad un filone cinematografico che corteggia le idee di cui tanto si discute e sulle quali prende la posizione più conservatrice. Potrà piacere a coloro che si riconoscono nella idee "Neo Con" ma credo deluderà il pubblico giovane, sempre che quest'ultimo sia in grado di riconoscere l'ideologia di cui il film é impregnato.VOTO: 4