Il Cinema e il resto

Sette Anime


Oggi sono andato all’anteprima stampa del nuovo film di Gabriele Muccino, Sette Anime.Per inciso voglio solo precisare che ci sono andato perché me l’hanno offerto, ben sapendo che non mi sarebbe piaciuto. Ma poi mi sono detto. No! Non andare prevenuto! Apri la mente e magari trovi qualcosa di interessante… dagli una possibilità…Io la possibilità gliel’ho data… e sarà l’ultima volta…Il film racconta la storia di un uomo che a seguito di un evento molto doloroso, nel quale perde di significato la sua stessa vita, decide di aiutare gli altri, ed in particolare sette persone. Non c’è da dire altro sulla trama per non rovinare la sorpresa… oddio… sorpresa…Il film alterna magicamente momenti noiosi a momenti banali. I primi si presentano quando Muccino cerca di creare un’atmosfera più intima, quando cerca di descrivere l’interiorità dei personaggi. La banalità viene fuori, invece, nei momenti esplicativi, dove il regista spiega la vicenda e vorrebbe dargli contenuto. Si, perché il problema è tutto qui, nel rapporto tra il contenuto (sicuramente banale) e la forma, che merita due paroline in più. Sicuramente il film è girato in modo banale, didascalico. Ci sono i soliti movimenti di macchina alla Muccino che hanno l’unico scopo di essere belli esteticamente ma privi di ogni significato, nel senso che non hanno alcuna ulteriore funzione metaforica o descrittiva.Il film è prevedibile ma per arrivare a ciò che si sa già ci mette troppo tempo, si perde in inutili situazioni sospese nel nulla, senza ulteriore significato se non quello di allungare il brodo.Una domanda sorge spontanea e la risposta è definitiva. A scuola i professori dicevano due cose ai genitori di ragazzi con profitto basso. “Il ragazzo è intelligente ma non si applica” oppure “ il ragazzo si applica ma proprio non ce la fa”. Muccino appartiene alla seconda categoria.Voto: 3