Il Cinema e il resto

Vincere


Il nuovo film di Marco Bellocchio, unico film italiano in concorso al Festival del Cinema di Cannes 2009, racconta una delle vicende più oscure di uno dei personaggi storici più oscuri della nostra storia recente, Mussolini. In particolare il regista piacentino si concentra sulla moglie dimenticata di Mussolini, tal Ida Dalser, e sul figlio avuto da lei, Benito Albino Mussolini. La vicenda è quella, classicamente, di una donna sedotta ed abbandonata da un uomo che, divenuto il Duce, volle nascondere l'esistenza di quello scomodo passato, che lo avrebbe messo in cattiva luce soprattutto agli occhi della Chiesa. Per farlo non esitò a far rinchiudere la donna in un manicomio, fino a condurla alla morte per emorragia cerebrale nel 1937, dopo 11 anni di internamento. Se il tema è quello classico due sono gli elementi che rendono originale la vicenda. Il primo riguarda la figura di Ida Dalser, interpretata da una stupenda Giovanna Mezzogiorno, una donna che non si arrese mai all'abbandono e rivendicò davanti a tutti la sua storia. Come lei si era completamente lasciata andare tra le braccia di lui, così pretendeva che lui si lasciasse andare tra quelle di lei. Il suo lasciarsi andare è rappresentato attraverso la nudità della donna, una nudità, appunto, donata all'uomo amato. Per ottenere il riconoscimento del suo essere moglie di Mussolini scrisse numerosissime lettere, persino al papa, ma il Regime aveva ormai nascosto ogni prova di quel matrimonio. Ida Dalser è una donna coraggiosa, determinata, testarda e non incline al compromesso. Una donna che dovendo scegliere tra la possibilità di rinnegare quell'amore e quella di insistere nel denunciare la verità, scelse la seconda opzione, subendone tutte le conseguenze.Il secondo elemento riguarda la figura di Benito Mussolini, interpretata da Filippo Timi. Proprio grazie alla sua straordinaria prova d'attore, si entra nella psicologia di un uomo che seppe affascinare un intero popolo, grazie ad un carisma innato e ad una determinazione di ferro. Un uomo oscuro, come scure e buie sono le inquadrature che lo riguardano, un uomo divorato dal desiderio di conquistare il potere, dal bisogno di primeggiare, di entrare nella Storia. Impressionanti sono gli occhi che Filippo Timi si disegna addosso nella scena d'amore con la Mezzogiorno. Una scena teoricamente di grande passione, di amore violento, che negli occhi di Mussolini si gela in due occhi di ghiaccio, freddi come fredda è la determinazione e la voglia di potere che quell'uomo incarna, perchè "Vincere" è, appunto, il suo unico obiettivo.Da non scordare la figura del figlio, vera vittima innocente delle opposte volontà dei suoi genitori. Un bambino allontanato dalla madre e diventato un adulto insicuro; un uomo che, identico nelle fattezze al padre, lo caricaturizza e fondamentalmente lo odia; per questo verrà internato ed anche lui morirà in manicomio e verrà sepolto in una fossa comune.Marco Bellocchio sceglie di unire le immagini originali con altre storiche, provenienti prevalentemente dagli archivi dell'Istituto Luce e così facendo riesce ad aumentare ancora di più la sensazione di drammaticità delle situazioni e degli eventi. Una musica assordante sottolinea le scelte ed i momenti della salita al potere del Duce, mentre una colonna sonora dai toni bassi rende ancora più scure le già buie inquadrature.Il lavoro culturale che sta dietro al film è evidente ed è di estremo spessore. Il film, grazie alla descrizione di una vicenda privata, riesce ad essere militante come poche altre pellicole nella denuncia di cosa è stato il regime fascista. Un film di grande importanza e di estremo interesse.VOTO: 7/8