cingomma

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 ...E poi sono andata a cena da loro. Appena entrata ho visto Lei in cucina. Siccome non era ancora pronto, le ho chiesto se potevo andare in bagno a dare uno sguardo alle cassettiere della sua chincaglieria. Mi serve un qualcosa che io non ho per sabato. E il suo modo di reagire mi ha subito letteralmente fatto girare i coglioni. No, devo venire io, mi  ha prontamente risposto, con un fare venato di fastidio.  Io, lì, avrei già voluto dirle mamma fanculizzati tu e i tuoi brillocchi.. ..Perché io ho roba ovunque, ha aggiunto. Certo, non fatico a crederci! Ciononostante ti turba se ti chiedo di buttarci un occhio. Non sono venuta a portarteli via..Non sono venuta col passamontagna per assalire il caveau. Sono solo in cerca di una cavolo di collana… ma ho preferito tacere, seguendola. E poi cosa ti serve? Da portare con cosa? Intanto si era già guadagnata la strada verso lo scrigno. ..chissà mai che ci arrivavo prima io e stava  già aprendo qualche cassetto qua e là. ..  Io, però, ormai avevo lo scoramento addosso e davvero avrei voluto piantarla lì. Invece passivamente le ho dato descrizioni a grandi linee di ciò che dovrò indossare, tipo il colore dell’abito e il tessuto, mentre mi lavavo le mani, osservandola riflessa nello specchio .. E comunque non so cosa voglio, per questo volevo frugare in cerca d’ispirazione, ho aggiunto. Sì però poi succede che ti prendi la roba senza dirmelo, come quella volta della catena, ha commentato Lei, mentre tirava fuori un ciondolo indiano che avrebbe proprio fatto al caso mio. Mamma, eri al mare. …e poi s’è mimetizzata in mezzo alle mie, ...semplicemente. Ma qui non ce l’ho più fatta. Il suo modo di fare mi aveva logorato abbastanza. Questo suo tono pedante e distaccato per due pendagli del menga mi aveva sderenata. Ho tolto dal collo il ciondolo che  avevo provato ad avvicinarmi per vedere l’effetto, lanciandogli uno sguardo  di nostalgica rinuncia e l’ho ringraziata, aggiungendo che né il ciondolo né altro faceva al caso mio. Sono volata in cucina a vedere a che punto stavano le cose sui fuochi; ancora un attimo e le avrei attorcigliato al collo il filo di quarzi neri lasciandola agonizzante fra le sue perle e i suoi lapislazzuli Ho cenato partecipando a monosillabi alla conversazione, con una infantile mortificazione dentro che m’impediva di tenere un atteggiamento consono alla mia condizione di persona adulta . Una mano a pugno sulla tempia e l’altra a seguire i disegni della tovaglia con la punta del coltello.. -Cosa, questa, che ti tiri dietro davvero da quando eri bambina-... Un paio d’occhi gonfi di lacrime, un piatto di risotto sotto. E’ stato allora che me sono andata. Quando Lui ha chiesto cos’avessi che non andava e Lei subito ha risposto, proprio come se si stesse riferendo ad una mocciosa capricciosa .. Ce l’ha con me per la storia delle collane, ..riducendo il tutto ad un patetico broncio viziato.  Mi sono alzata da tavola perché le lacrime ormai erano scappate. E non aveva senso stare lì a discuterne. Si sarebbe giunti alla solita conclusione. … Che quella sbagliata sono io. Scusate ma devo andarmene, ho detto semplicemente allontanando la sedia.  Persino Lui non mi capisce in questa storia e prende sempre le sue difese. Anche questa volta, che mi seguiva mentre raccattavo borsa e occhiali cercando, discretamente schierato, di mediare. Quello che avrei voluto era semplicemente sentirmi dire Vai. Vai pure! .. Magari se mi dici cosa cerchi ti posso aiutare. Tutto qui.  …. ...Perchè alla fine, se avessi voluto, avrei potuto metter naso nei cassetti tranquillamente senza dirle niente come potenzialmente potrei fare ogni volta che sono nel loro bagno. E tranquillamente, come secondo Lei io sarei solita fare, gliel’avrei potuto prendere senza nemmeno chiedere e rimetterglielo a posto a cerimonia passata senza nemmeno che se ne accorgesse…. Visto che Lei "ha tanta roba".  E’ la complicità che manca. E’ mancata nella scelta di un ciondolo come in un mondo di altre situazioni e come sempre sarà. …. E’ che a volte faccio fatica a farne a meno