Carta e Penna...

Page...


Il mio, è un libro lungo da leggere, ci sono pagine che non si possono soltanto scorrere con gli occhi, ma devi stare in silenzio ad ascoltare, fare posto dentro, liberarti da tutto il resto. Infonderti. Tratti che diventano parole, come guardarmi e respirare piano. Attraversarmi. Pagine scritte con la china, schizzi netti, decisi, indelebili, parole una dopo l’altra, da ingoiare senza chiedere nulla, pagine che trascinano fino in fondo, che prendono per mano e portano fra le righe, pagine dove c’è molto più di quanto possa stare dentro i bordi, che con le dita fanno girare un altro foglio, fare un passo oltre. Pagine che sono una storia, una vita, una piega dopo l’altra, un respiro dentro ad un altro...  “... e poi...ci sono quelle pagine,che non ho scritto con le dita,dove non è servita la carta,ma il rumore di un temporale, i graffi delle notti,il rosso sangue dell’anima,e la  polvere del tempo,nessun segno, nessun suono,ma un torbido e silenziosorespiro dentro... “  Scivolano le pagine sottovoce, lente come agonie e profonde come abissi, pagine che seguono le note, scritte seduta all’angolo di una strada, pagine dipinte dagli aloni della luna, di solitudine e dolore, pagine di battiti confusi e respiri corti, pagine di voglia, di fretta, di rumore.  Pagine gelate dalle ore della notte o dal rumore dei treni, pagine di intimità sfrontata e irriverente, di desideri come schiaffi, pagine che trapassano lo stomaco e si piantano in gola come occhi densi di lacrime, pagine che rimangono incise sul rovescio della pelle. E ci sono anche pagine che ho strappato, per rabbia, per dolore o perché non fossero mai lette, e sono proprio quelle che alla fine...... rimangono nella memoria...