cinzia guidetti

E' MORTO ALFIO GALIGANI


Si è spento ieri 7 luglio all'età di 86 anni il sassofonista, clarinettista e flautista Alfio Galigani.Riporto l'articolo che ne parla (Fonte)E' morto Alfio Galigani saxofonista, clarinettista, flautista, tutta la sua vita per la musica, per il jazz. La sua vita, il jazz suonato nei night, la sua musica da ascoltare suonata in vari ensemble anche se, come lui stesso ha sempre detto, si rammarica di non possedere alcuna registrazione dei suoi concerti più memorabili. Una su autobiografia scritta per il sito internet jazzitalia.net - Sono nato a Perugia nel 1924 e a nove anni ho cominciato a studiare musica nell'allora Liceo Musicale Comunale, ornai da tanti anni Conservatorio Statale. Ma già il virus del Jazz mi era entrato nel sangue. Andavo al cinema nascondendomi sotto le mantelle dei soldati. Non mi perdevo un film specialmente se era musicale. Così ho visto e ascoltato la musica di tanti film americani con tante grandi orchestre, tante ballerine su enormi scenari luccicanti: Zigfield Follies, Follie di Broadway e tanti altri. Quella musica la sentivo come mia. Le canzoni le imparavo subito e tornato a casa le cantavo in una lingua inesistente, ma che per me doveva essere "americana". Quando ho cominciato a studiare il clarinetto dopo una mezz'ora di esercizi scolastici cominciavo a suonare i pezzi che avevo imparato dai film. Lo spartito non mi serviva, tutto era dentro alla mia testa. Lo swing non mi mancava, ma come cominciavo ad improvvisare, questa non poteva non essere molto approssimativa. Avevo 12/13 anni; non potevo fare meglio ma mi rendevo già conto di ciò di cui avevo bisogno. Poi è venuta la guerra. Film americani non se ne sono visti più. Il Jazz venne proibito e in questa lunga parentesi perfezionai l'aspetto tecnico, melodico - armonico e strutturale del jazz ascoltando pochi dischi che ero riuscito a rimediare. Finita la guerra esplode nei giovani il bisogno ai divertirsi e il ballo con il boogie-woogie, il charleston e lo swing entusiasmava il pubblico. lo ho cominciato a suonare e guadagnare con l'orchestra di C.A. Belloni, bravo pianista e bravo improvvisatore. Ma cominciai a sognare altri lidi e nell'estate del 1949 sono andato a Cannes dove ho trovato un ingaggio al Maxim. Poi Alstone, l'autore del grande successo francese Symphonie mi ha portato con l'orchestra di Maurice Chevalier, un septetto di Parigi a cui mancava il saxofonista. Questa è stata la mia prima stupenda e gratificante esperienza professionale. Poi la nostalgia mi ha fatto ritornare a Perugia. Ho fatto un mio quintetto denominato Hot Gatto Nero (quell'Hot dice chiaramente l'impostazione musicale del gruppo) in cui ha fatto parte per quattro o cinque anni anche Laudenzi, poi nel 1956 vengo chiamato da Garinei e Giovannini per far parte come I° alto e clarinetto dell'orchestra della grande rivista di Carlo Dapporto per due anni di seguito. Qui tra gli aggiunti al teatro Sistina di Roma ho conosciuto il saxofonista Gino Marinacci che allo scioglimento della compagnia mi ha portato in RAI con l'orchestra di Armando Trovajoli. I miei sogni sono cominciati ad avverarsi. Dopo Trovajoli si sono succeduti tutti i maestri, dal più grande al più piccolo. Sono divenuto socio della U.M.R. (Unione Musicisti Romani) per le esecuzioni di musiche da film, concerti e dischi. In tanti anni di attività ho suonato tutto e con tutti sotto la direzione di maestri come Leonard Bernstein, Dimitri Tiomkin, Michel Legrand, Perez Prado, e tutti gli italiani.