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WEATHER REPORT

Post n°248 pubblicato il 03 Aprile 2009 da cinzia_guidetti
 

WEATHER REPORTIl gruppo Weather Report viene fondato nel 1971 dal tastierista Joe Zawinul, dal sassofonista Wayne Shorter e dal bassista Miroslav Vitous. Dopo aver inciso quindici album in sedici anni, la band caposcuola del jazz-rock si è sciolta nel 1986.

Joe Zawinul e Wayne Shorter reduci da anni di collaborazioni con il trombettista Miles Davis decidono di intraprendere la propria strada, e formano il gruppo Weather Report insieme a Miroslav Vitous conosciuto da Zawinul durante l’incisione dell’album “Zawinul”. Weather Report, che letteralmente significa bollettino meteorologico era stato scelto dai leader perché doveva essere un nome facile da ricordare e che tutti dovevano conoscere.

Il primo album, che prende il nome dal gruppo viene inciso nel marzo del 1971 in soli tre giorni. Affiancano i tre fondatori, il batterista Alphonse Mouzon e i percussionisti Barbara Burton e Don Alias entrambi agli inizi della carriera. Airto Moreira, che invece è l’unico a comparire nelle note di copertina incide solo qualche intervento. Questo lavoro è caratterizzato da ampie improvvisazioni e lo stile ricorda molto gli album di Miles Davis “In a silent way” (1969) e “Bitches Brew” (1969) che fanno parte del suo periodo elettrico, e in cui hanno suonato Zawinul e Shorter. “Weather Report” comunque registra un discreto successo di vendite, e la rivista il Downbeat lo colloca al primo posto come album dell’anno, mentre il gruppo si classifica al secondo posto dietro a quello di Miles Davis.

Sempre nel 1971 viene pubblicato il secondo album della band, “I Sing the Body Electric”. L’album riprende il titolo da un racconto del 1969 dello scrittore Ray Bradbury che, a sua volta lo aveva preso da una composizione poetica di Walt Whitman del 1867. Nell’album compare per la prima volta il sintetizzatore di Zawinul che da qui in avanti caratterizzerà il musicista. Le ultime tre tracce vengono registrate in Giappone durante una tournée del gruppo, e sono utilizzate anche per il terzo album “Live in Tokyo” dello stesso anno. Dom Um Romao alle percussioni e Eric Gravatt alla batteria subentrano nella sezione ritmica ai musicisti originari.

La critica è sempre più entusiasta per la creatività e la freschezza delle composizioni, infatti i Weather Report curano molto il suono, sia nelle incisioni in studio che nei concerti dal vivo. Questa cura maniacale per il sound sarà uno degli aspetti distintivi più importanti del gruppo.

Nel 1973 esce “Sweetnighter”, più orecchiabile dei lavori precedenti, ma non per questo banale.

L’anno seguente è la volta di “Mysterious Traveller”; la musica raffinata e spontanea anche se costruita sicuramente a tavolino, gli vale il premio da Downbeat come migliore disco jazz del 1974. In questo album la sezione ritmica cambia: Alphonso Johnson e Ismael Wilburn subentrano al bassista e al batterista precedenti.

Nel 1975 il gruppo incide “Tale Spinnin’”, lavoro più povero e freddo rispetto a “Mysterious Traveller”, ma comunque coinvolgente.

Nel 1976 entra nel gruppo il bassista Jaco Pastorius perché Alphonso Johnson a metà delle registrazioni di “Black Market” decide di lasciare i Weather Report. L’ingresso di Jaco nella band influenzerà senza alcun dubbio le successive incisioni del gruppo; con Pastorius infatti il basso non è più è più relegato al ruolo di semplice supporto ritmico, ma diventa uno strumento solista. Oltre a Jaco nella band entrano Chester Thompson, ex batterista di Frank Zappa che collaborerà successivamente con i Genesis, e come percussionista Alex Acuna.

L’anno dopo è la volta di “Heavy Weather”, un album dalle sonorità sicuramente più rock e una delle pietre miliari della musica del anni ’70. Le ragioni sono molteplici; l’intesa tra i componenti della band risulta perfetta e il gruppo raggiunge con questo album i suoi vertici formali, estetici e stilistici, ma il motivo del salto di qualità è da ricercarsi anche nella vistosa affermazione della personalità di Jaco Pastorius che nel disco si fa notare oltretutto per le due sue composizioni: “Teen Town” e “Havona”. La formazione che vede Acuna alla batteria e Manolo Badrena alle percussioni è all’apice del successo, i concerti in tutto il mondo registrano il tutto esaurito, ma al contempo diventano sempre più frequenti le voci di dissidi tra i due leader del gruppo: Zawinul e Shorter.

Con il nuovo lavoro intitolato “Mr Gone” (1978) entrano a far parte della band i batteristi Tony Williams, Steve Gadd e Peter Erskine suggerito da Jaco Pastorius; inoltre vengono aggiunti due violinisti: Denice Williams e Jon Lucien. L’album appare meno spontaneo rispetto ai lavori precedenti, ed è caratterizzato dall’ingombrante presenza dei suoni sintetici delle tastiere e dei campionatori di Zawinul.

Nel 1979 esce  il doppio “8:30”, che contiene sia registrazioni dal vivo che in studio. L’album serve a rendere omaggio alla band all’apice del successo.

Con “Night Passage” (1980) i Weather Report abbandonano le sonorità di “Mr. Gone” per avvicinarsi nuovamente al jazz.

Nel 1982 è la volta di “Weather Report”, che porta lo stesso titolo del primo album della band. L’organico del gruppo sembra essersi assestato con Peter Erskine alla batteria e Robert Thomas Jr. alle percussioni, ma nel 1983 Peter Erskine, Robert Thomas e Jaco Pastorius lasciano il gruppo. L’album “Procession” viene così inciso con Victor Bailey al basso, Omar Hakim alla batteria e Jose Rossy alle percussioni. L’album vede anche la partecipazione dei Manhattan Transfer nel brano “Where the moon goes”.

Il nuovo album intitolato “Domino Theory” (1984) si apre con “Can It Be Done”, un brano cantato da Carl Anderson. L’ultimo brano, che porta il nome dell’album sembra anticipare la futura produzione solista di Zawinul.

Nel 1985 è la volta di “Sportin’ Life”, con Bobby McFerrin al fianco di Carl Anderson e Mino Cinelu alle percussioni. Nuovamente un cambio di rotta dello stile li porta verso una musica più disimpegnata, una fusion di facile ascolto, ben costruita, ma che, specialmente per i fan storici del gruppo, risulta deludente.

L’ultimo album inciso dal gruppo è “This is this” con la partecipazione del chitarrista Carlos Santana. Sul retro della copertina una foto ritrae Wayne Shorter e Joe Zawinul che si stringono la mano come se si salutassero.

Dopo che il gruppo si è sciolto sono uscite due raccolte: “The best of Weather Report”, e una di diversi live: “Live and unreleased”.

Discografia:

Weather Report (1971), I Sing the Body Electric (1972), Live in Tokyo (1972), Sweetnighter (1973), Mysterious Traveller (1974), Tale Spinnin’ (1975), Black Market (1976), Heavy Weather (1977), Mr. Gone (1978), 8:30 (1979),  Night Passage (1980), Weather Report (1982), Procession (1983), Domino Theory (1984), Sportin' Life (1985), This Is This (1986), “The best of Weather Report” (2002); Live and Unreleased (2002).

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Commenti al Post:
ziryabb
ziryabb il 03/04/09 alle 16:23 via WEB
Bella cosa proporre la storia del mitico gruppo.
Ti seguo sempre sperando di beccare un concertino qualche giorno prima.
Ziryabb
 
 
cinzia_guidetti
cinzia_guidetti il 04/04/09 alle 14:20 via WEB
Grazie 1000 della fiducia accordata! Spero di riuscire a segnalarti cose interessanti e...in tempo perché tu ti possa organizzare!
 
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Un blog di: cinzia_guidetti
Data di creazione: 07/03/2008
 

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Joni Mitchell parlando di Nefertiti di Wayne Shorter

E' un brano musicale molto insolito, perché è come una serigrafia. Attaccano all'unisono, e poi ciascuno di loro diventa sempre più individuabile, come in una serigrafia offset. Tony è sull'orlo dell'esplosione, è il solista. Il pezzo ha una forma molto semplice, quasi come una canzone folk. Strofa, strofa, strofa, senza neanche un ritornello o un bridge. Come se fossero dei moduli che si ripetono. E' una forma insolita per il jazz...ricordo che qualcuno disse: - senti che forma ha, è così strana -. E io pensai che era soltanto una semplice forma folk, ma guarda cosa succede, non ti aspetti che i musicisti attacchino gli assoli: la melodia è sufficiente, ma nel frattempo il batterista è come impazzito. Evoca questa immagine di una notte newyorkese: un tipo sta arrivando da Chinatown ed è ubriaco e prende a calci i bidoni dell'immondizia e urla camminando verso nord. C'è una rabbia che cresce nella batteria. E tutto questo lo rende uno spledido pezzo.

Tratto da "Wayne Shorter. Il filosofo col sax" di M. Mercer

 

LIVE NEFERTITI

Stanley Clarke, Wayne Shorter, Michel Petrucciani

 

CONSIGLI PER LA LETTURA

JAZZ di Arrigo Polillo
Euro 15,00 Ed. Mondadori


Un grande classico della storia della musica afro-americana, jazz di Arrigo Polillo- ad un tempo testamento di pensiero e frutto di una grande passione e di lunghe riflessioni su questa musica straordinaria e i suoi protagonisti dalle storie tormentate e spesso disperate- è riproposto qui, in una sorta di continuità ideale, in una nuova edizione aggiornate da Franco Fayenz e arricchita da un saggio critico, "Il secolo del Jazz", sulle nuove linee di tendenza, i risultati più originali di questa creatività musicale, i protagonisti della musica jazz di fine secolo in tutto il mondo. La storia del jazz, che è anche la storia dei negri d'America e delle loro lotte per l'emancipazione, rivive, per i lettori appassionati di tutte le generazioni, nelle indimenticabili pagine di Polillo, dai mitici anni di New Orleans, Chiacago, New York all'orchestra di Duke Ellington, dal ragtime e dalla danza anni Trenta a ritmo di swing alla rivoluzione del bebop, del cool e dell'hard bop, fino al free rock e alla fusion. Ma la grande vitalità del jazz di fine secolo, sebbene meno vorticosa e genialmente sregolata, trova interpreti più colti e consapevoli della propria e delle altre civiltà musicali, anche nei loro tratti popolari e caratteri nazionali. La "musica totale", già intuita da Gaslini e Polillo, è sempre più per un "ascoltatore totale", colto e futuribile, che sappia trarre dall'unicità della musica il massimo di contenuto emozionale. Da Ornette Coleman a Gil Evans, Bill Evans, George Russell; Keith Jarrett, Cecil Taylor e la musica informale, Carla Bley, Don Byron, Cassandra Wilson, Henry Threadgill, Lester Bowie, il nuovo jazz è sempre più ricco di rapporti con la musica europea, tra avanguardia e ricerca di nuovi ritmi e armonie da parte di musicisti eccezionali.

Fonte: www.bol.it

 

CONSIGLI PER LA LETTURA

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Fonte: www.ibs.it 

 

CONSIGLI PER LA LETTURA

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Tutto quello che finora è parso il frutto di un impenetrabile estro artistico trova il proprio posto nel quadro dettagliato di questo libro: un viaggio che abbraccia la cultura e il linguaggio jazzistici e intanto getta luce sui meccanismi profondi del fare musica, dall'improvvisazione alle poliritmie, dal sound alle forme, raccontati con rigore analitico e in modo accessibile, e resi finalmente concreti attraverso gli ascolti. Una grande sintesi d'assieme, uno sguardo sulle profondità storiche ed espressive della musica, costellato dalla rivelazione di affascinanti finezze in centinaia di capolavori, tra cui le opere di Davis, Ellington, Parker, Mingus, Armstrong.

Fonte: www.ibs.it

 

CONSIGLI PER LA LETTURA

LA MUSICA DEI NERI AMERICANI. DAI CANTI DEGLI SCHIAVI AI PUBLIC ENEMY di Eileen Southern
Euro 45,00 Ed. Il Saggiatore 2007

Dalle suggestive testimonianze degli esploratori europei del Seicento in Africa alla tradizione orale dei clan tribali. L'evoluzione della musica nera degli schiavi nelle colonie nordamericane tra la Guerra d'indipendenza e quella di secessione: gli inni e i salmi nelle congregazioni religiose, le canzoni dei soldati e quelle contro la schiavitù, la musica urbana del primo Ottocento e i canti di lavoro nelle piantagioni che diedero origine agli spiritual; l'esplosione del ragtime e delle commedie musicali dopo la Grande guerra, le prime registrazioni discografiche, la nascita del blues e del jazz, l'intensa vita musicale di Harlem, la rivoluzione del bebop, ma anche cantanti, strumentisti e compositori che si sono cimentati con l'opera e la musica classica. E infine le influenze sul rock'n'roll, la storia della mitica Motown, il rhythm & blues e il pop. Ogni capitolo è preceduto da una cronologia degli eventi storici più importanti.

Fonte: www.ibs.it 

 
 

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