Quartiere Cipressina

Stop al cemento in via Caravaggio


la Nuova di Venezia -15 luglio 2008CIPRESSINA. Niente opere di invarianza idraulica sul futuro ampliamento del parco Hayez, niente vasche nell’area verde, niente fossati. Stop, insomma, al provvedimento comunale datato 13 febbraio 2008 che concede la realizzazione del fabbricato a uso commerciale e direzionale (con relativo interrato) alla Srl Caravaggio. A dirlo è il Tar del Veneto che accoglie così il ricorso presentato lo scorso 13 giugno da alcuni cittadini della Cipressina - riuniti nel comitato Insieme per il parco - contro l’amministrazione comunale. La questione riguarda i progetti di edificazione previsti in via Caravaggio. I proprietari dell’area dove verrà realizzato il cosiddetto Piruea, composto da alcuni fabbricati a uso direzionale e commerciale, hanno proposto il proprio piano di invarianza per scongiurare il rischio idralico. In pratica, le opere verrebbero realizzate dentro il promesso prolungamento dell’area verde della Cipressina. Proprio in quello spazio che i costruttori avevano ceduto al Comune in cambio del permesso di edificare. Una vera e propria beffa per i cittadini, già contrariati dalla colata di cemento che in zona farà crescere anche tre torri da 11 piani. Inoltre, in tanti attendono con ansia l’ampliamento del parco Hayez anche per poter accedere all’area verde da altre zone del quartiere. Di fronte al piano di invarianza idraulica suggerito dai proprietari delle aree, i residenti del rione si sono ribellati. Da qui, prima il ricorso al Tar, poi la sentenza che dà pienamente ragione ai ricorrenti, rappresentati dagli avvocati Angelo Pozzan, Alfiero Farinea e Francesco Egitto. Il Tribunale regionale decreta «l’annullamento, previa sospensione dell’esecuzione, del provvedimento comunale per la costruzione di un fabbricato a uso commerciale e direzionale con relativo interrato rilasciato alla S.r.l. Caravaggio e del parere del Consorzio di bonifica Dese-Sile». La motivazione della sentenza è già contenuta nelle «considerazioni» e riguarda l’inopportunità del piano di invarianza idraulica presentato dai costruttori. «Le diverse modalità di realizzazione dell’invaso - scrive il Tribunale - comportano un evidente pregiudizio di carattere estetico ambientale». In più, «il parco previsto originariamente dal Piruea e adiacente alle abitazioni dei ricorrenti, è ora sostituito dall’invaso e dai collegati canali di scolo delle acque meteoritiche». Prima di poter ottenere un nuovo permesso per costruire, i proprietari dell’area dovranno presentare un piano di invarianza idraulica compatibile o riprendere quello iniziale che prevedeva un laghetto. Gianluca Codognato