APRIAMO GLI OCCHI

PLUTARCO


Tu vuoi sapere secondo quale criterio Pitagora si astenesse dal mangiare carne, mentre io mi domando con stupore in quale circostanza e con quale disposizione spirituale l'uomo toccò per la prima volta con la bocca il sangue e sfiorò con le labbra la carne di un animale morto;[...] Qualcuno potrebbe dire che i primi uomini a mangiare carne furono sollecitati dalla fame. In effetti, non perché vivessero fra desideri illegittimi, né perché disponessero del necessario in abbondanza essi pervennero a questa pratica, sfrenatamente abbandonandosi a inammissibili piaceri contro natura. Anzi, se in questo momento ritornassero in vita e riacquistassero la voce, essi direbbero:  "Beati e cari agli Dei voi che vivete adesso! Che epoca vi è toccata in sorte, quale smisurato possesso di beni godete e vi dividete! Quante piante nascono per voi, quanti frutti vengono raccolti: quanta ricchezza potete mietere dai campi, quanti prodotti gustosi cogliere dagli alberi! Vi è lecito anche vivere nell'abbondanza senza il rischio di contaminarvi. Noi, al contrario, abbiamo dovuto far fronte al periodo più cupo e terribile del mondo, perché ci siamo trovati in una condizione di grande e irrimediabile indigenza fino dalla nostra prima comparsa sulla terra. [...] Ma voi, uomini d'oggi, da quale follia e da quale assillo siete spronati ad avere sete di sangue, voi che disponete del necessario con una tale sovrabbondanza? Perché calunniate la terra, come se non fosse in grado di nutrirvi? [...] Non vi vergognate di mischiare i frutti coltivati al sangue delle uccisioni? Dite che sono selvatici i serpenti, le pantere e i leoni, mentre voi stessi uccidete altre vite, senza cedere affatto a tali animali quanto a crudeltà. Ma per loro il sangue è un cibo vitale, invece per voi è semplicemente una delizia del gusto". ...Non mangiamo di certo leoni e lupi per nostra difesa; al contrario, questi li lasciamo stare, mentre catturiamo e uccidiamo le bestie innocue e mansuete, prive di pungiglioni e di denti per morderci: creature che, per Zeus, la natura pare aver generato per la loro bellezza e leggiadria... ..."Consideriamo senz'altro assurda la convinzione di quanti affermano che l'uso di mangiare la  carne abbia un'origine naturale. Che l'uomo non sia carnivoro per natura, è provato in primo luogo dalla sua struttura fisica. Il corpo umano infatti non ha affinità con alcuna creatura formata per mangiare la carne: non possiede becco ricurvo, né artigli affilati, né denti aguzzi, né viscere resistenti e umori caldi in grado di digerire e assimilare un pesante pasto a base di carne. Invece, proprio per la levigatezza dei denti, per le dimensioni ridotte della bocca, per la lingua molle e per la debolezza degli umori destinati alla digestione, la natura esclude la nostra disposizione a mangiare la carne. Se però sei convinto di essere naturalmente predisposto a tale alimentazione, prova anzitutto a uccidere tu stesso l'animale che vuoi mangiare. Ma ammazzalo tu in persona, con le tue mani, senza ricorrere a un coltello, a un bastone o a una scure. Fa come i lupi, gli orsi e i leoni, che ammazzano da sé quanto mangiano: uccidi un bue a morsi o un porco con la bocca, oppure dilania un agnello o una lepre, e divorali dopo averli aggrediti mentre sono ancora vivi, come fanno le bestie. Ma se aspetti che il tuo cibo sia morto e se la vita presente in quelle creature ti fa vergognare di goderne la carne, perché continui a mangiare contro natura gli esseri dotati di vita? Eppure, neanche quando l'animale è morto lo si potrebbe mangiare così come si trova, ma si lessa, si arrostisce, si modifica la sua carne per mezzo del fuoco e delle spezie, alterando, trasformando e mitigando  con innumerevoli condimenti il sapore del sangue, affinché il senso del gusto, tratto in inganno, possa accettare quanto gli è estraneo. [...] Per di più, non solo l'uso di mangiare la carne è contro natura per il corpo, ma ottunde anche l'anima per il senso di pienezza e di sazietà che produce: "Il vino e l'uso smodato della carne rendono forte e robusto il corpo, ma indeboliscono l'anima" [...] Gli orci vuoti risuonano quando vengono percossi, ma una volta riempiti non rispondono ai colpi. Gli oggetti sottili di bronzo trasmettono in cerchio il suono, finché qualcuno non lo soffochi e non lo attutisca ponendovi sopra la mano, mentre il colpo si propaga circolarmente. L'occhio, riempito da un eccesso di liquido lacrimale, resta appannato e indebolito nella funzione che gli è propria. Se guardiamo il sole attraverso l'aria umida e una cortina di grevi vapori, non lo vediamo limpido né splendente, ma cupo, caliginoso e con raggi tremolanti. Allo stesso modo, passando attraverso un corpo torbido, sazio e appesantito da cibi impropri, la luce e lo splendore dell'anima risultano necessariamente indeboliti e confusi; e sono sviati e instabili, poiché l'anima non ha fulgore e forza per i sottili e impercettibili fini delle nostre azioni. Al di là di tali considerazioni, non credi che sia una cosa straordinaria l'abitudine a un comportamento umano? Chi farebbe infatti del male a un uomo, se lui stesso è tanto mitemente e umanamente disposto verso creature estranee e appartenenti a una specie diversa?