Less is more

Knight blues


Ne abbiamo viste tante, noi. Dal buio dei nostri pertugi terreni le notti sembravano infinite, e ci incollavamo d'anima e miele, mentre sciabolate esplodevano tutt'intorno, e distanti un'unghia. Il sole trapuntava gli occhi e pregavamo non arrivasse mai il giorno, a sfrattarci. Ma qualcuno deve aver spiattellato che eravamo quasi sbattezzati, da un giro di vento e uno di piazza. Altrimenti sarebbe questione di malocchio, chissà. Nessuno azzardi a sputarci sopra, comunque. Era vita.  Serravo lo sguardo, che la luce sfogliava le palpebre, veli umidi di cipolla: avevo occhi belli, solo per te. Mondati da rimmel e previsioni apocalittiche. Poi, cos'è successo. - Sei impazzita, fattucchiera. Ti credevo una regina. Invece.Maledetti cavalli, il puzzo di sterco è giunto fin qua. Nitrivano impazienti, fuori era ancora estate. Gli lanciai dietro pannocchie rubate ai campi. Un cavaliere nero senza nome, che il tuo ormai li conteneva tutti, con le mani ha strappato un pezzo al cielo, per farmici una coperta. L'inverno è troppo freddo, diceva, se le lenzuola sono rosa, carta di giornale. - Non sia mai che ti buschi un malanno.- Pare, però, che il vecchio ciarlatano, giù in paese, abbia brevettato un unico vaccino contro scommesse e cacarella: avrò un ventre-scudo d'altri tempi. Vedrai che roba.- È che già sei bella. Farai paura, sai.- ...vaffanculo, sai. Aggrotta la fronte bronzea, ride. Mica dicevo sul serio. Allora sto per farlo, ma nascondo con la mano. Spiegazzo origami con ali abnormi e becco di pulcino.- T'ho cercato tanto, Principe. Proviamo con un bacio?- Cra-cra. E saltelli via, verde sdegno.