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Il Canone RAI in bolletta e la Costituzione


In attesa del testo ufficiale della legge di stabilità 2016 dobbiamo affidarci agli annunci, alle indiscrezioni. Strano l’iter della legge: prima una presentazione alla stampa con slides, poi a Bruxelles, e, prima o poi, al Capo dello Stato ed al Parlamento.Una novità riguarderebbe il Canone Rai che si ridurrebbe dagli attuali 113,50 a 100 euro con addebito sulla bolletta elettrica della casa di abitazione.L’aspetto che vorrei sottolineare è quello della sua destinazione. Il nuovo sistema di riscossione, con la riduzione dell'evasione fiscale, garantirebbe maggiori entrate che non andrebbero a finanziare la tv pubblica ma finirebbero nel fondo per la riduzione della pressione fiscale; una cifra stimata in circa 500 milioni di euro.Si configura cosi una trasformazione del canone: da tassa per la fruizione di un servizio a imposta. Se così fosse si tratterebbe di un prelievo fiscale a quota fissa. Un ulteriore colpo al principio di progressività stabilito dall’articolo 53 della nostra Costituzione che recita al secondo comma “Il sistema tributario è informato a criteri di progressività”. Nel primo comma dello stesso articolo è scritto “Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva”; qui, viceversa, ci tratterebbe di una imposta che colpirebbe tutti nella stessa misura, indipendentemente dall’ammontare del reddito. Il modesto pensionato contribuirebbe al fondo per la riduzione della pressione fiscale nella stessa misura di un facoltoso professionista. Il principio della progressività discende da un valore ben più prezioso che si chiama equità; e non andrebbe ne aggirato ne sottovalutato.