Civis

Napoli – Salerno. Scontro di campanili; pardon, di porti.


L’intenzione del Governo di riorganizzare le Autorità portuali prevede, per la Campania, l’accorpamento dei porti di Napoli e Salerno sotto un'unica Autorità. Subito è scattata la protesta, Salerno è tappezzata di manifesti che invitano a mobilitarsi contro lo “scippo”.Ora, senza entrare nel merito specifico, occorre notare come si ripeta la vecchia, purtuttavia sempre viva, logica della difesa del proprio campanile, a prescindere. Occorre ricordare un vecchio ed emblematico detto salernitano “Si Saliern' tenesse 'o puort', Napule foss' mort'” (se Salerno avesse il porto, Napoli sarebbe morta). Ovviamente Vincenzo De Luca che, come è stato giustamente detto, sembra non voglia dismettere i panni di sindaco di Salerno per indossare quelli di Presidente della Campania; ha fatto sua la difesa dell’autonomia del porto salernitano.I cittadini, mi riferisco a quelli non accecati dal campanilismo, che vogliono realmente comprendere i termini reali della questione stentano a raccapezzarsi. Tuttavia il comune buon senso dovrebbe far propendere per il principio “l’unione fa la forza”; ma questo principio, storicamente, ha difficoltà ad affermarsi al sud. Ci trasciniamo, acriticamente, con questa visione corta, sia in senso spaziale che temporale; eppure i risultati sono sotto i nostri occhi: non c’è statistica (economica, sociale, culturale) che non denunci il ritardo del meridione. Gli unici beneficiari di tutto ciò sono i notabili politici ed i loro portaborse.Eppure vi sono le potenzialità per avviare un decisivo sviluppo socio-economico dei nostri territori. Esistono opportunità per risolvere i nostri problemi che non sono colte a causa dei nostri stessi problemi; un circolo vizioso che occorre spezzare. Certo non è facile giacché il problema è innanzitutto culturale: i nostri problemi dobbiamo risolverli, innanzitutto, noi. Certo è indispensabile l’intervento del Governo e dell’Europa ma a fronte di una mutata credibilità di uomini e progetti. Numerose sono le vicende che hanno intaccato la nostra credibilità: penso al cattivo o mancato uso dei fondi europei, agli sprechi e ai disservizi della sanità. Penso al modo pervicace con cui i politici locali, a differenza dei loro colleghi del centro-nord  ignorano colpevolmente le opportunità che possano limitare il loro potere come, ad esempio, la fusione dei comuni (v. “Una prova dell’inadeguatezza dei politici meridionali: la Fusione dei Comuni”)Progetti necessariamente ambiziosi e credibili, che uniscano le istituzioni ed i cittadini anziché dividerli. Quando il possibile complesso è accantonato per il praticabile immediato ad avvantaggiarsi sono coloro che cercano il consenso elettorale ed a perdere sono i cittadini, specialmente i giovani.