Il risultato del PD alle elezioni comunali di Napoli può definirsi disastroso; anche la flebile speranza di arrivare al ballottaggio è sfumata. Notevole è l’emorragia di voti che da 68.018 che erano nelle comunali 2011 sono diventati 43.790 Con una perdita di ben 24.228 voti (-36%).La percentuale dei votanti al primo turno, un dato su cui sempre si sostiene di voler riflettere, è scesa dal 60,32% al 54,11% e non è insensato ipotizzare che molti astenuti appartengano a quello che fu l’elettorato di sinistra.Il risultato negativo era nell’aria e, va detto, ha radici antiche. Sono numerosi i segnali che possono far parlare di una sconfitta annunciata. Limitandoci agli ultimi mesi la cronaca ha registrato: inchieste della magistratura, brogli, strane alleanze, accese polemiche e manifesta inadeguatezza dei vertici campani e una candidata poco convincente. Tutti punti che sono stati e saranno oggetto di discussione.Ma, in questa sede, desidero soffermarmi su un aspetto apparentemente marginale ma che, a mio avviso, fa parte della più vasta “cronaca di una sconfitta annunciata”.Il 2 giugno, a tre giorni dal voto, ho consultato due siti del PD Campano: www.pdcampania.it e www.pdnapoli.it. La homepage del primo riporta ancora i titoli delle regionali 2015 senza alcun riferimento alle elezioni comunali 2016. Sulla homepage del secondo risalta addirittura il titolo “Nuova campagna PD per le europee” con un unico riferimento all’attualità: l’annuncio della presenza della Ministra Boschi alla Stazione Marittima di Napoli il 15 aprile u.s..Mi è parso incredibile che per la campagna elettorale siano state inutilizzate queste due vetrine sul web; allora ho accostato i due siti con i corrispondenti di Torino, Milano e Roma.Il confronto è impietoso, tutti hanno curato e aggiornato i propri siti; come è normale che sia. In effetti che, nel terzo millennio, una organizzazione trascuri internet come canale comunicativo ha dell’incredibile; sostengo che è addirittura preferibile non esserci che essere presenti così malamente.Ovviamente non credo che una presenza così poco qualificata sul web sia stata determinante per la sconfitta ma … . Non occorre essere esperti per capire che questa mancata cura della comunicazione è , al tempo stesso sintomatica e deleteria. Sintomatica di un certo dilettantismo, di una colpevole sciatteria. Deleteria perché offre ai visitatore del sito l’idea di una rassegnazione, di una campagna rinunciataria, di abbandono delle “casematte”.Un partito e una candidata che hanno malamente gestito la “macchina” della campagna elettorale non possono, credibilmente, aspirare a governare quella, ben più complessa, di un area metropolitana.
Napoli, amministrative 2016. Il PD sconfitto al primo turno (anche sul web)
Il risultato del PD alle elezioni comunali di Napoli può definirsi disastroso; anche la flebile speranza di arrivare al ballottaggio è sfumata. Notevole è l’emorragia di voti che da 68.018 che erano nelle comunali 2011 sono diventati 43.790 Con una perdita di ben 24.228 voti (-36%).La percentuale dei votanti al primo turno, un dato su cui sempre si sostiene di voler riflettere, è scesa dal 60,32% al 54,11% e non è insensato ipotizzare che molti astenuti appartengano a quello che fu l’elettorato di sinistra.Il risultato negativo era nell’aria e, va detto, ha radici antiche. Sono numerosi i segnali che possono far parlare di una sconfitta annunciata. Limitandoci agli ultimi mesi la cronaca ha registrato: inchieste della magistratura, brogli, strane alleanze, accese polemiche e manifesta inadeguatezza dei vertici campani e una candidata poco convincente. Tutti punti che sono stati e saranno oggetto di discussione.Ma, in questa sede, desidero soffermarmi su un aspetto apparentemente marginale ma che, a mio avviso, fa parte della più vasta “cronaca di una sconfitta annunciata”.Il 2 giugno, a tre giorni dal voto, ho consultato due siti del PD Campano: www.pdcampania.it e www.pdnapoli.it. La homepage del primo riporta ancora i titoli delle regionali 2015 senza alcun riferimento alle elezioni comunali 2016. Sulla homepage del secondo risalta addirittura il titolo “Nuova campagna PD per le europee” con un unico riferimento all’attualità: l’annuncio della presenza della Ministra Boschi alla Stazione Marittima di Napoli il 15 aprile u.s..Mi è parso incredibile che per la campagna elettorale siano state inutilizzate queste due vetrine sul web; allora ho accostato i due siti con i corrispondenti di Torino, Milano e Roma.Il confronto è impietoso, tutti hanno curato e aggiornato i propri siti; come è normale che sia. In effetti che, nel terzo millennio, una organizzazione trascuri internet come canale comunicativo ha dell’incredibile; sostengo che è addirittura preferibile non esserci che essere presenti così malamente.Ovviamente non credo che una presenza così poco qualificata sul web sia stata determinante per la sconfitta ma … . Non occorre essere esperti per capire che questa mancata cura della comunicazione è , al tempo stesso sintomatica e deleteria. Sintomatica di un certo dilettantismo, di una colpevole sciatteria. Deleteria perché offre ai visitatore del sito l’idea di una rassegnazione, di una campagna rinunciataria, di abbandono delle “casematte”.Un partito e una candidata che hanno malamente gestito la “macchina” della campagna elettorale non possono, credibilmente, aspirare a governare quella, ben più complessa, di un area metropolitana.