CALICI DI STELLE

NON VOLEVA ANDARSENE DAL SUO PAESE,ARRESTATO L'ULTIMO ABITANTE DI PESCARA DEL TRONTO


La storia di Enzo Rendina,58 anni,parla di un legame fortissimo con la sua terra,le Marche,e la sua casa.Rimasto senza abitazione a causa del terremoto,ha difeso fino alle estreme conseguenze l'arresto e la detenzione in carcere,la sua scelta di rimanere a tutti i costi,a Pescara del Tronto,a pochi metri dalla sua casa venuta giù con la scossa del 24 agosto scorso.C'è rimasto fino alla terribile mattina del 30 ottobre,quando la Terra ha tremato talmente tanto che ha convinto anche lui a spostarsi da lì.Ma solo di pochi chilometri,nella tendopoli di Borgo d'Arquata,dopo che il sindaco aveva ordinato l'evacuazione di tutte le abitazioni ridotte ormai a macerie.Anche il Commissario per la ricostruzione,aveva cercato di convincerlo ad andarsene.Ad alcuni media che lo avevano intervistato all'epoca,aveva detto:"Credo che fra non molto mi verrà messa a disposizione una casa,ma senza fretta,perchè prima devo tranquillizzarmi,devo riprendermi da questi 70 giorni che ho vissuto praticamente come un cinghiale,lavandomi con l'acqua ghiacciata della montagna."Invece Rendina ha continuato a restare fra le macerie,fra i soccorritori,in un primo momento nella tenda della Protezione Civile a a Borgo d'Arquata.Il suo voler restare lì,per la procura di Ascoli,equivaleva a turbare e ostacolare le funzioni operative della Protezione Civile e rallentare le operazioni per la costruzione delle soluzioni abitative di emergenza.La neve del 18 gennaio,che ha fatto collassare la tenda,ha costretto i vigili del fuoco a soccorrerlo e portarlo nel loro campo base nella zona industriale di Pescara del Tronto.Il 30 gennaio,Arquata l'ha lasciata a bordo di un'auto dei carabinieri che lo hanno arrestato,ma poi il giudice gli ha restituito la libertà,ma con il divieto categorico di tornare nella sua Terra,almeno per il momento.La sola colpa di Rendina è di essere innamorato della propria Terra e che lì vuole vivere.