CALICI DI STELLE

CHI SI LAMENTA NON GODE


Qualche settimana fa Papa Francesco ne ha fatta un'altra delle sue. Ha appeso sulla porta dell'appartamento dove vive in Vaticano, un cartello con la scritta"vietato lamentarsi". Il cartello gliel'aveva regalato lo psicologo e psicoterapeuta Salvo Noè. A Francesco è piaciuto così tanto che non ci ha pensato due volte e l'ha fatto suo. Il divieto di lamentela, infatti, prevede anche pene severissime. I trasgressori sono soggetti ad una sindrome da vittimismo, con conseguente abbassamento del tono dell'umore e della capacità di risolvere i problemi. La sanzione è raddoppiata qualora la violazione sia commessa in presenza di bambini. Per diventare il meglio di sé bisogna concentrarsi sulle proprie potenzialità e non sui propri limiti. Quindi:"smettila di lamentarti e agisci per cambiare in meglio la tua vita." Di fatto, un inno alla fiducia in sé stessi. A volte, guardandoci intorno o riflettendo sui nostri piccoli o grandi guai quotidiani, sembra di vivere nel Paese della lamentela perenne. Ci lamentiamo di tutto e di tutti:dei migranti, dei politici al governo e di quelli all'opposizione, dei magistrati, dei giornalisti, dei medici, degli avvocati, degli idraulici e dei tranvieri. E poi dello stipendio, della pensione, dell'orario di lavoro, dell'afa estiva e della pioggia inattesa, del caro prezzi, delle code in macchina e allo sportello, dei treni, in cui fa troppo caldo o troppo freddo, del vicino rumoroso e del partner silenzioso, del canone Rai e degli spot pubblicitari, degli ombrelloni troppo ravvicinati e del bar troppo lontano, del farmacista che esige la ricetta e del cliente che pretende la fattura. Si borbotta tra colleghi, ci si lamenta con i capi, si scrivono lettere ai giornali, si va in tv per gridare che così non va. E si fanno i paragoni. Con quello che guadagna di più e lavora meno, ha la casa al mare o la barca. Sì, perché la lamentela va di pari passo con l'invidia, e, com'è scritto nel cartello di Papa Francesco, con il vittimismo. Che spesso è cosmico è nutrito di luoghi comuni su come si stia meglio in Germania, in Francia, in Gran Bretagna o negli Stati Uniti. Il risultato è che ci si adagia, si dà la colpa al Mondo, ci si piange addosso e non si fa assolutamente nulla per cominciare, passo dopo passo, a cambiare lo stato delle cose. Canta Jovanotti nella canzone Fango:"Ti guardi intorno e non c'è niente:un Mondo vecchio che sta insieme solo grazie a quelli che hanno il coraggio di innamorarsi. E' una musica che pompa sangue nelle vene e che fa venire voglia di svegliarsi e di alzarsi, e smettere di lamentarsi." Ecco qua:smettere di lamentarsi. Sarebbe un buon inizio.