CALICI DI STELLE

GLI HACKER ENTRANO NELLA NOSTRA VITA PER RUBARE INFORMAZIONI


Detta così sembra la sceneggiatura di una serie tv, ma di fantastico c'è ben poco. La minaccia hacker può entrare nelle nostre case attraverso qualsiasi dispositivo elettronico. Ogni apparecchio collegato a Internet o in grado di dialogare con il nostro telefonino può rappresentare una porta d'accesso. In realtà, degli estranei si sono appropriati della nostra privacy, delle nostre abitudini, e noi diventiamo tracciabili anche quando accendiamo o spegniamo la luce. Gli hacker potrebbero bloccarci di colpo tutti gli elettrodomestici e chiedere alle aziende produttrici un riscatto per riaccenderli. O ancora, potrebbero rubarci l'identità, girare i nostri dati a qualche società che imposta ricerche di mercato, o manipolare le nostre bollette. Poco tempo fa, due informatici di una società statunitense hanno simulato un attacco hacker a Las Vegas, durante un incontro Stampa, mandando in tilt l'intero impianto di aria condizionata di un albergo. Restando nell'ambito delle simulazioni, è stato dimostrato che non ci vuole granchè nemmeno a manomettere il computer di bordo di un'auto e guidarla a distanza come fosse un giocattolo. La minaccia riguarda tutti:singoli individui, grossi marchi e anche piccole imprese e start up, costrette a pagare il riscatto pur di non fermare il lavoro. Altro pericolo:il pacemaker del cuore. Anche quelli hanno un codice e possono essere gestiti da "remoto" per la manutenzione ordinaria evitando interventi chirurgici. Qualche mese fa negli Stati Uniti, l'allarme è scattato davvero. La società sanitaria Abbott Laboratories ha inviato una lettera al personale medico degli Usa, avvertendo che alcuni dei suoi pacemaker contenevano falle informatiche e potevano diventare bersaglio degli hacker. Oltre 460 mila pazienti sono stati convocati per l'aggiornamento dati del dispositivo cardiaco. "I dati emersi dall'analisi di centinaia di attacchi gravi del primo semestre 2017 sono emblematici, spiega Andrea Zapparoli Manzoni, membro del comitato direttivo Clusit. "Senza investimenti adeguati in sicurezza , l'applicazione delle tecnologie informatiche al business e nelle vite dei singoli cittadini, rischia di diventare  un boomerang, generando rischi economicamente e socialmente insostenibili."