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DISABILI: IN ITALIA LA SOLIDARIETà SOSTITUISCE I SERVIZI


La solidarietà sostituisce la carenza dei servizi. Questo è il dato di fatto. E' Accettabile? E' possibile che nel 2018 si debba ancora ricorrere al volontariato per poter fruire di servizi essenziali al proseguimento di una vita dignitosa, decorosa, inclusiva e autonoma? Esiste poi un aspetto economico che non si può ignorare. Molte di queste realtà vivono di contributi pubblici che sono erogati sulla base di progetti presentati e ritenuti validi all'interno di prerequisiti che di volta in volta sono la cornice entro la quale disegnare un'idea di servizio o di assistenza. Ma sorge un dubbio. Se il singolo disabile avesse a disposizione più risorse economiche assegnate in base ad un progetto realmente ritagliato sulle sue esigenze, non sarebbe più inclusivo, più motivante? Serebbe anche più realistico e più concreto che la singola persona scegliesse direttamente dove spendere queste risorse e a quale servizio rivolgersi, così da lasciare spazio a quel libero arbitrio dell'autodeterminazione, che per quanto assistito da amministratori o tutori deve rimanere rispettoso della persona. Continuare a finanziare Centri ad hoc e servizi per la disabilità non fa altro che favorire il ghetto. Si continua a mettere insieme persone con problematiche differenti, età diverse, ambizioni, possibilità, sogni e situazioni totalmente diverse con l'unico requisito che torna a essere la disabilità. Non c'è nulla di inclusivo in tutto questo. Il pacchetto-prodotto servizio viene così stigmatizzato per un'altra ipocrisia di fondo:situazioni dove la persona disabile vive una condizione tanto grave da poter recare danno a sè stessa o agli altri. In questi casi è fuori tema e fuori indirizzo dirlo apertamente. Si procede verso il deteriore. Si toglie tutto a tutti purchè siano disabili.