CALICI DI STELLE

LA FOTO DELLA MOGLIE MORENTE SUL PACCHETTO DI SIGARETTE


 Una tragedia che era successa qualche mese prima e che nulla aveva a che fare con il fumo. Quella raccontata dal Resto del Carlino è una storia incredibile. Come noto, da anni i pacchetti di bionde riportano una o più foto di malati terminali a causa del tabacco per convincere, quasi sempre senza riuscirci, a smettere di fumare. Nel caso del 50enne, però, l'immagine non è passata inosservata. E non poteva essere altrimenti, visto che l'immagine impressa sul pacchetto mostrava la moglie sul letto di morte, intubata e con la testa fasciata. La donna era scomparsa nel novembre 2017 per una malattia che non aveva niente a che vedere con la nicotina. Questo il motivo che più di tutti ha spinto il marito a rivolgersi al suo avvocato Guglielmo Guerra, il quale ha inviato una lettera al colosso del tabacco che utilizza la foto-choc della moglie sulle confezioni di diverse marche del gruppo."Quella pubblicazione non è mai stata autorizzata e che prima di pubblicizzare l'immagine, l'operatore deve verificare se ci sia o meno il consenso della parte interessata, e che nel caso di specie verosimilmente nessun controllo è stato effettuato", ha scritto il legale del 50enne minacciando un'azione legale. Tardiva, e spietata, la risposta dell'azienda: "Le segnaliamo che le informazioni, così come le immagini che appaiono sui pacchetti di prodotti del tabacco, sono tassativamente indicate e incluse negli elenchi stabiliti dalla normativa europea e dalla legislazione nazionale. In buona sostanza, la società utilizza solo diciture e immagini stabilite dalle predette normative e inserite negli appositi archivi ufficiali, strutturati per consentire alle società produttrici l apposizione delle avvertenze di legge sulle confezioni. Non c' è peraltro alcuna discrezionalità nella scelta delle immagini da parte degli operatori del settore che sono obbligati a usare le immagini (che normalmente sono 14 per anno)". Quindi l'invito a "contattare il competente dipartimento della Commissione europea o il ministero della Salute". Ma il 50enne non ci sta e attraverso il suo legale ha intentato una causa per chiedere un risarcimento di 100 milioni di euro.