CALICI DI STELLE

ALLEVAMENTI ITTICI: L'INUMANA SOFFERENZA DI BRANZINI E ORATE


Anno dopo anno l'acquacoltura continua a confermarsi come il settore alimentare con il più alto tasso di crescita. A livello globale, la produzione acquicola ha ormai superato quella proveniente dalla pesca di cattura selvatica e costituisce la fonte di approvigionamento principale di risorse ittiche destinato al consumo umano diretto. Tuttavia, negli allevamenti intensivi, milioni e milioni di pesci sono privati della loro libertà, esposti a fattori di stress e sottoposti a pratiche crudeli. Si tratta di una realtà ancora largamente ignorata che ha conseguenze negative non solo per gli animali, ma anche per i mari e gli oceani. Per questa ragione, Essere Animali continua il lavoro investigativo all'interno dell'industria dell'acquacoltura, con l'obiettivo di puntare i riflettori sul lato oscuro della produzione ittica e mostrare la sofferenza dei pesci allevati a scopo alimentare.Rinchiusi in gabbbie di pochi metri quadrati, branzini e orate si muovono in cerchio in preda all'apatia scontrandosi l'uno con l'altro. Al momento dell'uccisione, a questi animali è riservato il trattamento più doloroso. Una volta prelevati dall'acqua, rimangono sospesi nell'aria all'interno di reti, dove ammassati gli uni sugli altri si feriscono e vengono schiacciati dal peso degli altri pesci intrappolati. Infine, vengono gettati ancora vivi all'interno di contenitori di acqua e ghiaccio dove boccheggiano agonizzanti prima di morire di congelamento e asfissia. La perdita di coscienza non è immediata, ciò comporta soffrire terribilmente per interminabili minuti. L'Organizzazione Mondiale della Sanità considera questo metodo di uccisione inadeguato, ed è una chiara violazione delle norme internazionali in materia di benessere dei pesci d'allevamento destinati al consumo umano.