CALICI DI STELLE

LE SOFFERENZE PATITE DEI POLLI AIA


Essere animali ha documentato per la prima volta in Italia l'intero ciclo di allevamento del pollo, grazie al lavoro di un investigatore infiltrato che è stato assunto per un mese in una grande azienda del Piemonte proprietaria di diversi allevamenti e fornitore di Aia, il principale produttore di carne avicola in Italia. Le immagini diffuse dal Tg1 in prima serata sono state viste da milioni di persone ed hanno mostrato le sofferenze patite dai polli dal momento in cui raggiungono l'allevamento a un solo giorno di vita, fino a quando vengono caricati per il trasporto al macello. Durante le 6 settimane di allevamento, i polli vengono stipati in capannoni che arrivano a contenere fino a 30.000 esemplari, 20 in un metro quadrato, senza poter mai vedere la luce del sole. In questo breve periodo vengono nutriti in continuazione con mangimi iperproteici e con della sabbia di fiume che serve ad integrare l'apporto di Calcio. I pulcini devono convivere con malformazioni, problemi respiratori, neurologici, cardiaci e di deambulazione. La lettiera in cui giacciono non viene mai cambiata anche quando è ormai carica dell'ammoniaca proveniente dalle loro deiezioni e questo provoca dolorose dermatiti e perdita delle penne. Dopo qualche settimana, il petto dei polli è talmente pesante da impedirgli di muoversi. Come se non fosse già abbastanza, i pennuti devono far fronte anche alle violenze e alle negligenze degli operatori, che dimostrano di non essere adeguatamente formati, o di non seguire la normativa sul benessere animale come previsto dalla legge. La mortalità dentro le strutture arriva a toccare i 20 polli al giorno, ma per garantire la sopravvivenza del maggior numero di pennuti, questi allevamenti ricorrono ad un uso massiccio e costante di antibiotici.  La somministrazione avviene per trattare in modo preventivo tutti i polli in maniera indistinta, ovvero, prima che questi presentino segni clinici di una malattia. L'utilizzo indiscriminato di antibiotici è tanto allarmante quanto pericoloso, perchè contribuisce al fenomeno dell'antibiotico resistenza, definita dall'Organizzazione Mondiale della Sanità una minaccia per la salute globale, come afferma Simone Montuschi, presidente di Essere Animali. Un grave problema per la salute umana, poichè rende più difficile la cura delle malattie infettive.