CALICI DI STELLE

QUANDO PER UN TATUAGGIO SI RISCHIA LA CARRIERA


Il caso di Arianna Virgolino, 31 anni,(foto) Agente della Polizia Stradale, costretta a restituire il distintivo, la divisa e la pistola, da una sentenza del Consiglio di Stato che l'aveva condannata per un cuore con coroncina disegnato sul polso(poi rimosso), è l'ennesimo capitolo della guerra che le Forze Armate e di Pubblica Sicurezza combattono da tempo contro i tatuaggi. Arianna Virgolino aveva superato le preselezioni per l'ingresso il Polizia, piazzandosi ai primi posti tra 89 mila candidati. A quel punto, si era sottoposta ad alcune costose e dolorose applicazioni laser per la parziale cancellazione del tatuaggio, ma, durante le successive visite, un medico si era accorto della cicatrice e aveva decretato la sua esclusione dal concorso. La ragazza aveva fatto ricorso al Tar, il Tribunale Amministrativo,vincendo in primo grado. Il Consiglio di Stato ha ribaltato la sentenza. Il riferimento normativo in materia è la direttiva emanata il 26 Luglio 2012 dallo Stato Maggiore della Difesa. Chi fa parte delle Forze Armate e dei Corpi di Polizia Giudiziaria, non può avere tatuaggi di qualunque genere sulle parti del corpo non coperte dall'uniforme estiva:braccia, polsi, mani, collo, volto. Consentiti quelli sul petto, spalle e gambe(ma non per la donna che indossa la gonna d'ordinanza). Sono proibiti, su qualsiasi parte del corpo, i tatuaggi dai contenuti osceni, con riferimenti sessuali, razzisti, di discriminazione religiosa e che possono portare discredito alle Istituzioni della Repubblica Italiana e delle Forze Armate. Tocca ai medici dei concorsi o ai comandanti di reparto sanzionare le violazioni.