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Cherudek - Valerio Evangelisti. Il fascino dei sogni d'ombra.


Ho finito uno dei libri di Valerio Evangelisti. Non ricordo se il sesto o il settimo dei suoi, mi piace molto come scrittore, trovo che il suo modo di comporre una trama intrecciando diversi piani temporali e diverse storie che apparentemente non hanno niente in comune l'una con l'altra sia fantastico. Questa volta è toccato a Cherudek. Tortuoso, macchinoso e a tratti oscuro. Anche questo nuovo capitolo della saga dell'inquisitore Eymerich non differisce da quelli che lo hanno preceduto in quanto a costruzione narrativa. Concepito come un quadro a più livelli che tornano a combaciare nel finale, il libro si dipana fra un passato oscuro e un tempo senza tempo dalle caratteristiche inquietanti. Tetra ma affascinante l'ambientazione nella città avvolta dalla nebbia. Possiede quella sostanza a metà strada fra sogno e incubo capace di far molta presa sul lettore, su di me di sicuro. Dall'altra parte un nuovo caso di eresia nel nord della Francia, già teatro di uno dei processi più violenti orditi dall'inquisitore. Su tutti domina, più che in altri, la figura Eymerich, la sua lucida, impassibile e geniale come sempre inventiva. Come pochi “San Malvagio” risulta irritante ma, indubbiamente, non si può fare a meno di ammirare il suo acume. Fra i libri dedicati all'inquisitore d'Aragona forse è fra quelli che più mi è piaciuto, fatta eccezione per “Il castello di Eymerich” che rimane, almeno per il momento, in cima alla mia personale "classifica Evangelisti". c.j.