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Orti insorti – Elena Guerrini


Un giro in libreria, il mio passatempo preferito, ed ecco che per puro caso, lo sguardo mi cade su questo libretto, piccolo, all'apparenza talmente insignificante da non sembrare neanche un libro...Se non fosse perché a volte mi colpiscono le cose più strampalate non lo prenderei neanche in mano.Ma finisco per comprarlo. Ed ecco la piacevole sorpresa.Grazioso, poetico, un po' nostalgico forse... quella nostalgia che ha il profumo di luoghi incontaminati dove si muovono persone vere, persone che hanno addosso lo stesso odore della terra che coltivano e delle piante che seguono con tanta cura.Il testo di Elena Guerrini ha una grande forza evocativa, capace di portare alla mente scenari che non sono neanche tanto lontani nella nostra storia, ma che sono stati fin troppo velocemente dimenticati. Un viaggio in un passato neanche troppo remoto, che ha un grande fascino.Fantastica la figura di nonno Pompilio rude sì, ma dall'animo così gentile da coprire le piante con abiti smessi pur di non far loro prendere freddo... Semplicemente fantastico.Persino questo modo di scrivere dove risuonano accenti maremmani.E scopro che il testo è una pièce teatrale, un monologo portato nelle piazze, nei teatri dove, alla fine dello spettacolo regalano un sacchetto di semi. Stupendo.Mi è venuta voglia di vederlo questo spettacolo, io, che del teatro non sono così patita. Ma questo libro mi è piaciuto davvero e lo consiglio.c.j.