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Il cacciatore di aquiloni


  Il racconto "Il cacciatore di aquiloni", di Khaled Hosseini, ha come protagonisti principali due bambini, uno dei quali è il narratore, la voce parlante, da cui prendono vita i punti di vista. La storia non segue subito l'ordine cronologico degli eventi: si parte dal 2001, si torna poi indietro scavando nella vita di Amir, ormai adulto, per giungere successivamente e nuovamente al presente.La storia ha luogo in Afganistan, nella casa di Baba e di suo figlio Amir, senza la presenza della moglie, la quale era morta durante il parto, mettendo alla luce quest'ultimo. Questi vivono insieme al servo Ali e a suo figlio Hassan, compagno di mille avventure di Amir. Sono proprio questi due i protagonisti del racconto, inseparabili amici, che amano sempre passare le giornate insieme, in qualsiasi modo: dallo stare sotto un albero di melograno per ascoltare le storie lette ad Hassan da Amir o anche semplicemente giocando insieme, ma ciò che più gli unisce è la gara di aquiloni che si svolge a Kabul ogni anno. I due sono ovviamente un incredibile duo, Amir è abilissimo nel tagliate il filo degli aquiloni avversari, mentre Hassan, che durante la gara regge il rocchetto alle spalle del primo, è anche il più bravo cacciatore di aquiloni, ovvero colui che, tagliato l'ultimo aquilone, si affretta nel cercare di recuperarlo, come trofeo. Nel caso di Hassan lo recupera sempre, come conferma anche Amir, "diceva che cacciava l'ombra dell'aquilone, ma lui non cacciava l'ombra, lui semplicemente..sapeva.". Fu proprio questo evento, la gara, tra l'altro vinta dai due ragazzini, a spegnere quell'affiatamento che da sempre ardeva nei due, affiatamento che man mano svanisce, come la loro amicizia: al termine della gara Hassan come di solito, si affretta a recuperare l'aquilone che in picchiata raggiunge il suolo. Una volta recuperato viene però fermato da un bulletto di nome Assef, che con i suoi amici lo accerchia e lo ricatta, non gli avrebbe fatto del male in cambio dell'aquilone, ma fedele all'amico, l'hazara rifiuta e di conseguenza Assef lo violenta. Alla scena assiste, anche se nascosto, Amir che, da codardo, non interviene. Per questa situazione di rimorso, il ragazzo si allontana dal servo, perseguitato da sensi di colpa che lo seguiranno per tutta la vita. Termina così la loro amicizia e inizia per Amir una nuova vita, costretto ad abbandonare la sua casa per l'arrivo dei russi. Così Baba e suo figlio si rifugiano in America, a San Francisco, dove conosce Soraya, la figlia del Generale, con la quale si sposa. Importante personaggio di questo racconto è Rahim Khan, stretto amico di Baba, il quale da sempre appoggiava l'idea del giovane Amir, di studiare per intraprendere la carriera di scrittore. E' proprio questo che 25 anni dopo raggiunge per telefono il ragazzo, annunciandogli di raggiungerlo in Pakistan, dove si è rifugiato, in seguito all'arrivo dei talebani in Afganistan, perché vuole parlargli. Accettata la richiesta raggiunge il vecchio amico, dal quale verrà a sapere che Hassan è suo fratellastro e che, ormai morto insieme alla moglie, ha un figlio di nome Sohrab, il quale vive in un orfanotrofio. Deciso a portare con sé il bambino in America si dirige a Kabul. Lì scopre che il bambino è ostaggio di una sua vecchia ostilità, il bambino è con Assef. Stringendo i denti, Amir si scontra dopo 25 anni contro la sua grande paura, e grazie all'aiuto di Sohrab supera ogni ostacolo e ferito nel fisico ma non nell'orgoglio, riesce a raggiungere l'America. Il bambino è diffidente e ha paura, non è riconoscente e sembra non apprezzare la possibilità di una nuova vita. Ma saranno proprio gli aquiloni a risvegliare le antiche passioni trasformando Amir e Sohrab in una grande coppia, nel gioco e nella vita.