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Commento Libri


 I due libri di Hosseini sono stati veramente bellissimi, molto scorrevoli, delle volte intriganti, hanno sempre attirato la mia attenzione e la lettura è sempre stata leggera, infatti ho impiegato poco tempo per leggerli. Non a caso ho scelto come libro a piacere il secondo di Hosseini "Mille splendidi soli", è stata proprio una mia scelta, spinto e incuriosito da un'altra storia emozionante, desideroso di sapere e scoprire di più, riguardo agli argomenti molto delicati, che forse se studiati con la sola storia possono risultare molto difficili da comprendere. Hosseini è un po' lo scrittore degli umili, sostiene i più deboli, non a caso sia nel primo che nel secondo libro uno dei protagonisti principali è un hazara, di rango inferiore rispetto ai pashtun. Sia nel primo che nel secondo libro gli scenari restano gli stessi, è la trama che ramificandosi, si differenzia nei due romanzi. In entrambi i casi siamo in Afganistan, a Kabul per l'esattezza, sovrastata prima dai russi, successivamente dai talebani considerati "i liberatori" i quali, inizialmente visti come tali, vengono appoggiati e seguiti, poi, ormai troppo tardi, riconosciuti come invasori, veri e propri assassini di una società che era pronta a risorgere, e infine l'arrivo degli americani. Nel primo libro vengono sottolineate le differenze in campo sociale, le differenze fra hazara e pashtun, i diritti che gli uni avevano e che agli altri non spettavano, evidenziato ancor maggiormente dai toni senza rispetto che Assef usa con Hassan; nel secondo invece viene trattato un argomento più delicato, si parla della donna, dei suoi "diritti" e dei suoi doveri. In realtà avevano solo doveri, rispettare numerose leggi, obblighi, ordini, e effettivamente prive di diritti, a loro non era concesso nulla (tutto scritto nelle pagine 288-289), private di tutto, anche della dignità, del rispetto che un qualsiasi individuo dovrebbe avere, private di ogni diritto di esistenza, private praticamente di vivere. Fortunatamente Hosseini, in entrambi i romanzi, riesce, anche se in maniera piuttosto parziale, a concludere il racconto con un limitato lieto fine, strappando un piccolo sorriso al lettore e delle volte anche una lacrima devo ammettere che al finale del secondo libro mi sono emozionato anch'io.