claudio cisco

SULL'ORLO DELL'ABISSO


Dimora in meun continuo e sempre vivo bisogno d'innocenzacome memoria limpida, essenzialenon coperta da incrostazioni.Tornano nella mia mentelontane primavere, gigli appassiticome visioni taciturne e distantie tra echi sepoltiin un urlo senza vocecadendo vittima del segreto logorio della vita,subisco inerme la vecchiaiacome qualcosa di ineluttabilestagione ultima, cupa e persino squallidain cui sopravvive solo la memoria.Non è tanto l'immagine della decadenza fisicadell'inarrestabile declino che mi colpisce,quanto la fugacità, la brevità del tempolo spazio attraversato in un lampo da ogni cosa,anche le immensità celestidove ho cercato quasi un punto focaledella mia esistenza.Oggi sono immerso nella follia più lucida,il mio mondo è l'irrazionale, sembra una maledizione o una profeziail mio pensiero si muove sempre sull'orlo dell'abisso.Non c'è più luce, non c'è chiarezzanel mondo informe, tumultuoso del mio vissuto.Mi sgorga dentro un'impressione d'inerzia, di passivitàche traspare dalla contemplazione della natura,ha il gusto del tempo e delle sue rovineperché quest'ultimo, pur nella disperazione e nella malinconia,è il solo che mia dia una qualche trepidazioneun'incertezza, una sorpresa.