« SPERANZAPasso tratto dal libro d... »

Passo tratto dal libro di Claudio Cisco "Colei che brevemente fu e che mai in vita conobbi"

Post n°46 pubblicato il 30 Maggio 2020 da claudiocisco

QUANDO L'IMMAGINAZIONE ECLISSA LA REALTA'.

L'INCREDIBILE E MISTERIOSA AVVENTURA

VISSUTA DA UN RAGAZZO

OLTRE I CONFINI DELLA VITA

 




COME LA VEDEVO

La sua voce era dolce e comune a quella di tante altre ragazze della mia città. Aveva infatti quel tipico accento messinese che si percepisce subito, specie per chi viene da fuori, pur parlando in perfetto italiano. Quella sua voce fina, contrastava un po' con quel suo aspetto angelico, non perché non fosse gradevole all'orecchio, ma perché non possedeva quell'alone di mistero che era invece riscontrabile nella sua figura. La voce insomma sembrava più reale e umana del suo aspetto. Man mano che mi parlava e le nostre conversazioni diventavano più intime, anche la sua immagine si faceva via via sempre più normale, fino ad abbandonare del tutto quel non so che di inquietante e misterioso che aveva in lei quando mi apparve per la prima volta. Ad un certo punto, la sua fisionomia divenne talmente reale da sembrare assolutamente umana, tanto da poter essere scambiata tranquillamente per qualunque altra ragazza. L'unico indizio che mi riconducesse alla sua vera natura, mi era fornito dal suo abbigliamento che era del tutto ottocentesco e quindi la rendeva inevitabilmente diversa. Tutto questo però non sottraeva nulla al suo fascino ma la faceva apparire straordinariamente viva e reale, appartenente appieno alla mia dimensione, facendomi sentire perfettamente a mio agio con lei. Indossava un lungo vestito bianco che le donava molto e che le arrivava fin quasi ai piedi, con dei ricami fantasiosi dello stesso colore ma che si notavano perché d'un bianco più intenso. Era un vestito leggero e primaverile anche se a maniche lunghe in forte contrasto col periodo invernale di allora. Mi appariva vestita sempre allo stesso modo. Le scarpe erano nere, senza tacchi, anch'esse primaverili ma mi sembravano uguali a quelle usate ai giorni nostri.

Sicuramente dovevano essere per forza ottocentesche ma io, forse perché da sempre ignorante in fatto di moda, non lo capivo. A me davano quasi l'impressione di essere le scarpe di Cenerentola ed io mi sentivo il famoso principe azzurro. Il suo fisico era snello, non grasso e non magro, perfettamente giusto, adatto a indossare qualsiasi tipo di vestito. Le sue forme delicate non apparivano troppo evidenziate né particolarmente seducenti. Era alta quasi quanto me, 1,70 circa. La sua carnagione chiara era più da ragazza nordica che da siciliana ma serviva a farle aumentare il fascino perché spiccava col bruno dei suoi capelli e col nero degli occhi, quegli occhi sempre puntati sui miei quando mi parlava, quasi non riuscisse mai a distrarsi tanto da procurarmi un certo imbarazzo, una sottile pudica timidezza.

Il suo volto aveva perso quel pallore angelico, diventando d'un colore normale, persino solare. Le sue ciglia, il suo naso, i denti, la bocca, tutto di lei mi appariva perfetto senza nessun difetto. Era il suo un viso acqua e sapone, senza trucco, dai lineamenti delicati, che dimostrava esattamente la sua età, quasi 17 anni. Era sicuramente carina, direi bella ma non bellissima, non era dotata di un fascino eccelso. Mi sembrava umana, terribilmente umana.

Non faceva smorfie di nessun tipo né cambiava spesso d'umore ma aveva un bel carattere, sempre allegro, disponibile al dialogo, socievole. Dolce nei gesti, aveva però un qualcosa di alterato nel portamento, involontario, forse perché era nobile. I suoi capelli erano bellissimi, lunghi ma non troppo, ondulati, le arrivavano fino alle spalle. Erano bruni, del colore che a me piaceva di più in una ragazza, si era completamente tolta le trecce. Era, in conclusione, una ragazza normalissima, tranne un piccolissimo e irrilevante particolare, era morta più di cento anni fa.

Da questo momento in poi, il racconto assume le vesti del dialogo che io ho voluto chiamare "Dialogo della semplicità", per mettere in evidenza come nella semplicità, e quindi nella purezza incontaminata dei sogni, si possono vivere esperienze ed emozioni trascinanti, uniche, di altre dimensioni.



DIALOGO DELLA SEMPLICITA'

Marietta: Grazie Manuel per essere venuto a trovarmi.

Manuel: Figurati, lo faccio con piacere. Parliamo un po' di te, vuoi?

Marietta: Certo.

Manuel: Come passavi il tuo tempo libero?

Marietta: La mattina uscivo con mia madre oppure con mia cugina o qualche amica, questo quando non c'era la scuola, specie nelle vacanze.

Manuel: Ma tu eri brava a scuola?

Marietta: Moltissimo, ero la prima della classe. Pensa che quando sono morta, i miei compagni, le mie compagne, i miei professori erano tutti al mio funerale. Molti di loro piangevano. Alla fine mi hanno fatto un applauso lunghissimo.

Manuel: Fino a che classe sei arrivata?

Marietta: Fino quasi alla fine cioè alla terza media. Ai miei tempi chi aveva la licenza media era come un laureato dei tempi tuoi. Io perché ero nobile ero istruita, ma quasi tutti gli altri ragazzi lavoravano o facevano solo la scuola elementare.

Manuel: Con tuo padre andavi in giro a fare passeggiate?

Marietta: Sì, ma poche volte, era sempre impegnato con la politica, era senatore. Ricordo che mi portava al teatro. Sai, era un padre affettuosissimo e premuroso, nel senso che la politica restava fuori dalla famiglia. Ogni Natale mi portava i regali più belli. Avevo un albero favoloso, ricco di colori e sorprese.

Manuel: E che volevi di più dalla vita?

Marietta: Tutto ancora, ma mi è stata tolta e forse è stato meglio così. Non rimpiango proprio nulla di ciò che avevo sulla terra. Dio mi ha fatto dei doni molto più belli ed eterni. Le sue idee non sono quelle degli uomini.

Manuel: Ma tu eri felice, orgogliosa di essere figlia di nobili o preferivi essere nata normale o magari povera?

Marietta: Per me era indifferente. Sono sempre stata modesta. Non ho mai avuto arie. Poi, del resto, non sarebbe stato merito mio, così come sono nata nobile, potevo benissimo nascere povera. Sono nata nobile ma non sono morta lo stesso? La ricchezza terrena non vale niente, è quella dell'anima che conta.

Manuel: Eravate ricchi?

Marietta: Assolutamente no! Ma che cosa ti sei messo in testa, che avevamo castelli giganteschi come quelli delle favole? Ai miei tempi c'erano un'infinità di problemi, tante malattie incurabili, addirittura il Regno d'Italia era stato proclamato da poco, c'erano tante rivalità tra gli uomini, tanti contrasti.

Manuel: Vedo che sei molto preparata in storia!

Marietta: Ma no, certe cose si sapevano per sentito dire. Noi abitavamo in una casa un po' più grande delle altre a livello terra. Sai dove? In centro, al Corso Cavour, allora si chiamava così e non so se esiste ancora, le strade erano molto diverse da quelle di oggi. Io ricordo che avevo una stanzetta che sporgeva su un mercato e c'era sempre tanto traffico, tanta confusione con tutta la gente che andava a comprare. In realtà non c'era molta scelta nel mangiare, c'era frutta, pesce, uova, poca carne ma comunque era tutta roba genuina. C'era miseria in quel periodo.

Manuel: Come fai a dirmi che non eravate ricchi? Non ci credo.

Marietta: Ricchi per modo di dire, avevamo più dei poveri, proprietà terriere soprattutto, te l'ho già detto, c'era povertà, non poteva parlarsi di vera e propria ricchezza. E poi io ero piccola per interessarmi a queste cose. I soldi, la politica per me era come se non esistessero. Vivevo semplice con celestiale virtù e serena bellezza, proprio come ha fatto scrivere mio padre sulla mia tomba. A proposito di mio padre, sai, ha sofferto molto quando sono morta! Ero l'unica sua figlia, era particolarmente attaccato a me, mi voleva bene. Avevo anche un fratello, Ernesto, era un anno più piccolo di me. Pensa che è stato per due volte sindaco di Messina. Lui è morto a 49 anni nel 1905. Vedi questo signore sepolto al mio fianco? È mio padre, è morto 12 anni dopo di me, come vedi la morte non ha età. Guardalo bene, trovi che mi somiglia? Dicevano tutti che mi somigliava moltissimo. Lui il volto ce l'ha ancora sulla tomba, il mio si è rotto col terremoto del 1908. Ma cosa importa? Tanto tu mi vedi lo stesso.

Manuel: E tua madre? Tua madre dov'è sepolta? Come mai non è qui con te?

Marietta: Lei è sempre vicino a me. Qui al cimitero non so dove sia sepolta. Forse perché appartiene alla famiglia Stagno d'Alcontres sarà in qualche altro posto. Sai, c'è pure una mia cugina morta a 14 anni sepolta dove ci sono i bambini del mio secolo, il suo cognome era proprio Stagno d'Alcontres.

Manuel: Io ho fatto delle ricerche su di te e ho notato che nello schedario della tua famiglia risultano proprio tutti, tranne te. Come mai?

Marietta: Non lo so, è strano. Forse perché ho vissuto talmente poco e non sono stata né sposata e né in politica.

Manuel: Ai tuoi tempi si sposavano presto?

Marietta: Sì, almeno il più delle volte. C'erano molti matrimoni che venivano stabiliti dai genitori. Comunque mio padre e mia madre si amavano veramente.

Manuel: Che facevi nel tuo tempo libero?

Marietta: Un po' di tutto. Disegnavo, mi piaceva molto. Dipingevo il sole, il mare, la natura, paesaggi. Mi piaceva andare a cavalcare, avevamo un cavallo piccolino, si chiamava Puffy. Leggevo libri d'avventura, libri d'amore, scrivevo poesie. A proposito. Ho letto quella poesia che mi hai dedicato. È bellissima, mi ha colpita fino a farmi scappare le lacrime. È insolita, irreale, strana proprio come noi due che siamo qui a parlare da tanto tempo. Per noi è tutto così naturale, per gli altri magari è solo follia, fantasia. Eppure noi due siamo reali. Perché non provi a scrivere un libro sulla storia di noi due?

Manuel: Mi prenderebbero per pazzo, non lo leggerebbero neanche. Ma tu eri romantica? Ti piaceva la musica?

Marietta: Sì, Manuel, ero romanticissima come te e amavo la musica che era molto diversa da quella rumorosa di oggi. Mi ha fatto piacere che tu ti sia comprato un disco con la musica dell'Ottocento, così ti ricordi di me. Ma sei ancora convinto di volerti fare una tomba vicino alla mia?

Manuel: Certo che lo sono, vorrei essere sepolto vicino a te, quando sarà.

Marietta: Ma tu sei completamente pazzo, ma come puoi pensare una assurdità simile?

Manuel: Perché? Mi è sempre piaciuta questa zona del cimitero, queste tombe antiche. Ma sicuramente non me lo permetterebbero. Qui possono starci solo le tombe del tuo secolo.

Marietta: E meno male, così almeno cancelli dalla tua mente una idea simile. Ascolta Manuel, anch'io amavo come te la vita terrena, ogni cosa, un fiore, un insetto, un bimbo, una stella, una coccinella. Chi meglio di me ti può capire? Perché ero uguale a te. So che tu ti domandi perché quel bambino ingenuo, tanto bellino, che poi cresce man mano, che tu vedi nelle tue fotografie, debba invecchiare e magari in punto di morte anche soffrire come ho sofferto io. Ma sappi Manuel, che se Dio toglie qualcosa, lo fa solo per dare di più, molto di più. Ti darà doni molto più belli, più grandi, più certi, eterni. Devi credere e avere fiducia in lui. Dinanzi a Dio si è sempre giovani, molto più della giovinezza terrena. Sulla terra prima o poi tutto sbiadisce. In cielo tutto rimane per sempre puro, intatto, incontaminato. Non ha nessuna importanza se metterai la tua tomba vicino alla mia, perché sono solo pietre e null'altro. Noi saremo vicini lo stesso nei giardini dei cieli, se solo tu lo vorrai, dipende solo da te. Sarò io stessa in punto di morte a prenderti dolcemente per mano e a farti contemplare la bellezza di ciò che è Dio e anche tu, così come ho fatto io, piangerai di gioia. Tutto sarà chiarezza, consapevolezza nell'analizzare con occhi di verità il proprio operare terreno. Visionando dall'esterno, in punto di morte, il film della tua vita, ciò che hai vissuto ti sembrerà così lontano, non tanto nel tempo, quanto nello spirito. Si nasce sulla terra per morire, con un grido dentro che solo Dio fatto uomo può sentire e comprendere. L'esistenza terrena fugacemente svanisce nell'inesorabile scorrere del tempo, ma da ogni notte buia rinasce sempre il sole, e tu, tra suoni e colori indefinibili, vivrai la vera vita con amore. 

Manuel: Mi sto commuovendo, mi stanno quasi scappando le lacrime, sei più poetica di me. Posso prendere la tua mano?

Marietta: Certo che puoi.

Manuel: Allora tendi la tua mano verso la mia ed io farò la stessa cosa. Così arriverò a intersecare le mie dita con le tue dita in modo che possa stringerti forte la mano e sentirti più vicina.

Marietta: Va bene Manuel, ma non puoi sentire la mia struttura fisica perché i sogni non hanno corpo, stringeresti l'aria.

Manuel: Non m'importa. Afferra la mia mano adesso con la tua, le tue dita nelle mie, e stringiamo forte insieme.

Marietta: Ora che le nostre dita si stringono cosa stai provando Manuel?

Manuel: Forte, Marietta, troppo forte! Sto stringendo l'aria, non te, tu sei trasparente, sei un fantasma allora.

Marietta: Te l'avevo detto che non puoi sentirmi fisicamente.

Manuel: È emozionante lo stesso. È come un leggero brivido, una piccolissima scossa elettrica che non mi procura nessun fastidio, nessun dolore. E tu cosa provi?

Marietta: Le stesse cose che stai provando tu.

Manuel: Posso baciarti sulle labbra?

Marietta: Sì, se vuoi.

Manuel: Troppo forte, fantastico!

Marietta: Cosa hai sentito?

Manuel: Una strana sensazione. Come se sulle mie labbra, fosse caduta una gocciolina d'acqua fredda. Marietta dimmi la verità, mi trovi carino come ragazzo?

Marietta: Certo che lo sei.

Manuel: Se tu fossi viva e appartenessi al mondo reale, ti innamoreresti di me?

Marietta: Credo di sì.

Manuel: E mi sposeresti?

Marietta: Credo di sì.

Manuel: E vorresti figli da me?

Marietta: Non lo so, non ci ho mai pensato. Ma tu hai la ragazza?

Manuel: No!

Marietta: Perché?

Manuel: Non lo so, forse perché cerco una ragazza all'antica come te e non l'ho mai potuta trovare. Forse non esiste neanche. Senti, se portassi mia madre, mio padre, un amico qui, ti potrebbero vedere?

Marietta: No, solo tu puoi vedermi.

Manuel: E se provassi a raccontare a qualcuno l'esperienza che sto vivendo?

Marietta: Non verresti creduto, forse penserebbero che sei pazzo, un visionario.

Manuel: Cos'è la morte?

Marietta: Esiste solo quella fisica.

Manuel: Ma cos'è? Perché si muore?

Marietta: È come la nascita, solo che è al contrario. L'anima non muore mai, si trasforma soltanto cambiando dimensione ma noi restiamo sempre gli stessi, liberi ciascuno nella propria individualità in una dimensione di immortalità e benessere nell'amore eterno.

Manuel: Ma tu quanti anni hai ora?

Marietta: Potrei averne 16 come potrei averne 1000. Non esiste il tempo nel mondo dello spirito. Non ho un'età. Sono viva più dei vivi.

Manuel: Chi è Dio? Com'è?

Marietta: È infinita luce, è infinito amore. Devi adorarlo mettendolo al primo posto nella tua vita e aiuta il tuo prossimo dando forza e coraggio a chi non ce la fa.

Manuel: Ma chi l'ha creato?

Marietta: Quando si ama veramente qualcuno, non ci si chiede mai il perché e da dove nasca l'amore, si ama e basta. Troverai la risposta leggendo la Bibbia e dentro la Chiesa, nel tuo cuore la verità.

Manuel: E il diavolo esiste o è solo un'invenzione per metterci paura?

Marietta: Non è un mostro con le corna. È l'opposto di Dio, il contrario del bene. Con astuzia sfrutta il tuo punto debole e ti domina se credi che non esista, presentandoti il male come bene. Non può nulla contro la volontà del tuo cuore.

Manuel: Potrei parlare con mia nonna che è morta quando io ero ancora piccolo?

Marietta: Tua nonna non è mai morta e ha lo stesso desiderio di parlare con te anche perché sa molte cose più di te.

Manuel: Ma allora perché non possiamo parlarci?

Marietta: Per lo stesso motivo per il quale un pesce non può stare fuori dell'acqua e un uomo non può vivere sott'acqua.

Manuel: Ma perché dovrei credere a ciò che non vedo?

Marietta: Molte cose nella vita esistono ma non si vedono. Pensa alle onde elettromagnetiche, alla forza del pensiero. Il mondo dello spirito è vasto e complesso, innamoratene! Impara a guardare lontano, Dio ha un progetto d'amore anche per te. Mantieni con lui un rapporto vivo, gioioso e costante e nulla potrà insidiarti.

Manuel: Esiste il paradiso?

Marietta: È la luce di Dio.

Manuel: E l'inferno?

Marietta: È la mancanza di questa luce.

Manuel: Chi sono i santi?

Marietta: Anime più vicine alla luce. Cercali e ti aiuteranno.

Manuel: E i cattivi?

Marietta: Anime che non vedono la luce ma possono rivederla se si redimono vagando prima nella nebbia del purgatorio. Dio mette alla prova. Servono fede, perseveranza e pazienza affinchè Egli operi nella nostra vita.

Manuel: Puoi dirmi quando morirò?

Marietta: Non lo so ma anche se lo sapessi non te lo direi mai, sarebbe la fine, un conto alla rovescia. Non un secondo in più, non un secondo in meno di quando Dio ha già stabilito.

Manuel: Cosa ti piace di più di me?

Marietta: La tua sensibilità disarmante.

Manuel: Quando ci sarà la fine del mondo?

Marietta: Non lo so ma anche se lo sapessi, non te lo direi.

Manuel: È peccato suicidarsi?

Marietta: Perché questa domanda? Mi fai paura. È uguale a uccidere. Non puoi fuggire dai tuoi tormenti con la morte, li ritroveresti nell'altra vita.

Manuel: Qual'è il più grave peccato?

Marietta: Ce ne sono tanti, forse l'odio. Con la preghiera e portando la croce si annullano. Serve la conversione del cuore per la redenzione.

Manuel: Dove sono adesso i grandi poeti del passato che magari avevano le mie stesse inquietudini, le mie stesse paure?

Marietta: Sono tutti vivi, stanno sperimentando la luce, hanno un'ispirazione molto più profonda e superiore a quella che possedevano sulla terra.

 

 

 

 

 


Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
La URL per il Trackback di questo messaggio è:
https://blog.libero.it/claudiocisco/trackback.php?msg=14970104

I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:
 
Nessun Trackback
 
Commenti al Post:
Nessun Commento
 
 
 
 

Tag

 

Archivio messaggi

 
 << Giugno 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
          1 2
3 4 5 6 7 8 9
10 11 12 13 14 15 16
17 18 19 20 21 22 23
24 25 26 27 28 29 30
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 1
 

Ultime visite al Blog

claudiociscodadowebBossetto74surfinia60Saturnjarugiada_nel_mattinola.vegetarianaorigami_blugianna.nervoli.ghealunadglo0sallylu0Elberet.hconnie.t
 

Chi puņ scrivere sul blog

Solo l'autore puņ pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963