claudio negro

LA MALEDIZIONE DELLA BOLOGNINA


Quando la storia si ripete da tragedia scade in farsa, e va bene; ma quando continua imperterrita a ripetersi rompe anche un po' le palle! E', mi sembra, il caso dell'ennesima rigenerazione del maggior Partito della sinistra italiana (la quarta, se non ho contato male) eternamente ondivagante tra fascinazione del compromesso storico e riformismo, tra macerazione nei dubbi del post comunismo e barlumi di coscienza che società e politica sono cambiate. Peraltro l'ennesimo cambio di pelle, nome copertina è preceduto da presagi inquietanti: l'endorsement di Occhetto è temibile, e anche il presunto nuovo nome, che evoca il deludente esperimento di Prodi - Parisi appunto con la sigla "I Democratici" (e tanto di asinello nel logo): anche lì c'era l'obiettivo di coagulare politici, sindaci, movimenti, ma gli esiti furono assai poco spettacolari: non si raggiunse l'8% alle Europee del 1999! Strano che Zingaretti non se ne sia ricordato, o forse è coraggioso e non teme la sfiga. Però il nome più la benedizione di Occhetto costituiscono davvero un presagio sinistro..! Ma il punto che mi sembra davvero complicato è dar risposta alla semplice domanda: ma perchè un Partito nuovo (anzi, neanche un Partito, ma una Cosa, per ora: siamo già alla Cosa 3...)? L'ansia di novità si riferisce al nome, al logo, all'immagine? Particolari marginali, ovviamente. In realtà quel che sembra di capire è che ci sia una gran voglia di chiudere con il Partito Democratico come si era concretizzato nelle premesse ideologiche di Veltroni e nella pratica politica di Renzi. Dalle aspirazioni della Cosa3sembra scomparsa la vocazione maggioritaria a tutto vantaggio di un ritorno all'assetto istituzionale ed elettorale della Prima Repubblica. Si percepisce (e spesso si ascolta esplicitamente) un desiderio di tornare alle vecchie regole per il mercato del lavoro, per la scuola, un forte desiderio di partecipazioni statali e di assistenza, di centralismo amministrativo e fiscale, di tornare a essere il Partito dei PM e del moralismo, in definitiva di riaggregare tutto ciò che si definisce "di sinistra" e anticapitalista. La recente riapertura del dibattito su Craxi, da cui emerge con sempre maggiore chiarezza che lo scontro con Berlinguer non fu sul terreno della moralità ma su quello del confronto tra un riformismo aperto alle nuove realtà sociali ed economiche e una visione ingessata nella tradizione comunista delle relazioni sociali ed economiche, potrebbe aver avuto l'effetto di accelerare il processo di "ritorno a casa" nei quadri del PD che si identificano più con Berlinguer che con Craxi: significativo in proposito il fatto che Renzi, nel TG Dossier andato in onda qualche giorno fa, abbia riconosciuto a Craxi il merito di aver rotto con la tradizione della sinistra, subalterna culturalmente al PCI, e di aver reintrodotto il riformismo sulla scena politica italiana. E' noto che Renzi provoca gravi sfoghi cutanei ai dirigenti della "Ditta", e un Renzi craxista sta alla Ditta come l'aglio al vampiro. Sicchè si torna indietro: alle spalle un futurio glorioso. Si intravede l'immagine paterna ma rigorosa di Cernienko spuntare, come sole dell'avvenire, a sovrastare l'immaginaria tribuna cui è assisa la nomenklatura, del "nuovo" Partito: Zingaretti, ovviamente, ma tutto il vecchio Politburo, nonché i giovani "membri candidati": Speranza, Orlando, Barca, Fassina, ecc. Però la Cosa3 non sarà una conventicola settaria, ma un cantiere aperto a chiunque voglia battersi per la fuoruscita dal capitalismo e con una vocazione internazionale: Landini, Di Battista, Paragone, Cremaschi, Ken Loach, Noam Chomsky, ecc.; e naturalmente per chiunque voglia percorrere la via giudiziaria al socialismo: Davigo, Ingroia, Travaglio, Rosy Bindi, ecc. Chissà, magari sarà meglio così: se c'è ancora una sinistra pre o anti riformista è giusto e onesto che si manifesti, almeno avremo più chiarezza. Spiace un po' a chi, come me, ha davvero creduto che il disastro della "gioiosa macchina da guerra" potesse essere il crogiolo di un soggetto nuovo, laico, riformatore. Mi aveva illuso D'Alema ai tempi della Presidenza del Consiglio, mi aveva convinto Veltroni nel 2007. Prendo atto: con la nomenklatura che si profila alla guida della Cosa3 e con le loro idee non ho nulla in comune. A sapere che dalla Bolognina si tornava alla Bolognina magari facevo altro... Auguri e solidarietà umana a chi nel PD deciderà di restare senza condividere la svolta: ai Marcucci, ai Guerino, ai Gori, agli studiosi, economisti, giuslavoristi che sono stati il motore del PD quando rappresentava il Riformismo, e che continuerò ad apprezzare e stimare.