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La curva batte la politica?

Post n°101 pubblicato il 16 Gennaio 2019 da claudionegro50
 

 

Mettendo da parte il merito (sul quale peraltro qualche volta potrei anche concordare, come sulle grandi opere, la legittima difesa, la riduzione delle imposte sul lavoro - che peraltro si guarda bene dal fare) trovo inquietante l'interpretazione che Salvini dà del ruolo di Uomo di Stato.


La cosa che più dà da pensare è questo bisogno compulsivo di travestirsi: da poliziotto, da pompiere, da operatore della protezione civile, ecc. Quasi che il Ministro dell'Interno avesse bisogno di identificarsi nei suoi strumenti operativi per essere legittimato. Comprensibile solo se lo si mette in rapporto con una certa cultura (prosperante nei bar, nei negozi di barbiere, nei social) che non riconosce (magari proprio non conosce) lo Stato, ma sì la Polizia, i Carabinieri, i Pompieri, ecc. Una cultura cui non so se Salvini appartenga, ma che certamente è quella del suo elettorato. Ed ecco che Salvini serve loro un ministro che è agente della pubblica sicurezza, vigile del fuoco, operatore della protezione civile. In questo modo Salvini "accorcia" la distanza che separa il Bar Sport dalle Istituzioni, tramite la propria persona, che è quella che resta visibile: non il Ministro, ma Matteo Salvini.


Alla medesima privatizzazione del ruolo appartengono le esternazioni di cui il Nostro è stato prodigo in occasione dell'arresto di Battisti. L'insistere sul fatto che si tratti di un criminale "comunista" sollecita a domandarsi se si tratti di una categoria di delinquenti peggiori dei criminali comuni o dei criminali fascisti. Ma il punto è che il Ministro lo identifica come un "nemico" perchè comunista, al di là della sua oggettiva colpevolezza. E si comporta come se fosse lui ad eseguire la condanna ("non uscirà dal carcere vivo!). Dà vita in questo modo al sogno di tanti italiani che vorrebbero essere giudici e carcerieri: c'è uno di noi a farlo per noi! Ogni italiano desideroso di giustizia esemplare e spiccia può riconoscersi in Lui (anche se poi la realtà segue strade diverse).


Anche i rapporti internazionali non sfuggono alla compulsiva privatizzazione: è grazie al rapporto speciale con Matteo che Bolsonaro ci ha restituito Battisti; con Trump c'è una celebrata (più da Salvini, per la verità) sintonia sugli immigrati. Putin è un amico al di là delle formalità, e gli saremo prodighi di favori e sostegno. Anche Orban, i Polacchi, i Cechi e gli Austriaci sono amici (peccato non ci abbiano sostenuto sul Bilancio e sul collocamento dei migranti, ma coi veri amici non si sottilizza..)

La privatizzazione della Politica Estera del Paese ha esiti allo stesso tempo buffi e preoccupanti (siamo nemici della Francia e della Germania, ma amici della Russia e della Polonia?). Ma com'è che il Ministro dell'Interno fa la Politica Estera?

Anche qui c'è una ragione: la politica estera passa attraverso il filtro del Bar Sport. Polacchi e Ungheresi sono contro l'immigrazione? Ci danno ragione, quindi sono nostri amici (non importa che poi i migranti li scarichino a noi...). Putin fa vedere la forza concreta della sovranità? Il Bar è entusiasta, e non si domanda contro chi farà valere questa sovranità.

Ma soprattutto la politica estera diventa comprensibile come somma di rapporti personali oppure odi personali che si determinano sulla base di stati emotivi: Putin è figo perchè è un duro, Orban perchè sterilizza i fastidiosi obblighi della libertà, Macron è odioso perchè è europeista (non perchè non si prende i nostri migranti: quelli non se li prendono neanche gli amici di Visegrad...).


La Politica come arte di governare interessi differenti e anche confliggenti cede il passo alla modalità da stadio, che conosce solo amici e nemici, vincere o perdere. E il leader è quello che interpreta il sentire della curva (più in là potrà spiegare alla curva che sentimenti deve provare).

Io condivido quel che diceva il vecchio Karl Marx: quando la Storia si ripete diventa farsa. Per questo non sono eccessivamente preoccupato per le somiglianze tra la prassi sovranista e la genesi dei fascismi in Europa negli anni '20 e '30. Però anche le farse possono fare danni..!

 

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