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L'erede di Vitar


 
VALUTAZIONE MEDIA ATTUALE: 7,5RECENSIONI PERVENUTE:1) Elisabetta Modena - VOTO: 7,5 - S_L_A: Soddisfatto - Recensione:Ho letto "L'erede di Vitar" in un paio di serate, questo testimonia la scorrevolezza dello stile e la freschezza della storia. Una trama accattivante, che si fa piacevolmente leggere. Anche il fatto che ci sia una storia d'amore "umanizza" la fantascienza, abituati come siamo ad approcciarci alla fantascienza scientista come ce l'hanno fatta conoscere gli americani.La trama in sè è semplice e lineare, forse pecca di semplificazione: una principessa costretta a nozze con un pretendete che si rivela malvagio, fugge e arriva su un pianeta sconosciuto e arretrato rispetto al suo; guarda caso è la Terra. S'innamora (ricambiata) di un terrestre (meglio, un extra-vitariano) che lavora segretamente nientedimeno che in un centro di ricerche sugli alieni. Il centro ci va a nozze: cattura l'aliena che però fugge di nuovo grazie ai suoi poteri infinitamente superiori a quelli umani (può scomporre la materia e ricreare quello che le serve grazie al funzionamento di un ciondolo che porta al collo), va a convivere con il suo innamorato sperando di rimanere incinta così da dare al pianeta Vitar l'erede che metterebbe fuori gioco il cattivo pretendente Drel; lieto fine: l'umano Jason la segue su Vitar, sconfigge Drel e i due possono vivere felici e contenti.Passando ai "difetti" (ma ripeto che il libro mi è piaciuto molto) trovo che la storia sia piatta: manca quell'ampio respiro che le darebbe più corpo e sostanza. Ad esempio: è bella la descrizione della tecnologia vitariana, da pag 131, quando la principessa Feri spiega al colonnello terrestre che la sta interrogando il funzionamento della vita su Vitar; veniamo così a conoscere la cosmogonia, il calendario, il sistema solare, l'economia, il tipo di popolazione di Vitar ecc.; ma è un po' utopistico che su Vitar da 300 anni non ci siano guerre e che tutto vada bene grazie alla Lega commerciale che i pianeti evoluti hanno stipulato insieme. O è semplicistico che Feri possa smaterializzare tutto quello che vuole con il suo ciondolo e tramutarlo in quello che le serve; o che possa parlare con qualunque vitariano grazie al fatto che il ciondolo (che ogni vitariano porta) può mandare ologrammi della persona che richiede la comunicazione a quella ricevente.Altro punto: l'autrice presenta una storia in cui si incontrano due "alieni" tra loro. L'incontro, pur tra alti e bassi (lei che deve imparare la lingua e le usanze terrestri, lui che deve imparare a fidarsi di lei), procede senza incespicamenti. Però tra le righe si capisce che delle differenze notevoli ci sono: i vitariani sono più longevi dei terrestri, quindi quando lei sarà ancora giovane lui sarà già vecchio; e i figli che avranno saranno "ibridi"... insomma, sono tutte questioni aperte che, affrontate, darebbero drammaticità e peculiarità ad una storia che, altrimenti, rischia di rimanere un po' debole. Ecco, in questo senso personaggi più problematici potrebbero offrire più plasticità e volume alla narrazione che in questo caso rimane un po' troppo volume descrittivadescrittiva.COMMENTI PERVENUTI