Il Club dei Lettori

Il mostro a tre braccia


VALUTAZIONE MEDIA ATTUALE: 8,75RECENSIONI PERVENUTE:1) Elisabetta Modena - VOTO: 8,75 - S_L_A: Abbastanza soddisfatto - Recensione:Il libro presenta due racconti gialli che, come racconta lo stesso autore in una nota iniziale, aveva scritto durante i primi anni '90, e che poi, autostampati, aveva fatto circolare tra conoscenti e amici. Poi il tutto era rimasto lì. Ed è un fatto in cui mi sono identificata dato che anch'io e che mi ha fatto ben disporre al momento della lettura: in mancanza di poter pubblicare senza oneri da parte mia, mi limito a pubblicare i miei scritti sul web o a farli girare tra gli amici scrittori dopo essermeli autostampati.Venendo ai racconti, sono entrambi ambientati a Torino, intorno ai primi anni Sessanta (il 1959 e il 1961), nell'epoca pre-computer come dice lo scrittore. Il primo, "Il mostro a tre braccia", narra del pestaggio che poi si è tramutato in omicidio colposo di un commerciante con una deformazione: ha tre braccia e un pezzo di cervello in più perché è nato dall'unione di due gemelli siamesi, spiega al commissario D'Aiazzo la suora che l'ha cresciuto in orfanatrofio, un'istituzione che adesso è semi-sparita mentre una volta (come si desume dal racconto, ed è molto interessante) esisteva: si poteva trattare anche di reparti, presso gli ospedali cattolici, che accoglievano i bambini nati deformi. Mentre leggevo pensavo che oggi, tramite l'aborto, è facile sopprimere bambini con gravi deformità. Ma allora ne nascevano ancora. Ed in effetti il racconto affronta un tema delicato, di cui non si parla molto: quello dell'handicap. Questo uomo deforme è un uomo buono, ingenuo, poeta dilettante, che si lascia coinvolgere in una storia d'amore che purtroppo per lui finisce male: ricattato dalla sua donna e dall'amante di lei per delle foto oscene che lei gli ha scattato, lui si ribella e i due lo uccidono.Il secondo racconto, "I satanassi di Torino", narra di una setta satanica (anche qui il tema l'ho trovato di estrema attualità per quello che sentiamo alla tv e leggiamo sui giornali) di gente insospettabile (politici compresi) che adesca ragazzine minorenni per brutalizzarle col fine, dopo tre anni di perversioni sessuali subite, farle entrare nella setta come diavolesse.Il D'Aiazzo e il Ranieri, con il loro solito fiuto poliziesco e interrogando in maniera spiccia le persone coinvolte nella vicenda, riescono a ricostruire le fila di tutta la storia e a scovare i colpevoli.Una cosa che ho osservato è che in questi racconti non esistono "buoni buoni e cattivi cattivi", nel senso che anche i personaggi che subiscono la violenza (l'omone deforme del primo racconto e la ragazza quattordicenne del secondo) hanno i loro scheletri nell'armadio. Emerge così il panorama di un'umanità sofferente che, sia negli aggrediti che negli aggressori, è unita dal comune destino di portarsi dietro le proprie croci, di compiere i propri errori, di cercare un riscatto in modi sbagliati, fin'anche (negli aggressori) di sopraffare gli altri a tutti i costi. COMMENTI PERVENUTI