inShare di Maria Rosaria De SimonePure quest’anno l’Italia si ritroverà a celebrare il 25 novembre come la giornata dedicata all’eliminazione della violenza contro le donne.Pure quest’anno gli italiani si ritroveranno ad analizzare i dati impressionanti sulla percentuale di donne che dall’inizio dell’anno hanno perso la vita in maniera drammatica e violenta per mano, molto spesso, dei propri compagni di vita.Nel 2005 alcuni Centri antiviolenza e Case delle donne hanno iniziato a celebrare questa giornata. Ma negli ultimi anni anche istituzioni e vari enti come Amnesty International si sono affiancati attraverso iniziative politiche e culturali.Ormai si possono contare centinaia di queste iniziative su tutto il territorio per contrastare il fenomeno della violenza di genere in tutte le sue forme.Le leggi sullo stalking trovano esperti giuristi disposti a diffonderle e a renderle il più possibile attuative, con il contributo delle forze dell’ordine e di tutti quegli ordini professionali che sono coinvolti nella questione.I mass media molto spesso denunciano le violenze ed informano sulla necessità di rompere il velo di omertà che ancora lascia ancora ampio margine alla violenza di compiere i suoi delitti. Da più parti arrivano le informazioni e le richieste alle donne che subiscono qualsiasi tipo di violenza, di sottrarsi ad esse attraverso la denuncia.E le denunce spesso giungono numerosissime nei luoghi preposti, anche se gli esperti dicono che il sommerso è di sicuro ben maggiore rispetto alle denunce stesse.Le donne denunciano. Le leggi sullo stalking esistono da tre anni. Eppure è ormai chiaro a tutti che, se la violenza continua ad imperversare, se dall’inizio dell’anno più di 120 donne hanno perso la vita, qualche cosa che non funziona c’è, eccome.Quali possono essere le motivazioni?Sarebbe molto importante conoscerle per poter intervenire, per modificare questa situazione incancrenita. C’è sicuramente bisogno di seri approfondimenti. Ma forse alcune linee su cui indagare è possibile tracciarle.In primo luogo è molto probabile, anzi è un fatto acclarato, che i tempi della giustizia, elefantiaci, fanno sì che le denunce si perdano nella lentezza delle indagini e dei processi.In secondo luogo mancano i fondi per i centri anti-violenza, mancano le garanzie per le vittime, che hanno bisogno di essere sostenute durante tutto l’iter processuale anche sul piano psicologico. Manca un serio appoggio, in definitiva, ai centri antiviolenza che, anzi, vengono guardati con sospetto e spesso osteggiati.In terzo luogo manca un programma di recupero per gli uomini violenti, che molto spesso se la cavano con pene irrisorie, con nessuna limitazione della possibilità di reiterare.Gli effetti sulle donne che denunciano le violenze e si ritrovano poi nelle maglie di una giustizia che non riesce a compiere il suo dovere, sono devastanti e, la
VIOLENZA SULLE DONNE; TUTTO QUELLO CHE NON SI DICE.
inShare di Maria Rosaria De SimonePure quest’anno l’Italia si ritroverà a celebrare il 25 novembre come la giornata dedicata all’eliminazione della violenza contro le donne.Pure quest’anno gli italiani si ritroveranno ad analizzare i dati impressionanti sulla percentuale di donne che dall’inizio dell’anno hanno perso la vita in maniera drammatica e violenta per mano, molto spesso, dei propri compagni di vita.Nel 2005 alcuni Centri antiviolenza e Case delle donne hanno iniziato a celebrare questa giornata. Ma negli ultimi anni anche istituzioni e vari enti come Amnesty International si sono affiancati attraverso iniziative politiche e culturali.Ormai si possono contare centinaia di queste iniziative su tutto il territorio per contrastare il fenomeno della violenza di genere in tutte le sue forme.Le leggi sullo stalking trovano esperti giuristi disposti a diffonderle e a renderle il più possibile attuative, con il contributo delle forze dell’ordine e di tutti quegli ordini professionali che sono coinvolti nella questione.I mass media molto spesso denunciano le violenze ed informano sulla necessità di rompere il velo di omertà che ancora lascia ancora ampio margine alla violenza di compiere i suoi delitti. Da più parti arrivano le informazioni e le richieste alle donne che subiscono qualsiasi tipo di violenza, di sottrarsi ad esse attraverso la denuncia.E le denunce spesso giungono numerosissime nei luoghi preposti, anche se gli esperti dicono che il sommerso è di sicuro ben maggiore rispetto alle denunce stesse.Le donne denunciano. Le leggi sullo stalking esistono da tre anni. Eppure è ormai chiaro a tutti che, se la violenza continua ad imperversare, se dall’inizio dell’anno più di 120 donne hanno perso la vita, qualche cosa che non funziona c’è, eccome.Quali possono essere le motivazioni?Sarebbe molto importante conoscerle per poter intervenire, per modificare questa situazione incancrenita. C’è sicuramente bisogno di seri approfondimenti. Ma forse alcune linee su cui indagare è possibile tracciarle.In primo luogo è molto probabile, anzi è un fatto acclarato, che i tempi della giustizia, elefantiaci, fanno sì che le denunce si perdano nella lentezza delle indagini e dei processi.In secondo luogo mancano i fondi per i centri anti-violenza, mancano le garanzie per le vittime, che hanno bisogno di essere sostenute durante tutto l’iter processuale anche sul piano psicologico. Manca un serio appoggio, in definitiva, ai centri antiviolenza che, anzi, vengono guardati con sospetto e spesso osteggiati.In terzo luogo manca un programma di recupero per gli uomini violenti, che molto spesso se la cavano con pene irrisorie, con nessuna limitazione della possibilità di reiterare.Gli effetti sulle donne che denunciano le violenze e si ritrovano poi nelle maglie di una giustizia che non riesce a compiere il suo dovere, sono devastanti e, la