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ULTIMI COMMENTI
Post n°1097 pubblicato il 23 Luglio 2011 da abele.2005
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Post n°1096 pubblicato il 23 Luglio 2011 da abele.2005
MILANO, UCCIDE LA MADRE PER UNA PIZZA SBAGLIATA
MILANO - Una tragedia annunciata e per una pizza al gusto che a lui non piaceva: ai carciofi. È così che Salvatore Madau, 40 anni, con una storia personale di maltrattamenti reiterati nei confronti della madre, Annunziata Romeo di 66 anni, appena nove giorni dopo essere stato scarcerato l'ha ammazzata di botte a Legnano (Milano). E poi ha confessato tutto. Mercoledì scorso, intorno alle 17.30, l'uomo era arrivato a casa della madre nonostante il giudice gli avesse intimato di starle lontano, in una palazzina popolare al 7 di piazza Achilli a Legnano, e aveva cominciato a bere. Una, due, e poi una terza bottiglia di vino. Tra l'altro era ben conosciuto in zona per il suo vizio di bere. Sono le 18. In abitazione arriva la pizza che la donna ha ordinato: è ai carciofi. Il figlio, fuori di sè per l'alcol, inizia a inveire contro l'anziana madre, e sono botte, calci e pugni dappertutto. Dopo di che l'uomo, in preda ai fumi dell'alcol, si abbandona sul letto e lo stesso fa la madre, che, secondo le prime ricostruzioni, sta già molto male. Passa la nottata. E poi anche la mattinata. Solo alle 17.15 del giorno dopo arriva la telefonata del figlio al '118' di zona. Madau spiega che la madre chiamata più volte non si sveglia. Al volo i volontari del soccorso sanitario si precipitano sul posto. Ma con loro arriva anche la polizia del commissariato locale. Il dirigente del commissariato, Antonio D'Urso, si trova di nuovo davanti Madau. Lo conosce benissimo. L'ha arrestato anche nove giorni prima e nel 2004 aveva convinto sua madre a denunciare un episodio di percosse, l'ennesimo. L'uomo tenta di negare ma viene portato negli uffici della polizia. Confesserà alle 20. Alle 22 scatta il fermo per omicidio volontario, siglato dal gip Laura Pedio. Per il medico legale la donna è morta in nottata o al più tardi nella mattinata di ieri. A ucciderla le percosse ma non si esclude che l'uomo possa averla anche, dopo le botte, soffocata con un cuscino. Saràl'autopsia a stabilire di più. Madau afferma, nella sua confessione, di averla solo percossa per lo stato di ubriachezza in cui si trovava. I vicini di casa raccontano di una madre che amava profondamente il figlio, il quale non ne voleva sapere di cambiare, ed era sempre più violento. «Tante volte abbiamo ripetuto alla signora - dice D'Urso - di chiamarci immediatamente se il figlio si fosse ripresentato a casa. E la Volante faceva frequenti passaggi sotto questa abitazione. Probabilmente questa madre ha voluto continuare a sopportare e accogliere il figlio. Fino a perdere la propria vita». |
Post n°1095 pubblicato il 22 Luglio 2011 da abele.2005
Autore: FEREOLI PAOLA; PELOSI ANNALISA Titolo: FINE PENA MAI LE FAMIGLIE DELLE VITTIME DI OMICIDIO IN ITALIA Genere: Libri Editore: Franco Angeli Disponibilità: Immediata Prezzo: € 23,00 Pubblicazione: 05/2011 Numero di pagine: 200 Lingua: Italiano ISBN-13: 9788856838923 ISBN: 8856838923 Segnala ad un amico Aggiungi un commento
Descrizione Il nostro Paese risulta essere uno tra gli ultimi Stati europei a non aver adeguato il sistema legislativo per la tutela delle vittime di reati gravi, come richiesto dalle politiche comunitarie ed internazionali. A partire dagli anni Settanta il Consiglio d'Europa promulga precise disposizioni in materia per gli Stati membri, ponendo in risalto la condizione della vittima e dei suoi familiari, la necessità di maggior tutela degli stessi con lo scopo di garantire loro un'assistenza materiale, giuridica, medico-psicologica. L'attuale panorama legislativo italiano risulta essere un insieme non organico di leggi e proposte di legge che non ha concretizzato misure efficaci a tutela delle vittime senza disparità categoriali. Esistono infatti Fondi di solidarietà solo per alcune tipologie di reato, ma non per omicidi intrafamiliari o per relazioni sentimentali, violenza sessuale, follia, omicidi seriali, futili motivi etc.. Le statistiche fornite dal Ministero dell'Interno, tuttavia, parlano chiaro: nel periodo 1999-2006 si riscontra un incremento allarmante negli omicidi intrafamiliari o per relazioni sentimentali e un decremento delle altre tipologie di delitti. Sarebbe auspicabile che l'Italia, tra i Paesi del primo mondo, provvedesse ad adeguare la legislazione alle disposizioni comunitarie e a strutturarsi per accogliere le richieste dei nostri sette e di tutte le persone che, come loro, stanno cercando aiuto per trovare faticosamente un nuovo punto di equilibrio. |
Post n°1094 pubblicato il 22 Luglio 2011 da abele.2005
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Post n°1093 pubblicato il 20 Luglio 2011 da abele.2005
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Post n°1092 pubblicato il 20 Luglio 2011 da abele.2005
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Post n°1091 pubblicato il 20 Luglio 2011 da abele.2005
Indulto per l'omicida di Monica Da Boit ROVERBELLA.Indulto anche per Giampaolo Regazzini. La legge lo prevede e così anche un omicida, l'operaio che la notte del 14 ottobre 2005 uccise, colpendola con calci e pugni la compagna trentunenne Monica Da Boit, ha ottenuto uno sconto di pena. Immediata e comprensibile la reazione indignata della mamma di Monica, Paola Caio, vicepresidente dell'Associazione vittime della violenza. |
Post n°1090 pubblicato il 19 Luglio 2011 da abele.2005
Storia di una ragazza innocente uccisa dalla mafiaTv, dopo polemiche e due rinvii lunedì la fiction sul caso Campagnadi SILVIA FUMAROLA
Pietro Campagna con Beppe Fiorello ROMA - Dice Pietro Campagna, con gli occhi lucidi: "Questo film farà venire una coscienza anche ai mafiosi". Dopo un appello al presidente della Repubblica Napolitano, due rinvii, e un terzo chiesto dai magistrati di Messina, arriva lunedì su RaiUno La vita rubata di Graziano Diana, il film con Beppe Fiorello che ricostruisce la storia di Graziella Campagna, uccisa dalla mafia il 12 dicembre 1985.
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Post n°1088 pubblicato il 19 Luglio 2011 da abele.2005
Orrore in famiglia a Caserta: due bambine violentate e torturateAbusi sessuale su due ragazzine, di 15 e 10 anni all'epoca dei fatti, da padre, zio, sorella e fidanzato di lei Pubblicato il 16/07/11
Roma, 16 lug. (TMNews) - Una vicenda di uno squallore desolante, di una gravità inaudita, che ha portato in carcere una intera famiglia che ha fatto scempio di due ragazzine, all'epoca dei fatti di 15 e 10 anni, orfane di madre. Protagoniste della vicenda quattro persone: il padre delle piccole, il fratello di lui e zio delle bimbe, la sorella maggiore e il fidanzato di lei. I quattro, secondo le indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere e condotte dalla sezione reati sessuali ed in danno di minori della squadra mobile di Caserta, nel 2007, avevano costretto le due figlie minori di a subire ripetuti atti sessuali. Il padre, oltre a violentarle, le seviziava con sigarette e la più piccola è coperta da cicatrici da ustioni sugli arti. Lo zio, invece, 'pagava' piccole somme al fratello per potere abusare liberamente delle due bambine. Un orrore contro natura, ma che nella burocrazia dell'accusa non rende l'idea di quanto hanno dovuto subire le piccole, che venivano abusate sessualmente e 'normalmente' dal padre e dallo zio. La minore, di 10 anni, sarebbe stata anche costretta in più occasioni dalla sorella maggiore Filomena ad assistere e partecipare ad atti sessuali con il suo fidanzato di allora, Franco Omero. Le indagini sono nate dalle segnalazioni dei servizi sociali e di una coppia a cui era stata affidata, dopo la morte prematura della madre nel 2007, la più piccola delle bimbe per la situazione precaria del nucleo familiare, che viveva in condizioni di degrado e di ristrettezze materiali, al punto che la bambina versava in uno stato di grave denutrizione, tanto da pesare solo 24 chili. Alla famiglia affidataria la bambina ha rivelato non solo le vessazioni morali ed i maltrattamenti fisici cui era stata sottoposta con la sorella, ma anche gli abituali abusi sessuali a cui erano costrette. Secondo le indagini il padre costringeva le figlie, prima di violentarle, a guardare film pornografici o ad assistere ai suoi rapporti con la convivente di allora, mentre lo zio, per i rapporti consumati con le nipoti, gli corrispondeva delle piccole somme di denaro. Ieri sera, il Tribunale di Santa Maria ha pronunciato la sentenza di condanna nei confronti di tutti gli imputati. Date le pesanti pene, ed il concreto pericolo di fuga degli imputati, la Procura della Repubblica ha richiesto in udienza l'emissione nei loro confronti di un misura cautelare restrittiva, provvedimento adottato dal Tribunale, che ha disposto la custodia cautelare in carcere per i tre uomini e gli arresti domiciliari per la donna, poi eseguiti dalla polizia. Lo zio ha tentato inutilmente la fuga, uscendo da una finestra e nascondendosi su di una tettoia, ma è statp immediatamente bloccato dai poliziotti che avevano circondato la sua abitazione.
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Post n°1087 pubblicato il 19 Luglio 2011 da abele.2005
"Omicidio, crudeltà e vilipendio". E' stato arrestato Salvatore Parolisi, marito di Melania Rea, la 29enne uccisa ad Ascoli. Il movente nella relazione con la soldatessa Ludovica. A Pasqua Salvatore doveva raggiungerla a Roma. Accuse pesantissime che prevedono l'ergastolo: "Potrebbe uccidere ancora". I reati contestati: omicidio volontario pluriaggravato dal vincolo di parentela e crudeltà e vilipendio di cadavere in concorso con altri. Le prime parole di Parolisi: "Io in carcere, l'assassino è libero". Gennaro, il padre della giovane: "Gli auguro tutto il male" |
Post n°1085 pubblicato il 18 Luglio 2011 da abele.2005
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Post n°1084 pubblicato il 17 Luglio 2011 da paolacaio
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Post n°1083 pubblicato il 17 Luglio 2011 da paolacaio
sabato, 23 agosto 2008 22:38 in la mia vita precedente... E' il 13 gennaio del 2006. E' un venerdì di una fredda ma soleggiata giornata d'inverno... All'uscita dalla scuola marescialli, la prospettiva allettante era quella di un weekend di relax... Chi poteva immaginarlo che quel giorno avrei fatto i conti con la morte... Accompagnata da un' amica da Velletri a Roma, a metà strada mi arriva l'inaspettata telefonata di Marcello che mi preannuncia il suo imminente arrivo a Velletri, ancora più inaspettato... Senza preavviso e dopo avergli già più volte intimato di non raggiungermi a Roma per nessun motivo (dopo che per tutta la notte tra il 5 ed il 6 gennaio è rimasto per strada davanti casa mia citofonando e telefonandomi ininterrottamente dopo essere piombato a Roma dopo le 23 di sera...fortuna che in quell'occasione non gli ho aperto la porta...), voleva prelevarmi all'uscita dalla scuola... per una chiarimento ancora... FORTUNATAMENTE, appunto, ero già in viaggio per Roma e così ha insistito per raggiungermi a casa mia, in Via Camilla, dove vivevo con mio padre, che, però, quel giorno era a lavoro. Dopo infinite insistenze e litigate al telefono, acconsento ad un ultimo chiarimento e gli dico di raggiungermi davanti casa... E pensare che questa decisione l'avevo presa perchè preoccupata di rimandarlo via dopo che aveva affrontato un viaggio di 350 km... mi preoccupava il fatto che, stanco, potesse fare un incidente stradale e farsi del male... ironia della sorte... Nel frattempo avviso il mio comandante di Velletri, per rappresentargli se non altro la stranezza di una visita così improvvisa e sgradita... Ma non ero preoccupata... purtroppo... presumevo di conoscere Marcello troppo bene... mai un tono di voce alto, mai un gesto di ira o di violenza... sempre pronto ad assecondarmi, sempre disponibile ed affabile... almeno per quello che ha sempre mostrato a me... Il tenente mi consiglia di non incontrarlo se la cosa mi sembrava così strana, ma ormai avevo deciso di concedere a Marcello quest'ultimo incontro; allora il consiglio diventa quello di non incontrarlo in casa, ma almeno in un posto affollato o in mezzo alla strada... Questo è il consiglio che seguirò e che, forse, oggi mi permette di scrivere queste righe... Nel contempo, il tenente mi chiede il mio indirizzo, via e civico, perchè intenzionato a portarmi ausilio se lo ritenevo opportuno, ma cerco di dissuaderlo... invano, ancora fortunatamente... Incontro Marcello, costringendolo a parlare in macchina in strada... Un' ora di discussioni, di insistenze, di sordità... insisteva per parlare in casa, per rinfrescarsi dopo il viaggio... rimango determinata e non glielo permetto... le sue espressioni, i suoi occhi, il suo tono sono quelli di un automa... e solo allora, spaventata da quell'atteggiamento ossessivo e stanca di parlare con chi già aveva deciso di non ascoltare, mi catapulto fuori dalla macchina per guadagnare il portone d'ingresso... Ed ora, alle 17 e 20 circa del 13 gennaio 2006, per un fatidico istante in più grazie al quale avrei potuto chiudermi il portone di casa dietro alle spalle lasciando fuori il mio assassino, Filomena Di Gennaro muore portandosi con sè tutti e 27 gli anni della sua vita precedentemente vissuta... Marcello con un piede mi impedisce di chiudere il portone, fulmineo mi afferra per un braccio e mi scaraventa di nuovo fuori... Attonita per un gesto mai visto compiere da quell'uomo, rimango incredula, basita, scioccata... ma non era ancora tutto, non era finita lì... In un istante, il mostro pronucia la frase "o mia o di nessun' altro" e, come solo nei film si può pensare di vedere, estrae dal nulla una pistola e mi spara un colpo... Sono a terra... non capisco ancora niente di quello che sta succedendo, perdo sangue e... un altro colpo... lo guardo negli occhi, mi fissa, grido di smetterla ed imploro pietà... con la mano nuda, inerme, mi riparo dalla pistola, distante da me poco più di un metro... un altro colpo ed un altro ancora... in rapida successione...tutto in pochissimi secondi... tutto come in un' esecuzione spietata e disumana... In una dimensione surreale, dove la vita scivola via su una pozza di sangue, sento un grido... "fermo!"... Marcello si volta ed altri colpi di pistola... Marcello cade a terra, silente... Il tenente, che comunque aveva deciso di raggiungere le coordinate che gli avevo lasciato, era lì, lo riconosco... mi stringe la mano e mi tiene la testa, mi ripete di rimanere sveglia, di tenere duro, mi assicura che ce la farò... Ma io non so cosa provo... mi vedo nel lago del mio sangue, non riesco quasi più a respirare... gli sussurro a fatica "sto morendo"... non sento più il mio corpo, non sento più niente... non sento più me stessa, non sento più Filomena..., anzi Milena... perché tutti mi chiamano così... ma non importa come mi chiameranno ancora... sto morendo.. |
Post n°1081 pubblicato il 15 Luglio 2011 da abele.2005
di Maria Rosaria De Simone
Francesca Baleani, in questi ultimi giorni, dopo la notizia dell’arresto dell’ex marito Bruno Carletti, condannato in via definitiva a 9 anni e 4 mesi per aver tentato di toglierle la vita, non riesce ad avere un attimo di tregua. I giornalisti vogliono parlare con lei, conoscere quello che prova, i suoi sentimenti, vogliono entrare nella vicenda, magari per approfondire i nuovi dettagli o per scandagliare meglio quelli vecchi. Forse si aspettano da lei parole di trionfo, nutrite da sentimenti di rivalsa e di vendetta. E purtroppo, talvolta, non si rendono conto che, nell’ansia di fare un bell’articolo, si muovono con la delicatezza di un elefante. Oppure, di fronte alla reticenza di Francesca, imbastiscono un bel servizio, magari su un settimanale importante, recuperando vecchie notizie e vecchie interviste, e mostrando ai lettori il volto di una donna trionfante per aver ottenuto giustizia. In realtà Francesca Baleani è davvero stanca, ha bisogno di riprendersi dagli ultimi avvenimenti. Quando la incontro per intervistarla al convegno sulla violenza sulle donne a Latina, il 26 febbraio, mi confessa:“Rosaria, sono qui solo perchè avevo preso questo impegno in precedenza e per amicizia, ma sono tanto stanca”. Al convegno inizio a raccontare la sua storia.
Francesca Baleani, di Macerata, il 4 luglio 2006, all’alba, si trovò ad aprire la porta di casa a Bruno Carletti, direttore artistico del Teatro della città, da cui era separata da circa un anno. L’uomo, aveva in mano dei cornetti per la colazione ed un grosso bastone. Entrato in casa, senza una ragione plausibile, cominciò a bastonare con tutta la forza Francesca, poi prese il filo del telefono e tentò di strangolarla. Credendola ormai morta, l’uomo scese con l’ascensore nel garage dove recuperò una custodia di abiti da scena. Ritornò nell’appartamento. Infilò la donna nella custodia, se la caricò sulle spalle e con l’ascensore ritornò in garage. Mise il carico nel bagagliaio e si diresse fuori del paese. A circa tre Km dall’abitazione di Francesca, trovò un cassonetto della spazzatura e si liberò del corpo. Poi tornò a casa, si lavò, si cambiò e, come se nulla fosse, partecipò ad una riunione di lavoro. Francesca, che ricordi di quei momenti? Non ricordo nulla, è come se nella mia mente ci fosse un black out. E’ stato tutto ricostruito dopo. Una cosa è certa. Era una giornata feriale, io mi dovevo recare al lavoro e di sicuro non lo avevo invitato quella mattina. Comunque è pazzesco pensare che sia riuscito ad infilarmi in quella custodia, piegata completamente in due. Mi ha poi messo un nastro sulla bocca e mi ha coperto il volto con un asciugamano. Mi ha gettata in un cassonetto, sicuro che di lì a poco passasse il camion della spazzatura.Il caso ha voluto, oppure non so cosa, che quel giorno un ragazzo si trovasse a passare di lì quando invece doveva essere da tutt’altra parte. Ha sentito dei lamenti ed ha pensato fosse un gatto. La mia vita era appesa a pochi istanti. Se il ragazzo fosse passato pochi minuti dopo non sarei qui. So che poi sei stata tratta in salvo, portata immediatamente in ospedale. Quanti giorni sei stata in coma? Scusa Rosaria, ma io vorrei solo sottolineare che sono qui, a questo convegno soprattutto per dare il messaggio a tante donne di non nascondere mai le violenze nei loro confronti. Perchè prima che accadano cose così terribili come è accaduto a me, ci sono dei segnali, che devono mettere in allarme. Spesso mi dico che se avessi ascoltato quei segnali, forse mi sarei salvata. Solo ora mi rendo conto che, di fronte a certi atteggiamenti del mio ex marito, avrei dovuto essere prudente e magari chiedere a mia sorella di venire a dormire a casa mia. Avrei dovuto prendere certe accortezze. Scusa se ritorno sull’argomento, ma so che tu sei stata in coma farmacologico per 23 giorni, hai subito una riabilitazione di mesi e mesi in ospedale. Si, ho dovuto reimparare tutto da capo. Avevo il fegato e la milza rovinati, una sospetta paralisi. Non riuscivo più a muovermi, ad esempio tenere un cucchiaio è stata una grossa conquista. Ancora oggi fatico a tenere una penna in mano. Ho dovuto reimparare a parlare. Mentre tu riprendevi a vivere, so che il tuo ex marito dopo solo dieci giorni di carcere, dichiarato incapace di intendere e di volere, è stato trasferito dal Gip in una clinica vista mare e poi agli arresti domiciliari. Giusto? Scusami Rosaria, ma tutto questo mi sembra ormai lontano. Ormai tutti sanno che il mio ex marito è stato appena condannato dalla cassazione in via definitiva ed ora si trova in carcere. Non ho mai nutrito sentimenti di vendetta, ma ora giustizia è stata fatta. E’ vero giustizia è stata fatta, ma vorrei che raccontassi a tutti gli intervenuti al convegno, cosa hai dovuto subire. L’importante ora è che giustizia è stata fatta. Finalmente posso cominciare una nuova vita, ora posso vivere senza paura. Francesca, ma tu nel 2007, mandasti una lettera all’allora Ministro di Grazia e Giustizia, Clemente Mastella, lettera rimasta inascoltata, in cui raccontavi che il tuo ex, agli arresti domiciliari, viveva a pochi passi dalla casa dei tuoi genitori, dove stavi pure tu, perchè eri tornata a vivere con loro per un certo tempo perchè non eri autosufficiente nella deambulazione. Raccontavi che non ti sentivi assolutamente tutelata e che avevi paura. Mi ha colpita una frase della lettera che fa capire la tua amarezza: “Tanto vale che gli davo le chiavi di casa mia!” Si, è vero, avevo scritto così, perchè la giustizia è stata lenta. Ho convissuto sapendo che il mio ex marito era a pochi chilometri da me, libero di uscire….è stata dura. Ma ora è finalmente stata fatta giustizia. Ma non avevi paura? Orrore che potesse capitare di nuovo? Francesca non ce la fa a rispondere, è molto provata e stanca. Ma la sua espressione fa comprendere a tutti che paura ne aveva, eccome. Un’ultima domanda. Il tuo ex marito ti ha mai chiesto perdono per quello che ti ha fatto? Si è mai mostrato pentito? No. Nella sala del circolo di Latina sono tutti silenziosi ad ascoltare. A rompere la forte tensione emotiva, arriva spontaneo un applauso, caloroso e sentito. Francesca Baleani, che negli anni scorsi veniva chiamata dai giornalisti ‘la donna del cassonetto’, può finalmente ricominciare una nuova vita, lontana da tutte le udienze, dalle innumerevoli sedute psichiche e riabilitative, lontana dalla curiosità della gente. Gran donna Francesca Baleani, che ha ottenuto giustizia, ma sa che non esistono né vinti né vincitori. E che, dopo aver recuperato se stessa, ora lotterà per aiutare tante donne violate come Vice presidente di Light on Stalking, la prima rete nazionale on line contro lo stalking. |
Post n°1080 pubblicato il 15 Luglio 2011 da abele.2005
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Post n°1078 pubblicato il 07 Agosto 2010 da doha.1
OGGI VOGLIO RACCONTARVI UNA STORIA………… Un giorno la Follia decise di invitare i suoi amici a prendere un caffè da lei………. Dopo il caffè, la Follia propose:'Si gioca a nascondino?'…….' Nascondino? Che cos'è?' - domandò la Curiosità……..' Nascondino è un gioco. Io conto fino a cento e voi vi nascondete. Quando avrò terminato di contare, cercherò e il primo che troverò sarà il prossimo a contare'……. Oggi, l' Amore è cieco e la Follia lo accompagna sempre….. BUONA DOMENICA |
Post n°1077 pubblicato il 19 Marzo 2010 da abele.2005
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Post n°1076 pubblicato il 19 Marzo 2010 da abele.2005
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Post n°1075 pubblicato il 08 Marzo 2010 da doha.1
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Post n°1074 pubblicato il 07 Febbraio 2010 da doha.1
E' PASSATO QUASI UN MESE DALLA TRAGICA SCOMPARSA DEL MIO AMICO....OGGI HO DECISO DI RIAPRIRE IL MIO BLOG A CHI VUOL POSTARE DA ME........SCUSATEMI SE SONO STATO LONTANO PER UN PO' DI TEMPO, MA IL DOLORE DA ME PROVATO E' STATO...DAVVERO...TROPPO GRANDE.....VI RINGRAZIO A TUTTE/I PER AVERMI SOPPORTATO E PER NON AVERMI ABBANDONATO..........GRAZIE AMICHE ED AMICI MIEI....GRAZIE DI CUORE..... E BUONA DOMENICA!!!!!!!!
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http://www.youtube.com/watch?v=QhnSE954lQc
Inviato da: abele.2005
il 29/01/2013 alle 18:15
Inviato da: mickyviola
il 26/01/2013 alle 12:09
Inviato da: nonna.fra1
il 21/01/2013 alle 11:37
Inviato da: abele.2005
il 23/11/2012 alle 19:34
Inviato da: nonna.fra
il 23/11/2012 alle 19:21