INDIANI D'AMERICA

MITAKUYE OYASIN


Tutte le cerimonie sioux terminano con le parole Mitakuye Oyasin, «Tutti i miei parenti», intendendo con ciò ogni essere umano che vive su questa Terra, ogni pianta e animale, fino al più piccolo fiore e all'insetto più minuscolo.Il rapporto dei Nativi Americani con la Terra, i venti e gli animali è intimo e intensamente personale, molto vicino al loro sacro credo.Questo rapporto emerge dall'ambiente, dalle colline e dagli alberi intorno a loro, la prateria o il deserto sul quale camminano.Emerge dalle loro lingue legate alla natura e da una tradizione orale antichissima tramandata di generazione in generazione.Circa quindici anni fa, insieme al mio amico, l'uomo-medicina sioux Lame Deer (Cervo Zoppo), presi parte a un dibattito pubblico sulla religione indiana.Un prete missionario disse, rivolto a Lame Deer: «Capo, io rispetto ciò in cui credete. La mia chiesa è costruita a forma di tipi, le mie vesti cerimoniali sono decorate di perline, la Sacra Pipa è appesa al mio muro accanto alla croce. Partecipo alle cerimonie indiane. Vi dico: il Grande Spirito e Sweet Medicine sono la stessa cosa. La Pipa e la croce sono una cosa sola. Non esiste una reale differenza tra la mia e la vostra religione».Lame Deer squadrò il missionario per un po', quindi disse:«Padre, nella vostra religione gli animali hanno un'anima?».Il prete rispose con un sorriso leggermente imbarazzato:«Capo, lei mi coglie impreparato!».In un'altra occasione il mio amico venne intervistato da una signora piuttosto agguerrita che lo attaccò dicendo: «Lame Deer, tu dici di parlare con gli animali. Andiamo! Questo è il ventesimo secolo. Non prendermi in giro!».Lame Deer sogghignò: «Signora, nel vostro Librone una donna parla a un serpente, ma io parlo con le aquile!».Un altro nativo americano mi ha detto: «Noi Indiani e i Neri abbiamo lo stesso problema a vivere sotto il dominio dell'Uomo Bianco, ma c'è una grande differenza: loro vogliono far parte della sua società, noi vogliamo starne fuori!».La visione nativa dell'universo è molto dissimile da quella degli americani bianchi. C'è un tempo dell'Uomo Bianco e un tempo indiano: il tempo della luna, o ciclico.Un Indiano acquisisce fama donando ciò che possiede agli altri, mentre i bianchi acquistano sempre più proprietà come «status symbol».I bianchi, se è rimasto in loro un qualche senso religioso, dedicano un'ora o due alla loro chiesa, la domenica.I Nativi Americani vivono la propria religione ventiquattr'ore al giorno, «camminando in modo sacro».Quando mangia, un Lakota mette sempre da parte un boccone di cibo per gli spiriti dei suoi amici che se ne sono andati. «Persino quando fai l'amore con una donna,» disse una volta il mio amico Lame Deer, «stai facendo qualcosa di sacro». Egli, così come molti altri tradizionalisti, afferma che il simbolo dell'Indiano è il cerchio, mentre quello dell'Uomo Bianco è il quadrato.«Siamo tutti collegati al Cerchio Sacro: umani, quattro-zampe, creature verdi,» ha detto Crow Dog, un leader spirituale lakota. «Cerchi concentrici, un'orbita dentro l'altra, dal Grande Cerchio dell'universo che, ere fa, sognò se stesso e manifestò la propria esistenza, fino ai cerchi di sangue all'interno del nostro corpo.L'universo e la Terra sono rotondi.Rotondo è il cerchio dell'accampamento, rotondo il tipi con gli esseri umani che vi formano un cerchio all'interno.Rotondo è il cerchio umano dei danzatori degli spettri che si tengono per mano: ruotando, ruotando, ruotando finché cadono a terra in estasi».«Il washichu [Uomo Bianco] è tutto quadrato,» aggiunse Lame Deer.«Quadrate sono la sua casa e le sue stanze.Quadrati sono i Verdoni, i dollari di carta.Quadrata è la sua mente. Ha gli angoli appuntiti».«Noi crediamo che certe cose che l'Uomo Bianco ritiene morte siano in realtà vive,» mi spiegò una volta Jenny Leading Cloud, una Sioux di Rosebud. «Guardiamo a certe rocce e alberi come esseri che possiedono una vita e un'anima. La Stella del Mattino una volta fece l'amore con una ragazza umana».«La Sacra Pipa,» afferma Wallace Black Elk, «mentre la fumiamo è viva: la carne, il sangue e la mente di un Indiano».Di pari passo con concetti di questo genere va l'idea nativa del «potere». «Quando presi la Pipa Vitello di Bisonte,» dice Crow Dog, «la sentii muoversi nelle mie mani, sentii il suo Potere scorrere fin dentro le mie vene».C'è potere in un sasso, nella polvere ammucchiata dagli scoiattoli terricoli, in un'ala d'aquila, nel fumo che sale dal fornello della Pipa, in una treccia di erba dolce. «Ti ho appena cosparso di fumo di cedro con la mia ala d'aquila,» mi disse una volta Lame Deer, «e in questo modo ti ho dato un po' del mio potere per aiutarti a fare il nostro libro».Può darsi che un nonno doni il proprio potere a un suo nipote che dimostri di avere una certa consapevolezza spirituale. Un uomo-medicina può togliere potere da qualcuno che ne sta abusando. Per dirla con le parole di Lame Deer: «C'è potere in un bisonte selvaggio. Non c'è potere in una mucca di razza Angus o Holstein allevata dall'Uomo Bianco».La relazione speciale dell'Indiano con la natura si dimostra nelle lingue native. Il Grande Spirito viene indicato in lakota come Tunkashila: Nonno, Antenato. Il cielo è Padre, la Terra è la Unchi - Nonna - i cui capelli non dovrebbero essere tagliati con un'ascia o una falce, né il suo corpo ferito per mezzo di un aratro o di un badile. Il bisonte è fratello del popolo. Donna Bisonte Bianco, l'eroina della cultura lakota che portò la Sacra Pipa alle tribù e insegnò loro il giusto modo di vivere, appare per la prima volta come una donna bellissima vestita di pelle di cervo scintillante, la quale, quando si accomiata dal popolo, si trasforma in un bisonte bianco giovane. La pianta usata come sacramento da coloro che appartengono alla Native American Church (Chiesa Nativa Americana) viene indicata come «Nonno Peyote». Al Palo Sacro della Danza del Sole ci si rivolge come se fosse un guerriero. Esso viene «catturato». I suoi catturatori contano colpo su di lui. A lui la gente prega e canta. Il nome ricevuto da una persona dopo la prima ricerca della visione è solitamente quello di un animale, di una pianta o di un fenomeno della natura... Falco Bianco, Cedro, o Tuono Giallo.Il rapporto dell'umanità con l'universo vivente si estende oltre la Terra. Le persone molto anziane, che durante la propria infanzia udirono dei racconti dalla bocca dei danzatori degli spettri del 1890, li hanno trasmessi ai propri figli e nipoti. Molte di queste narrazioni raccontano di un danzatore che cade in trance, muore, e quindi ritorna nuovamente alla vita. Al loro risveglio, uomini e donne parlano, dicendo di aver viaggiato sulla Luna o sulla Stella del Mattino, ritornando con «Carne di Stelle» nei loro pugni chiusi, carne dei pianeti trasformata in pietre stranissime. Alcune famiglie tradizionali avevano conservato accuratamente questi souvenir di un altro mondo e, al tempo della passeggiata sulla Luna degli astronauti americani, i nativi avevano tirato fuori questi oggetti dai loro fagotti di medicina, convinti che si trattasse di pietre lunari. Come disse il vecchio Toro Pazzo: «Noi siamo stati sulla Luna molto tempo prima dei washichu e non abbiamo bisogno dei razzi per arrivare fin lassù».«Non fate del male agli alberi, ai mari, alla Terra,» pregano i convenuti a un incontro del peyote. I Nativi Americani sono profondamente consapevoli dei danni subiti dall'ambiente, dei fiumi inquinati, delle piogge acide, dell'aria avvelenata. Una profezia hopi riportata da Thomas Banyacya, portavoce della Nazione Hopi, predice una possibile fine di un mondo abusato e devastato «quando un sole nero sorgerà a est e gli Hopi si recheranno alla Casa di Mica». Viaggiando verso la sede delle Nazioni Unite di New York per avvertire tutti di una catastrofe globale in arrivo, gli Hopi passarono per Gary, in Indiana, dove videro il sole nascente annerito dal fumo e dallo smog di quella città industriale. Al loro arrivo a New York, riconobbero nel palazzo delle Nazioni Unite la «Casa di Mica» menzionata nelle loro profezie. Simili profezie in cui il nostro mondo viene rimpiazzato da un altro più degno (a meno che gli abitanti del primo non mutino drasticamente le proprie sconsiderate abitudini) ricorrono presso numerosissime tribù dall'America centrale fino all'Artico. Alcuni uomini e donne tradizionali stanno dicendo: «Uomo Bianco, faresti meglio a stare attento a dove metti i piedi!»Queste parole intendono mostrare il mondo visto attraverso occhi indiani: il sacro e il profano, il buono e il cattivo, lo straordinario e il banale, cose vive e cose morte che, a uno sguardo più ravvicinato, potrebbero anche non essere del tutto morte. Si sottolinea la differenza delle filosofie di vita, i due mondi che coesistono mischiati l'uno nell'altro su questo continente Tartaruga. Per dirla con le parole di un uomo sacro lakota:C'è una parola che dice «Tutti i miei Parenti». Noi vivremo seguendo quella parola.Siamo imparentati con tutto.Noi siamo ancora qui!Noi vivremo!Mitakuye Oyasin.